A seguito della gara a procedura aperta per il commissariamento del MAXXI (Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, con sede a Roma) indetta ad Agosto, il 18 Ottobre scorso ha ottenuto la nomina la deputata del PD Giovanna Melandri. Lorenzo Ornaghi, attuale Ministro per i Beni e le Attività Culturali, ha infatti nominato la Melandri, che era stata a capo di tale ministero durante il primo ed il secondo Governo D’Alema e poi di quello per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive del Governo Prodi II.

Numerose sono state le critiche provenienti sia dalla Sinistra sia dalla Destra, in particolare legate alla carica ritenuta incompatibile con il ruolo politico dell’ambientalista democratica ed all’assenza di trasparenza del processo di nomina. Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia e del SEL, è arrivato a vedere la scelta di Ornaghi come “un gesto negativo da parte del governo”; parla il presidente dei senatori del PdL Maurizio Gasparri, che dice: “Se anche la presidenza del Consiglio è perplessa, figuriamoci quanto lo possano essere tutti coloro che in questi giorni, dal mondo della politica e della cultura, hanno contestato la designazione della Melandri, che tra l’altro non è ancora uscita dal Parlamento”. Giulia Rodano, consigliere regionale e responsabile nazionale di cultura ed istruzione di IdV, concorde con Achille Totaro, senatore del PdL, si lamenta poi della “opacità del metodo”, commentando: “Mi chiedo quali siano stati i criteri di valutazione e la trasparenza del processo decisionale. E mi chiedo, soprattutto, se e quali fossero le altre candidature ed i loro curricula”.

Le polemiche hanno preso un’ulteriore piega quando il responsabile del settore economia e lavoro del PD Stefano Fassina ha affermato durante un’intervista rilasciata ad un quotidiano che il partito non era stato informato della nomina, come del resto nemmeno il Governo. Inoltre, PdL, Lega e Renzi malignano che la neo-eletta passi così da una poltrona all’altra grazie ad un’operazione calcolata in previsione del fatto che non si ricandiderà alle prossime elezioni. A dare il colpo di grazia è il critico d’arte e curatore Francesco Bonami, il quale ha scritto che “La Melandri è stata il ministro che ha piantato il seme sbagliato dal quale è nata poi quella pianta sbagliata del MAXXI.”

La deputata del PD ha invece trovato appoggio nell’AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani), nel Consiglio degli Architetti e in Francesco Rutelli, ora presidente dell’API, con il quale ha firmato nel 1999 la legge 273 e promosso un centro per le arti contemporanee, che sarebbe poi diventato il MAXXI.

L’onorevole Melandri si è quindi difesa dicendo che presenterà le proprie dimissioni al prossimo Consiglio dei Ministri e che non c’è nessuna legge che imponga di chiedere il permesso ai segretari di partito.

Giovanna Melandri non intende rinunciare alla nomina ed esprime durante la conferenza stampa del 23 Ottobre la volontà di conferire al museo un assetto internazionale, al di là di confermare una divisione in dipartimenti, tra i quali uno verrà adibito alla fotografia. La tendenza è dunque quella di aumentare il numero dei visitatori fino ad un milione, il personale, l’iterazione pubblico-privato e la sponsorizzazione, puntando anche all’estero, così da poter raccogliere all’incirca 6 milioni di euro, cifra equivalente all’ammontare della dotazione accordata dal Ministero su base annua.

Ornaghi smentisce le voci di contrasto con il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti e si prende la responsabilità della scelta operata autonomamente, sicuro delle competenze della nuova presidente.

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1 COMMENTO

  1. La canea sollevata contro la nomina della Melandri mi pare esagerata e illiberale. La Melandri é stata Ministro per i Beni Culturali e mi sembra difficile negarle la competenza a dirigere un museo che entra nell’ambito di quel Ministero e che essa stessa ha creato. Peró il Ministro Ornaghi potrebbe facilmente (spero) dissipare i dubbi se desse conto dei criteri di valutazione (e di comparazione con altri possibili candidati) che lo hanno portato a quella scelta. Tutto il resto é dietrologia, e anche un pó sconcia.

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