Bologna – Che fine ha fatto l’Annunciata del Guercino? La potete ritrovare a Palazzo Fava (Palazzo delle Esposizioni) alla mostra Salvati dal terremoto. Dipinti e sculture dai centri storici tra Bologna e Ferrara che rimarrà aperta fino al 6 Gennaio. L’esposizione vuole non solo educare il visitatore all’arte della scuola bolognese sviluppatasi tra ‘500 e ‘700, ma desidera più di ogni altra cosa richiamare l’attenzione alla presente situazione in cui versano gli edifici colpiti dal terremoto del 20 e 29 Maggio scorso ed all’importanza della testimonianza storica-artistica, che corre il rischio di andare rovinosamente perduta.

Sono presenti opere provenienti dalle province di Bologna, Reggio Emilia, Ferrara e Modena realizzate da artisti quali Lodovico Carracci, Guercino, Ubaldo Gandolfi, Lodovico Lana, Denys Calvaert,  Alessandro Tiarini, Lorenzo Sabbatini, Giovan Francesco Gessi. Si tratta così di opere manieriste, in prevalenza tardo-manieriste e per minima parte con tendenze barocche e neoclassiche.

In particolare tali capolavori, salvati miracolosamente dai Vigili del Fuoco, risiedevano nelle chiese e nei palazzi storici di Cento, Crevalcore, Galliera, Pieve di Cento e Sant’Agostino. Prima di essere esposte a Palazzo Fava erano in parte in stoccaggio, in depositi allestiti presso Art Defender, in ambienti privati a Pieve di Cento, al Palazzo Ducale di Sassuolo a Bologna ed alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. Questa esposizione permette quindi una fruizione pubblica di durata limitata di opere d’arte di massimo rilievo. Da ricordare sono l’Annunciata dalla collegiata di Pieve di Cento e la Sibilla della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, entrambe di Guercino; l’imponente pala di Lodovico Carracci dalla Pinacoteca Civica di Cento; due pale d’altare di Ubaldo Gandolfi.

La location, appartenente al percorso di poli museali del progetto Genus Bononiae, ospita opere che si integrano perfettamente con gli affreschi dei giovani Lodovico, Annibale ed Agostino Carracci, che si articolano sulle pareti del palazzo cinquecentesco. Il compito della curatela è stato affidato a Luigi Ficacci ed a Angelo Mazza, il cui operato è stato affiancato da una pubblicazione elaborata da Graziano Campanini, Angelo Mazza ed Elena Rossoni.

È il momento di rimettere in luce i gioielli artistici dell’Emilia, che nel passato le avevano donato grande fama ed onori. A questo scopo si sono unite la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna, la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

Speriamo che presto questi capolavori possano tornare nei luoghi per i quali sono stati concepiti, perché solo allora potranno brillare come un tempo. Per il momento non ci resta che visitare la mostra e seguire i cantieri di ricostruzione dei luoghi colpiti dal terremoto.

© Rivoluzione Liberale

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