Il presidente venezuelano Hugo Chavez da poco rieletto a larga maggioranza ha annunciato un peggioramento del suo già precario stato di salute. Dal 15 novembre il presidente non appariva in pubblico, dopo l’operazione a Cuba è tornato a Caracas e l’8 dicembre ha annunciato pubblicamente che sarà difficile riprendere a fare politica come prima poiché il tumore di cui soffre non è stato sconfitto.
Di fronte all’impossibilità di governare e alla debolezza e precarietà dello stato del presidente, Chavez ha già designato il successore che il popolo venezuelano dovrà votare: il vicepresidente Nicolas Maduro. La nomina del successore rappresenta un vero punto di svolta per la politica venezuelana , da quattordici anni di stampo esclusivamente chavista. La posta in gioco per il successore è molto alta: riuscirà Maduro a portare avanti il movimento chavista e l’ideologia Bolivariana che ha caratterizzato il leaderismo di Chavez? È un compito difficile e arduo ma il Paese è fedele al presidente e voterà (un giorno) secondo i suoi consigli.
Maduro, oltre ad essere stato Ministro degli Esteri nel 2006, è un esponente della classe popolare, simbolo della politica chavista dei primi anni Novanta che ha cambiato il volto del Venezuela grazie alle ‘misiones’ popolari; lavorava come conducente di autobus ed era attivo nel sindacato. Esponente di spicco del Partito Socialista Unito del Venezuela, rappresenterebbe una continuità forte con la politica di Chavez; del resto, agli sforzi diplomatici di Maduro si deve l’entrata del Paese nel Mercosur e le buone relazioni con Cuba e Fidel Castro, da sempre orientati all’ antiamericanismo. Ora è da chiedersi se Maduro riuscirà a essere ricordato per le sue future scelte politiche o solamente come il successore di Chavez?
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