Fa capo a un acronico un po’ roccambolesco – N. 00403/2013 REG.PROV.COLL – ma ha il chiaro sapore della libertà oltre che un forte significato per il sistema economico italiano.
E’ la risposta netta e strutturale con cui il Consiglio di Stato, massimo organo di giustizia amministrativa in Italia, ha bocciato il ricorso 08614 del 2012 con cui l’Alitalia cercava di rivoltare la sentenza del TAR del Lazio, la stessa che chiedeva al vettore di bandiera più mercato sul servizio – pressoché in monopolio – della tratta Roma-Milano.
E mercato fu, dunque. Una bella notizia liberale in un sistema, quello italiano, che da troppi mesi si aggroviglia sulla ri-nazionalizzazione delle imprese strategiche ex-Iri (con la Cassa Depositi e Prestiti) e su un sistema privato e finanziario che ritrova nel pubblico e nell’architettura centrale un solido ancoraggio alla tempesta dei mercati internazionali (caso Generali/Banca d’Italia).
Questa volta il mercato e la concorrenza hanno vinto sul potere e sui salotti della Roma da bere. L’Alitalia, colosso italiano dell’aeronautica civile, dovrà cedere 5 dei 28 slot (diritti di atterraggio e servizi aeroportuali) che detiene negli aeroporti di Linate e Fiumicino, per la rotta Milano-Roma.
La gallina dalla uova d’oro, dunque, è costretta ad aprire il suo scrigno e la concorrenza, tra la Madonnina e il Colosseo, può finalmente decollare.
Con una sentenza tuonante, che al quartier generale della Magliana devono aver preso come un tonfo sordo alle casse già languide del Gruppo, il Consiglio di Stato rende onore all’Antitrust che, già ai tempi di Catricalà, denunciava la poca concorrenza su un servizio strategico per l’economia e le imprese e di per sé portatore di forti profitti e interessi.
La compagnia inglese EasyJet, dunque – da tempo individuata come vettore principale in grado di fornire un servizio equivalente ed elevato (è già il principale operatore low cost di Milano Malpensa) – potrà lanciare in tempi brevi (si parla di qualche settimana) la sfida a quella tricolore con cinque voli di andata e ritorno giornalieri negli orari di punta, con Airbus A319 e a prezzi probabilmente inferiori di quelli praticati fino ad oggi da Alitalia.
Dopo l’acquisizione della società da parte della cordata di patrioti guidata da Roberto Colaninno, la compagnia di bandiera viveva da tre anni in un regime di sostanziale monopolio, grazie a una deroga garantita dal governo Berlusconi alla cordata dei “capitani coraggiosi”. Un regalo agli amici imprenditori che avrebbe garantito loro, nel tempo, di rientrare velocemente dell’investimento complessivo (1,1 mld di €) che gli stessi avevano messo sul piatto per salvare il vettore dalle fauci dei cugini d’oltralpe (Air France).
Alitalia, naturalmente, manterrà ancora buona parte dei collegamenti tra le due città, con una disponibilità di 23 voli andata e ritorno al giorno. Ma lo sbarco di Easyjet costringerà l’aerolinea italiana a riorganizzare le sue tariffe per far fronte alla pressione al ribasso del nuovo concorrente. (si parla di un calo del 30% del prezzo dei biglietti)
Una bella occasione di mercato per ripensare modalità e viaggi tra le due capitali del Paese. Riprendere a viaggiare, tra Nord e Sud, da domani sarà più agevole e i doppi zeri, a sinistra della virgola, sui biglietti Alitalia, da domani, forse, saranno solo un brutto ricordo.
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