La guerra civile in Siria sta causando un vero e proprio esodo nei paesi vicini: Egitto, Giordania, Libano e Turchia sono i territori meta dei siriani. Le stime Onu (UNHCR Alto Commissario dell’ONU per i rifugiati) calcolano ogni giorno cinquemila rifugiati, un numero impressionante. Ad oggi Sono 242 mila i siriani in Giordania, 260 mila in Libano, 170 mila in Turchia. Il popolo siriano raggiunge i 787 mila rifugiati.
I dati sui rifugiati non tengono conto degli sfollati presenti nel paese, difficili da calcolare poiché sempre in movimento e dimenticati dalle stime ufficiali e internazionali.
Il problema non è solo la situazione in Siria: anche i paesi vicini non sanno come fronteggiare questa invasione che è iniziata ormai più di un anno fa. Facendosi sempre più intensa, la fuga siriana pone delle questioni in merito alla politica di vicinato. Il Premier turco Erdogan ha dichiarato di aver speso 600 milioni per l’assistenza ai profughi siriani, una spesa pubblica non indifferente per un paese che ha la sola ‘colpa’ di trovarsi geograficamente vicino alla Siria.
Per scappare dal proprio paese, la popolazione siriana si è riversata in tutti i territori vicini: abbandona il proprio paese ma sembra essere sempre più presente e richiama su di sé l’attenzione internazionale. Il dramma dei rifugiati diventa sempre più un problema di accoglienze, prima che di sicurezza; gli stati medio orientali conoscono bene questo fenomeno e appaiono solidali e cooperativi nonostante le difficoltà e le spese da fronteggiare.
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