Proprio in questi giorni ricorrono due anni da quando iniziammo le pubblicazioni online del nostro giornale. Un’avventura affrontata allora quasi come una velleitaria scommessa che con il passare del tempo si è invece dimostrata un’avvincente esperienza giornalistica.
E sono anche poco più di due anni che dirigo Rivoluzione Liberale, non senza il contributo sostanziale di quanti sono stati i veri “artefici” del giornale con i loro articoli, le loro note, i loro commenti: uno spirito di squadra che – seppur con sensibilità differenti e a fasi alterne – ha coinvolto tutte le sessantacinque firme (tra Redattori, Collaboratori ed Opinionisti) che si sono avvicendate in questo biennio nei duemilacinquecentocinquantanove articoli pubblicati sinora.
Anche i lettori hanno voluto seguirci numerosi, non senza alcune critiche che abbiamo sempre tramutato in suggerimenti per rendere migliore il loro (ed anche un po’ nostro) giornale. Non abbiamo certo fatto numeri a sei zeri come le grandi Testate nazionali ma le molte migliaia di utenti-lettori e le molte decine di migliaia di pagine-articoli letti ogni mese, rappresentano dati di traffico online non trascurabili per una Testata come Rivoluzione Liberale che si è sempre e solo affidata alla passione e al “volontariato” di chi ha scritto per le nostre colonne.
Sono già più di due anni, appunto. E proprio in coincidenza con questo traguardo ritengo conclusa la mia esperienza professionale come Direttore di Rivoluzione Liberale. E’ stato un periodo che personalmente ritengo appassionante e spero che anche chi ha avuto la ventura di dovermi “sopportare” come Direttore non lo voglia abbandonare nel passato dei propri ricordi irrilevanti.
Perché lascio la direzione del giornale? La decisione è il naturale esito delle mie dimissioni dal PLI e pertanto da tutte le cariche ricoperte in ambito nazionale non ritenendo di poter condividere la “nuova” – seppur, ovviamente legittima – linea politica (sia nazionale che locale ed anche di organizzazione interna dei quadri dirigenti) impressa dalla Direzione Nazionale dopo la consultazione elettorale di febbraio. Mi sarebbe stato difficile continuare a dirigere l’organo ufficiale di stampa di un Partito del quale non condivido più analisi e strategie e quindi la relativa linea editoriale del giornale. Un dovere, il mio, morale e deontologico, frutto anche di quella onestà intellettuale che – per formazione, convinzione e appartenenza – ho sempre cercato di anteporre alle posizioni di parte.
Quella di oggi 16 marzo è l’ultima edizione di Rivoluzione Liberale che porta la mia firma ma questo non mi impedirà certo di continuare a leggere con passione e interesse un quotidiano che, insieme ad alcuni amici, abbiamo fondato più di due anni fa e nel quale abbiamo sempre creduto.
© Rivoluzione Liberale

Carissimo Marco,
Rivoluzione Liberale senza di te, e’ una parte di me che se ne va’! “Insieme ad alcuni amici”, tra questi per primo ci sono io che ti coinvolsi in questo progetto! Lo dico con orgoglio perché Rivoluzione Liberale e’ stato un bel valore aggiunto al PLI !
Capisco la coerenza delle tue dimissioni, malgrado, come hai sempre detto tu, Rivoluzione Liberale e’ un po’ sopra le parti anche essendo organo del PLI. Infatti tutti gli articoli e le cronache riportate hanno un respiro ampio che prende e cerca di cogliere il panorama Liberale e laico nel suo insieme guardando spesso oltre il PLI.
Io spero che la tua linea direttiva possa continuare ad essere, nel tuo successore, così inclusiva, ampia e pluralista con l’attenzione al mondo laico e liberale in modo trasversalmente obiettivo!
Auguri a te per il tuo futuro e grazie per la dedizione che hai avuto!
Con sincero affetto , Maurizio
Carissimo Direttore, voglio ringraziarti, e di cuore, per avermi dato la possibilita’ di partecipare, in questi ultimi cinque mesi, a questa avventura editoriale. Ti sono grato per aver pazientemente accettato i miei ritardi e condiviso le mie opinioni liberali ma anche molto personali. Apprezzo molto la coerenza che hai espresso nella direzione di questa testata, coerenza che in rima con lo storico nome di questa testata ha piu’ bella la partecipazione di tutti noi. Condivido, anche se con rammarico, la tua decisone di dimetterti. Ma questo e’ un epilogo coerente con il mancato riconoscimento di un impegno, quello elettorale, che ha visto tutti noi impegnati in una battaglia di testimonianza e direi di normalita’ che all’improvviso e’ andata smarrita. Mi congedo anche io dal giornale e dai suoi lettori, ricordando a me stesso prima di tutto la lezione che il Papa Francesco ha gia’ conviso con il mondo, la lezione della sobrieta’. Quando la hybris prende possesso dei potenti e’ pericoloso ma la cosa avviene alla luce del sole. Quando la hybris prende possesso di chi e’ alla fine sconosciuto la cosa e’ ancora piu’ pericolosa. Prendo congedo anche io da rivoluzione liberale e spero che in un prossimo futuro nessuno smarrisca la lezione della sobrieta’ e della normalita’.
A tutti vadano i miei piu’ sinceri auguri
VM
Caro Marco,
la notizia delle tue dimissioni da Direttore del Giornale mi ha molto amareggiato.
Maurizio Irti ha interpretato bene il tuo ruolo e la tua passione nel dirigere il giornale.
In me è ancora vivo il momento della sua fondazione e l’emozione del numero 0.
Condivido le motivazioni della tua decisione e apprezzo la tua coerenza.Spero che chi ti succederà saprà continuare lo spirito ” Liberale” che tu hai sempre trasmesso attraverso le pagine di Rivoluzione Liberale.
In Bocca al Lupo per i tuoi futuri impegni.
Con Affetto Gianfranco