Le recenti cronache provenienti dal mondo arabo, dal Nord Africa e dalla penisola Iberica hanno mostrato la capacità di aggregazione, oltre che di promozione e sostegno dei movimenti di massa, del web e dei media digitali. Vi è poi un aspetto squisitamente economico che non può essere trascurato. La Rete rappresenta, infatti, uno straordinario strumento attraverso il quale l’iniziativa imprenditoriale privata può trovare concreta attuazione. Ne è un esempio, l’esperienza di Federico Hoefer, citato quale caso di successo dell’imprenditorialità made-in-Italy dal boss di Google Eric Schmidt. Il quarantacinquenne di origini siciliane, dopo aver perso il lavoro a causa della crisi, si è inventato un business. Ha preso la licenza di noleggiatore di auto con conducente e ha sfruttato la pubblicità in rete per creare il proprio bacino d’utenza. Oggi il suo nome spicca in tutte le ricerche nel settore taxi del veronese e compare nei motori di ricerca in Francia, Germania, Gran Bretagna e Olanda.
Traendo spunto dal pensiero cartesiano e rivisitandolo alla luce delle dinamiche socio-economiche del secondo millennio, oggi si direbbe digito ergo sum!
Come non denunciare, dunque, l’anacronismo che caratterizza la mancanza di un progetto che possa dotare il Sud di banda larga di qualità? E inoltre, come non restare attoniti di fronte al fatto che in un mondo che viaggia alla velocità di internet, la Sicilia si muove sul binario unico delle ferrovie ottocentesche?
Come sempre, parlando del Mezzogiorno, i problemi, i disservizi, le carenze infrastrutturali si accavallano. La questione meridionale appare, oggi più che mai, uno dei fattori che maggiormente determina la stagnazione in cui versa lo Stivale. Un Sud che non cresce, non avanza, non progredisce, ma anzi arranca, appesantito dalle catene del clientelismo e della dipendenza dalle risorse pubbliche (puntualmente sprecate).
Per tentare di risolvere il problema, lo Stato dovrebbe, come richiesto a gran voce dalla Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, smettere di fare «troppo e male» concentrandosi sulle riforme: «Semplificazioni e liberalizzazioni subito. Infrastrutture subito. Riforma fiscale subito».
Nell’attesa che l’illuminazione ispiri chi ha responsabilità di Governo, rivelando un’epifania liberale, anche gli amministratori locali potrebbero fare la loro parte.
Nel caso della Trinacria, non si tratta di pretendere l’immediata messa a nuovo di una rete ferroviaria ormai obsoleta. Tuttavia si potrebbe iniziare rendendo il manto stradale comunale e interprovinciale percorribile in sicurezza.
Basterebbe eliminare la sfilza di consulenze che spesso, avendo il solo scopo di ricompensare l’attività di procacciamento di voti, si risolvono nella costruzione di cattedrali nel deserto. Denari della collettività che potrebbero essere investiti diversamente, secondo il principio di efficienza ed efficacia della spesa.
