Chavez non c’è più e i venezuelani devono votare. Dopo 14 anni di chavismo il popolo è chiamato a scegliere fra l’alternativa di destra di  Enrique Capriles e il socialismo di Nicolas  Maduro, considerato da tutti come il delfino del caudillo scomparso lo scorso 5 marzo.

Già governatore dello stato del Miranda, Capriles sembra giocare duro,  a cominciare da quando nel 2012 sfidò a colpi di voti Chavez, raggiungendo il 45%. In questi giorni la destra antichavista si è fatta sentire nelle piazze organizzando parate e infiammando gli animi di circa 350 mila venezuelani. Il tema della manifestazione è stata la violenza, cavallo di battaglia della destra la quale propone di creare un Comitato apposito per ridurre il tasso di criminalità nelle strade.

Come sempre il popolo fa la sua parte e la posta in gioco per i due leader è proprio la conquista della stessa folla che, solamente un mese fa, piangeva la morte di Chavez.

Maduro, al contrario, ha dalla sua parte l’eredità di chavista che,  secondo il candidato socialista va difesa e onorata; mentre Capriles ripete il motto “ Maduro no es chavez” quasi a voler ricordare al Paese che un leader non è rimpiazzabile, Maduro gioca a ricordare il leader storico in ogni dicorso.

I sondaggi  pre elettorali danno in vantaggio Maduro con un differenziale che varia da un minimo di 8 punti percentuali a un massimo di 20. Sembra che l’opposizione di Capriles parta già in svantaggio: poca credibilità in un Paese ancora troppo legato al chavismo per una destra “ troppo vicina ai nemici storici del Paese” come affermano i socialisti.

© Rivoluzione Liberale

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