Un’iniziativa di apertura ai privati è quella proposta per il complesso archeologico del Teatro Marcello e dello Stadio di Domiziano. È questa l’idea, uscita poco prima delle recenti elezioni comunali della capitale, di un bando europeo per la concessione ventennale dell’area a privati, che frutterebbe non poco a Roma stessa.

Se ne è fatto promotore durante la conferenza stampa in Campidoglio Dino Gasperini, candidato all’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, ma già nell’autunno 2011 la Sovrintendenza Capitolina aveva dato il via a una gara simile. Ciò fa pensare che la bandiera politica valga poco in questo frangente e che, se funzionasse come previsto, i benefici sarebbero davvero evidenti.

Innovazione e utile da termini astratti e appena immaginabili si vestirebbero di concretezza e diverrebbero realtà. La valorizzazione del Teatro Marcello comprende quella di un insieme di reperti (il Portico d’Ottavia, i Templi di Apollo Sosiano e di Bellona, il Portico) situati tutti nella zona del Circo Flaminio, tra i quali il Teatro Marcello è sicuramente il più importante.

Esso è stato il modello per i successivi teatri romani, in quanto secondo solo al Teatro di Pompèo andato distrutto a cui appunto Giulio Cesare voleva opporre il proprio. Proprio per questo e per il periodo di transizione verso il classicismo della tarda Età Augustea presenta delle incertezze stilistiche, dove l’uso di vari ordini architettonici risalente all’architettura sillana affianca il gusto per il decorativismo in ornamenti parzialmente pervenutici. La sua inaugurazione in onore di Marco Claudio Marcello, l’erede designato da Augusto (tuttavia morto prematuramente), avvenne nel 13 a.C. con grandi giochi.

Chi si aggiudicherà il bando avrà il compito di trasformare l’area in un sito monumentale con accesso a pagamento, realizzando i lavori di allestimento richiesti. Dovrà occuparsi anche della valorizzazione e della manutenzione del sito che comprende anche l’ex Albergo della Catena, locanda medievale del XIII secolo, l’area di scavo di Monte Savello, oggi non accessibile e l’area archeologica sotto la Chiesa di Santa Rita.

Si stima che l’allestimento verrà a costare all’incirca 2 milioni di euro, a cui si aggiungeranno le altre spese necessarie. Dopo l’investimento iniziale, il sito archeologico costituirà una sicura fonte di reddito secondo un piano che prevede dal secondo anno di apertura al pubblico il versamento al Comune del 30% dei ricavi di biglietti e del 9% di quelli di mostre momentanee, eventi e manifestazioni culturali.

Come da bando, inoltre è incluso uno spazio polifunzionale per le esposizioni, con tanto di bookshop e bar-caffetteria, attorno al quale si giostrerà un’organizzazione di servizi didattici destinati alle scuole e alle università. Il ricavo totale calcolato della concessione si aggira attorno ai 16 milioni di euro, di cui 4 milioni a favore dell’amministrazione comunale.

Di buon augurio sarà la ricostruzione di epoca augustea che era stata attuata nella fase di ammodernamento di tutta l’area per l’edificazione del Teatro Marcello. L’area è infatti legata indissolubilmente da allora. La pietra non mente.

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