Nei giorni scorsi l’On. Ignazio Abrignani del PDL ha depositato alla Camera dei Deputati la proposta di legge n.1179: “Introduzione dell’articolo 294-bis del codice penale, concernente l’impedimento o la turbativa di riunioni politiche e di propaganda elettorale“.
Con questo meraviglioso slancio di liberalismo, che farebbe sembrare una formica pure il grande Voltaire, l’On. Abrignani ha sentito l’irrefrenabile bisogno di introdurre un ulteriore reato nel nostro già disgraziato e criminogeno codice penale. Naturalmente spero che non esista il reato di “vilipendio al codice penale”, ma se le mia speranza fosse malriposta i miei pochi lettori avranno la certezza che dalla galera non potrò più tormentarli con i miei vaniloqui.
In sostanza l’esponente della più grande e meravigliosa “corazzata liberale” che l’Italia abbia mai conosciuto, propone di mandare in mandare in galera, con soggiorno “da uno a tre anni”, “Chiunque con qualsiasi mezzo impedisce o turba una riunione politica, sia pubblica che privata”. Ora sarà evidente anche a chi non mastica il giuridichese che anche la più semplice e la più classica “pernacchia” inflitta in piazza all’avversario politico o il più raffinato e radical chic “fischio” di dissenso rientrano perfettamente nella fattispecie di reato prevista dall’ineffabile paladino della libertà il quale, in perfetta autonomia e libertà di coscienza, deve avere mal digerito quella volta in cui in un comizio il suo Presidente fu sonoramente fischiato a Brescia.
“Qui ci vuol un rimedio!” avran pensato gli uomini del Presidente. Ed Abrignani più degli altri avrà trovato intollerabile che qualcuno possa “turbare” un comizio con il proprio sacrosanto dissenso. Perchè forse nel PDL sono convinti che libertà sia solo quella loro di fare quel che vogliono (compreso occupare i gradini di un pubblico tribunale, o minacciare cadute di governi se le sentenze non arrivano come piacciono a loro) ma se qualcun altro si azzarda pensare di aver lo stesso diritto, allora deve andare in galera. Loro sono dei garantisti puri.
Ma forse l’idea, in quel grande e prolifico pensatoio liberale, viene da lontano, da molto lontano. Non è un mistero, ma anzi un pubblico vanto, che il Presidente Berlusconi intrattenga importanti rapporti di amicizia politica con liberali autentici del calibro di Putin e Lukaschenko (oltre ad aver regalato navi e prebende a quel sant’uomo di Gheddafi). A Putin venne offerta addirittura una cattedra all’Università Liberale che il PDL voleva metter su. Il Presidente, che notoriamente odia essere secondo a chiunque, deve aver avuto una grande invidia dei suoi amichetti che quando parlano non vola una mosca, mentre in Italia lui è costretto a rischiare queste figuracce. Ma come lo spiega al buon Vladimir che lui non può far sbattere in galera chi lo fischia? Trovata la soluzione. Per garantire la libertà di espressione mandiamo in galera chi fischia, rumoreggia o dissente. E non se ne parli più, anzi non si parli più.
Ma non è che Abrignani possa cullarsi di essere il migliore del suo partito, c’è anche il Senatore Torrisi che insidia la sua leadership di paladino del liberalismo. Il buon senatore ha proposto infatti l’ennesimo provvedimento “ammazzablog” con il quale equipara un semplice blog ad una testata giornalistica e quindi obbliga il proprietario al controllo dei post che ogni utente del blog liberamente esprime. Se non controlli…conoscete già la risposta giusto?
Ed ecco chi sono i campioni della libertà, del garantismo e del progresso in Italia. Mi perdonerete la caduta di stile, ma mi riesce davvero difficile poter anche solo pensare che chi abbassa il valore della libertà sotto quello di una pernacchia sia un interlocutore credibile per il futuro del mio paese.
Buona resistenza a tutti.
© Rivoluzione Liberale

D’accordo. Il dissenso, anche maleducato e rumoroso, purché non manganellatorio, non si punisce con tribunali e carceri. Sarebbe però bene che nella scuola si insegnasse, oltre al diritto di parola e di espressione, anche il senso e il limite del ricorso a fischi e pernacchie. Ho un pronipotino di 2 anni che, ad una richiesta della sua maestrad’asilo su quale canzoncina i bimbi avrebbero voluto cantare, lui ha risposto: “Ho una proposta…” Se non si sciupa crescendo, ha qualcosa da insegnare agli onorevoli deputati e senatori. Ex ore infinitum…