Nel Bel Paese si ripresenta la questione migratoria. Lo sbarco di clandestini sull’isola di Lampedusa e al Sud in generale diventa tema caldo e accende il dibattito politico. Uno scambio di opinioni fra i partiti che sa sempre di più di acerbo e sterile. Per la politica, tutti i migranti sono un potenziale pericolo: rappresentano, che lavorino o no, sempre un problema. Tutti criticano la legge nazionale, la Penisola è sempre al centro degli scandali che riguardano il trattamento di queste persone.
Quest’estate, per una volta, l’Italia fa una bella figura a livello europeo. L’arrivo di ben 102 migranti è stato accettato dal nostro Paese dopo il forte rifiuto maltese. Il barcone è arrivato a largo della costa di Malta che ha rifiutato con decisione l’ingresso in porto. Tutti, a cominciare dalle autorità maltesi hanno ringraziato il Premier Letta per la disponibilità ad accogliere quei profughi che avrebbero dovuto arrivare sulla loro isola.
Riconoscimenti sono arrivati anche dal commissario Ue agli Affari interni Cecilia Malmstrom su Twitter. Tutti gli Stati membri dovrebbero imparare dall’Italia al fine di coltivare una solidarietà europea sul tema della migrazione. Solidarietà che però non può essere sempre a senso unico, secondo l’ex Ministro degli Esteri Frattini.
Insomma, l’Italia avrà anche accolto queste persone dopo lunghi negoziati notturni con i vertici di Malta. Ma perché deve essere sempre l’unica? Questa è la grande domanda che la politica italiana si pone. Perché non spetta anche alle coste degli altri paesi sacrificarsi come facciamo noi?
Questi sono i punti interrogativi dietro i quali i nostri governanti si trincerano per non affrontare di petto l’ immigrazione. Siamo di fronte ad una realtà che non è più trascurabile e alla Camera si discute ancora se cambiare o meno la legge Bossi Fini. Nessun passo avanti sulla cittadinanza, visto che per la Lega il Ministro Kyenge è “un orango”. Niente da dire, siamo indietro.
In conclusione, la dialettica politica non sa come fronteggiare l’emergenza che l’Italia vive ormai da molto tempo. Attenzione: non si parla di invasione dello straniero, quella è un’invenzione pura e semplice. Non sappiamo più come affrontare l’altro e “il diverso”. È questo che spaventa la gente comune e, a giudicare dai pochi provvedimenti decisivi in materia di immigrazione, anche i palazzi d’avorio.
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