Il 3 luglio scorso veniva destituito il Presidente Morsi. Oggi, l’ex leader è nascosto in un luogo segreto e le manifestazioni in piazza di chi lo rivorrebbe al governo non si placano.
L’Egitto ha passato un’estate intera a ferro e fuoco. Una situazione paradossale quella che si è venuta a creare nel Paese: dopo che la folla aveva invocato a gran voce le elezioni e votato per Morsi, un colpo militare mette fine al suo mandato. Inizialmente, la popolazione sembra appoggiare i militari: poi la situazione esplode, sfugge di mano. Ora neanche la stampa capisce più chiaramente quale governo l’Egitto voglia.
Facciamo uno sforzo anche noi e chiediamoci: siamo sicuri che lo voglia davvero, un governo? A giudicare dagli ultimi accadimenti, no. L’ex Premier a capo della Fratellanza grida di essere lui il Presidente e disconosce il governo provvisorio; l’esercito al governo instaurerebbe una dittatura. E la democrazia? Se la sono dimenticata tutti il giorno dopo le elezioni e la vittoria del Partito islamico.
I valori liberali sono stati messi all’angolo proprio dalle due forze di cui parlavamo: l’esercito e la Fratellanza. Mentre i primi fingevano di accettare il risultato elettorale (mantenendo sempre viva la minaccia del colpo di Stato), la seconda tentava di modificare la Costituzione a suo piacimento, invocando i principi sacri della Shar’ia.
Parte della verità sta sicuramente nelle “sembianze” che il partito della Fratellanza ha assunto dopo aver vinto. I Fratelli, tenuti ai margini della vita politica, hanno costituito sempre l’opposizione fino alla caduta di Mubarak. La politica di Morsi si è dimostrata fallimentare e oggi si parla di “cancellare l’eredità” e di mettere al bando tutti i partiti di ispirazione religiosa. Ancora una volta le forze politiche e il comitato costituente che avrà il compito di riscrivere la Carta non sapranno cosa fare della “religione”.
Vorrebbero ripudiarla dalla politica ma si rendono conto di non potere. Vietarla nella Costituzione non ha poi molto senso se, nel concreto, gli islamisti hanno un gran potere di ricatto. Insomma, mentre la Fratellanza rischia la fine e l’estromissione dall’arena politica, Morsi già promette di tagliare i ponti con la Siria di Assad che brucia a poca distanza. Intanto, onde evitare errori, l’Egitto ha deciso di essere prudente: pochi giorni fa è stata trovata una cicogna proveniente dalla Francia e, con la motivazione che tra le sue piume nascondesse una spia, è stata letteralmente rinchiusa in una cella.
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