Il referendum abrogativo è disciplinato dall’art. 75 della nostra Costituzione. Si ricorre a questo tipo di referendum per deliberare l’abrogazione parziale o totale di una legge quando lo richiedano cinquecentomila elettori o cinque consigli regionali. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei Deputati.
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, il cosiddetto quorum e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. Non è ammesso il referendum su leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.
In caso di tornate referendarie che prevedono più quesiti, si può esprimere il proprio voto anche solo per alcuni di essi.
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QUANDO SI VOTA:
Domenica 12 giungo (dalle 8:00 alle 22:00) e Lunedì 13 giugno (dalle 7:00 alle 15:00)
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DOVE SI VOTA:
Nel proprio Comune di residenza, nella sezione elettorale indicata sulla prima facciata della tessera elettorale
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I QUESITI REFERENDARI
Referendum “Acqua pubblica – Abrogazione affidamento servizio ad operatori privati”
“Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?”.
Il primo quesito sulla privatizzazione dell’acqua pubblica riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.
Si deve votare SÌ se si è contro la gestione dei servizi idrici da parte di privati.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale.
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Referendum “Acqua pubblica – Abrogazione calcolo tariffa secondo logiche di mercato”
“Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?”.
Il secondo quesito sulla privatizzazione dell’acqua pubblica riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. In questo caso agli elettori viene proposta una abrogazione parziale della norma.
Si deve votare SÌ se si è contro la norma che permettere il profitto (non il recupero dei costi di gestione e di investimento, ma il guadagno d’impresa) nell’erogazione del bene Acqua potabile.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che ammette tale guadagno.
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Referendum “Energia nucleare”
“Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?”.
Lungo e articolato il quesito referendario per abrogare la norma per la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”. Si tratta di una parte del decreto legge recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge “con modificazioni” il 6 agosto dello stesso anno.
Si deve votare SÌ se si è contro la costruzione di Centrali Nucleari in Italia.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che le prevede.
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Quesito n. 4 – SCHEDA VERDE CHIARO
Referendum “Legittimo impedimento”
“Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonché l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante “diposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?”.
Dopo la dichiarazione di parziale incostituzionalità della legge sul legittimo impedimento, la Corte di Cassazione ha autorizzato, con ordinanza, lo svolgimento del referendum.
Si deve votare SÌ se si è contrari al principio che Presidente del consiglio o ministro possano decidere di non comparire in tribunale nei processi che li riguardano.
Si deve votate NO se si è a favore della legislazione attuale che prevede questo “scudo” nei confronti del sistema giudiziario.

Vorrei fare i complimenti alla redazione per queste informazioni di servizio ben scritte, chiare ed oggettive.
Sottoscrivo i complimenti. Mi permetto però di osservare che chi è contrario a un quesito ha interesse a non votare e non a votare NO, per non facilitare il raggiungimento del quorum. Se intende approvare altri quesiti, basta che NON RITIRI LA SCHEDA RELATIVA A QUELLO A CUI E’ CONTRARIO.
A questo proposito insisto che dovremmo batterci per abolire la richiesta del quorum per i referendum, norma illogica e antidemocratica.
Vorrei far notare che il quesito sul nucleare riporta il vecchio testo del referendum, che è stato superato dall’abrogazione da parte del governo dell’articolo incriminato, e che è stato successivamente modificato dalla Corte Costituzionale
Aggiungo che il nuovo testo è il seguente:
“Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell’articolo 5 del d.l. 31/03/2011 n. 34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75?”
e ricordo che, di fatto, non votiamo più sul fare o non fare il nucleare, ma sull’approfondire con studi scientifici la sicurezza delle eventuali future centrali nucleari (art. 1) e sulla presentazione da parte del governo del Piano Energetico Nazionale (art 8) che sarebbe uno strumento, a mio avviso, indispensabile!
Ha ragione G. Lo Presti quando osserva che il quesito sul quale si vota per il “nucleare” è cambiato a seguito della riscrittura che ne ha fatto la Cassazione.
Ma quella riscrittura si è resa necessaria a seguito del goffo tentativo di evitare il referendum, fatto da Governo, che in tal modo ci ha messo del suo per incrementare le ragioni del SI.
Il quesito originario mirava ad abrogare soltanto la lettera d) dell’art. 7 comma 1 della L. 112-2008 (“realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare“), “), ma faceva salve la “promozione delle fonti rinnovabili di energia” e la “promozione della ricerca sul nucleare di quarta generazione o da fusione”, rispettivamente previste dalle lettere c) e d-bis) del medesimo comma.
Il Governo invece, con l’art. 5 del D.L. 34-2011 (L. 75-2011), al comma 2 ha abrogato l’intero art. 7 del D.L. 112-2008 (e quindi anche la “promozione delle fonti rinnovabili di energia” e “la promozione della ricerca sul nucleare di quarta generazione o da fusione”, e cioé eliminando l’unica parte della Legge che meritava di sopravvivere e che proprio per questo non era stata investita dall’originario quesito referendario.
Si aggiunga che, coi commi 1 e 8 dell’art. 5 del DL 34-2011, lo stesso Governo ha implicitamente confessato che quel suo intervento legislativo null’altro è che una semplice moratoria di dodici mesi, entro i quali toccherebbe allo stesso Governo di adottare tutte quelle attività previste dall’abrogato art. 7, le cui previsioni sono state tutte letteralmente riproposte (parola per parola) nella nuova norma, salvo quelle delle lettere c) e d-bis), vale a dire proprio la promozione della ricerca su fonti rinnovabili e nucleare di quarta generazione.
Non c’è che dire, proprio un bel risultato!
Era quindi inevitabile che la Cassazione facesse immediatamente giustizia di questa finta abrogazione, riformulando il quesito referendario con riferimento alle apparenti nuove norme, e del pari inevitabile che la Corte Costituzionale non vi abbia trovato nulla da ridire.
Senza entrare nel merito della opportunità di istituire centrali nucleari in Italia, sulla quale ognuno potrà avere le sue idee (io sono assolutamente a favore), quello che mi lascia perplesso è che la norma che si chiede di abbrogare, non parla esplicitamente di nucleare.
Quello che ha fatto la Corte Costituzionale, confermato dalla Cassazione, è di fatto trasformare un referendum abrogativo in uno consultivo, senza però esplicitare questa modifica. Io penso, cioè, che la Corte Costituzionale e la Cassazione potrebbero ritrovarsi a dovere giudicare un futuro governo che voglia costruire centrali nucleari, perchè l’eventuale SI al referendum non lo impedirebbe.
Si sta pertanto votando sulle intenzioni dichiarate da Berlusconi sulla sua personale volontà di costruire le centrali.
A me sembra proprio un’assurdità! In questo caso il pasticcio è uniformemente ripartito tra Governo con il suo goffo tentativo di “fregare” i cittadini, la Corte Costituzionale e la Cassazione nel tentativo di “punire” il Governo per questo tentato raggiro, dell’opposizione che ha cavalcato l’onda emotiva nel tentativo di fare cadere il Governo e dei media che non hanno informato correttamente i cittadini del merito di questo (e degli altri) quesiti referendari.
Insomma, mi sembra un palese esempio del perchè questo Paese non riesce a crescere… cioè il mero sfruttamento di qualsiasi pretesto per sfruttare le situazioni a discapito dei cittadini e della democrazia.