Il prossimo 13 settembre partirà la prima edizione del campionato mondiale rivolto esclusivamente vetture elettriche, la Formula “E” (una sorta di F.1 a impatto ambientale zero), così come è stata ribattezzata dagli addetti ai lavori.
Dieci tappe in giro per il mondo: Pechino, Putrajaya, Rio de Janeiro, Punta del Este, Buenos Aires, Los Angeles, Miami, Montecarlo, Berlino e Londra; dieci team, tra i quali due americani e due inglesi, oltre ad uno cinese e uno tedesco; e un bel pacchetto di sponsor, come, per esempio, Michelin, Tag Heuer, Qualcomm e Dhl.
Il mondiale per auto elettriche ad impatto zero piace quindi a sponsor, vip e televisioni. Le auto peseranno minimo 800 kg (200 solo di batteria). I motori produrranno una potenza massima di 200 kw (271 cv) per una velocità massima di 225 km/h.
Tra le sorprese in negativo di questa prima edizione è la totale assenza della metropoli di Roma. Gli organizzatori avevano cercato di prendere contatto con l’amministrazione capitolina, convinti di poter proporre un progetto eco-compatibile e remunerativo, quindi interessante (a differenza della F1, così come aveva “sognato” inutilmente Gianni Alemanno durante il precedente mandato), ma non hanno trovato nessuna realtà politica disponibile ad ascoltare. Indicativo che, ancora una volta, la politica romana (questa volta targata centro-sinistra) non abbia saputo cogliere questa opportunità in chiave ecologica a livello internazionale.
Un’altra occasione mancata, anche in termini di immagine, che l’Italia e Roma non hanno saputo cogliere. C’è solo da capire se per mancanza di lungimiranza o, più semplicemente, per “italica” pigrizia. Poi, però, non parliamo di crisi economica e di posti di lavoro in decrescita, se perdiamo opportunità economiche come questa, che altre metropoli straniere in Europa (e non solo) hanno, invece, saputo cogliere al volo. Un altro autogol per la classe politica tricolore. Ma non avevamo dubbi al riguardo.
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