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Il prossimo 1° febbraio sarà un giorno non trascurabile perché sancirà il passaggio, per l’Italia come per altri 32 Paesi europei, all’Area Unica dei Pagamenti in Euro, ovvero alla cosiddetta SEPA (Single Euro Payments Area).

Infatti, ai sensi del Regolamento comunitario 260 del 14 febbraio 2012, dal 1° febbraio 2014 gli attuali servizi di pagamento nazionali saranno sostituiti da servizi di pagamento comuni a tutti gli Stati aderenti al nuovo sistema. Non vi sarà più alcuna differenza tra un bonifico effettuato all’interno dei nostri confini e un bonifico dall’Italia verso, ad esempio, la Germania. Così come si potrà autorizzare un addebito su un conto corrente aperto a Roma o a Parigi con le stesse procedure e senza alcun rischio di opposizione per motivi “nazionalistici”.

A parte le inevitabili battute sulle difficoltà di creare una Europa unita dal punto di vista politico, per quanto riguarda bonifici e addebiti diretti cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni del Vecchio continente vivranno d’ora in poi una piacevole “simbiosi finanziaria”.

E’ bene sapere quali sono i Paesi interessati. Si va dai 18 Stati che utilizzano come valuta l’Euro ai 10 dell’Unione Europea che utilizzano altre valute ma effettuano pagamenti in euro (Regno Unito di Gran Bretagna, Svezia, Danimarca, Croazia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, Romania) nonché altri 5 Paesi europei extra UE che utilizzano altre valute ma effettuano comunque pagamenti in euro (Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Principato di Monaco).

La Banca d’Italia con un provvedimento del febbraio 2013 recante istruzioni applicative del regolamento comunitario ha chiarito che:

1.  a partire dal 1° febbraio 2014 il servizio di addebito RID, che si basa sulla sottoscrizione da parte del debitore di un’autorizzazione a prelevare i fondi direttamente dal proprio conto, e il bonifico, sia disposto dai clienti con addebito di un conto, sia per cassa, saranno definitivamente sostituiti dal SEPA Direct Debit e dal SEPA Credit Transfer;

2.  altri servizi di pagamento come Ri.Ba., MAV, RAV nonché i Bollettini bancari e postali, che non trovano una diretta corrispondenza con i servizi di addebito e di bonifico SEPA, potranno continuare a essere utilizzati;

3.  al RID finanziario, che consiste in un addebito diretto nazionale utilizzato per pagamenti collegati alla gestione di strumenti finanziari, e al RID a importo fisso, che consiste in un addebito diretto a importo prefissato all’atto del rilascio dell’autorizzazione all’addebito in conto, non si applicheranno le nuove disposizioni fino al 1° febbraio 2016.

Ferme restando le possibili difficoltà, per imprese e banche, di attuare una efficiente migrazione dai vecchi sistemi a quelli nuovi, pare che i vantaggi siano indiscutibili.

Come accennato sopra, il cittadino-consumatore italiano potrà effettuare pagamenti in euro verso altri Paesi dell’area SEPA da un unico conto alle stesse condizioni previste per le operazioni nazionali. Basti pensare al beneficio, per coloro che lavorano o studiano all’estero, di non essere costretti ad aprire altri conti correnti.

Il mondo dell’impresa potrà usufruire delle stesse opportunità e avere più elementi per valutare un efficiente accentramento della gestione dei pagamenti.

Da tutto questo emerge, neanche timidamente, la speranza che il mondo bancario, allo stesso modo avvantaggiato dal nuovo sistema, traduca le nuove efficienze e la potenziale maggiore concorrenza nell’area SEPA in un ribasso dei prezzi dei servizi offerti.

© Rivoluzione Liberale

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