Israele: scatta la caccia all' 'avo spagnolo'

Per riparare al torto causato agli Ebrei nel 1492, la Spagna sta considerando di dare la cittadinanza ai discendenti degli  espulsi di allora.

Numerosi israeliani non hanno oggi che un’idea in testa: trovare la prova che hanno origini spagnole. Tutto è cominciato lo scorso 7 Febbraio quando, a Madrid, il Governo di Mariano Rajoy ha adottato un progetto di legge che mira a dare la cittadinanza spagnola ai discendenti degli Ebrei espulsi nel lontano 1492. Si tratta di emendare il Codice Civile per permettere agli Ebrei sefarditi che lo desiderano di prendere la nazionalità spagnola senza dover per questo rinunciare a quella del loro Paese attuale. Una doppia nazionalità della quale non potevano beneficiare che i cittadini di Andorra, del Portogallo e di ex colonie spagnole come le Filippine o i Paesi dell’America Latina. In Israele questa nuova disposizione ha provocato grande entusiasmo, come in un anziano abitante di Beersheba, una grande città del Sud del Paese, che, emigrando tanto temo fa, ha ebraicizzato il suo nome di Marcus Cavallero in Mordechai Ben Abir. A 88 anni, non nasconde di aver un tempo cercato di ritornare spagnolo: “Ma non essere più israeliano era per me fuori discussione, e ho lasciato perdere. Oggi, con questa nuova disposizione, cambia tutto. Penso che sarò il primo a depositare la richiesta.” Mordechai-Marcus è convinto che verrà accontentato. Bisogna dire che non dovrebbe avere difficoltà nel portare a termine il suo sogno visto che nel 2008 ha realizzato all’Università di Barcellona una tesi di dottorato sulle sue radici spagnole. “Credo essere il solo al Mondo ad aver scientificamente provato il mio legame con una famiglia ebrea espulsa 522 anni fa!” Per lui, come per la famiglia Hermoza di Gerusalemme, i discendenti di una ricca dinastia sefardita (la parola ebraica Sfarad vuol dire Spagna), la decisione presa dal Governo madrileno è “la giusta riparazione per un errore storico”. Una sorta di richiesta di scuse unita al riconoscimento dell’influenza considerevole degli Ebrei sulla cultura spagnola.

Per altri israeliani nessun mistero: il progetto spagnolo è innanzitutto  il modo migliore per ottenere un secondo passaporto, per di più europeo. Per ottenerlo e rispondere ai criteri che dovrebbero accompagnare la nuova legge (il nome, la conoscenza del ladino, lo spagnolo-ebraico  e avere dei legami privilegiati con la Spagna sul piano  culturale o sociale) sono in molti a prendere d’assalto gli uffici degli avvocati, albero genealogico in pugno e documenti più o meno ufficiali da tradurre. Gli avvocati da parte loro ci vanno più cauti, affermando che da mesi Madrid fa correre la voce di questa proposta di legge ad oggi senza riscontro effettivo. Fino al famoso 7 Febbraio, giorno nel quale è stato annunciata l’adozione di un progetto di legge. Non è che una tappa in un processo che prenderà tempo, tra dibattiti parlamentari e voti a camere unite. Secondo voci di corridoio che arrivano dal Parlamento spagnolo, ci vorranno come minimo otto mesi. I contendenti dovranno armarsi di pazienza. Il Presidente dell’associazione israeliana degli immigrati di America Latina, di Spagna e Portogallo, anche lui avvocato, è molto pessimista. Benché si dichiari “felice” per questa giusta riparazione, non crede in una sua prossima concretizzazione. E questo per un semplice motivo: alle lungaggini parlamentari si andranno ad aggiungere enormi problemi burocratici collegati ai criteri di lettura delle richieste una volta la legge approvata. Verrebbero coinvolti 3,5 milioni di Ebrei nel Mondo e centinaia di migliaia in Israele. Quanti saranno i candidati? E’ da prevedere un vero e proprio ingorgo degli studi legali.

Nell’attesa, l’iniziativa iberica, in Israele, non piace a tutti. I detrattori più agguerriti sono i membri del Partito nazionalista religioso di Naftali Bennet, la Casa Ebraica, che, al di là di questo caso particolare, porta avanti una campagna per la delegittimazione degli Israeliani che vogliono lasciare il Paese. I rabbini da parte loro non sono pronti a “perdonare” agli spagnoli il torto fatto agli Ebrei più di 5 secoli fa. Avranno molti seguaci? Di fronte ad un passaporto Schengen, nulla può essere dato per certo.

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