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L’Ucraina ha un nuovo Presidente, e gli affari sembrano ripartire. Dopo la destituzione, Sabato, di Viktor Yanuhovich dal Parlamento, è Olexsandr Turtchinov ad essere stato nominato Presidente ad interim. E’ il braccio destro dell’ex oppositrice politica Yulia Timoschenko, liberata sabato e accolta trionfalmente al suo arrivo a Kiev a Piazza Maidan, epicentro della contestazione che dura ormai da tre mesi. Turtchinov, 49 anni, viene dal sud-est del Paese. Ha diretto i Servizi di Sicurezza di Stato (SBU) dopo la “Rivoluzione arancione” della quale la Timoschenko era promotrice.

La Rada (il Parlamento), dove erano presenti 450 deputati, ha votato Domenica il trasferimento a titolo provvisorio dei poteri presidenziali a Olexandr Turchinov, all’indomani della sua conquista della Presidenza del Parlamento, e in attesa delle elezioni Presidenziali del 25 Maggio. Il processo di formazione del nuovo Governo dovrebbe  concludersi martedì. L’Ucraina è perentoriamente entrata anche al G20 in corso in questi giorni a Sydney , dove, fuori programma, il FMI le ha teso la mano. Domenica, la Commissione Europea  ha dichiarato essere pronta a concludere un accordo commerciale con l’Ucraina, appena nominato il nuovo Governo. La crisi politica si è scatenata nel Paese in Novembre quando il Presidente Viktor Yanukovich aveva rifiutato di firmare un accordo con l’UE, al quale l’Unione Europea e l’Ucraina lavoravano da anni, per voltarsi verso Mosca. La Russia ha, da allora, promesso di prestare 15 miliardi di dollari all’Ucraina e di ridurre il prezzo del gas che gli vende. Mosca ha tuttavia sospeso questa settimana l’erogazione di questo aiuto. Yulia Timoschenko si è già sentita telefonicamente con Angela Merkel, “che dovrebbe incontrare di persona nei prossimi giorni”, come ha fatto sapere il suo Partito Batkivchina (Patria) il giorno dopo la sua liberazione.

Da sabato scorso, data alla quale è stato destituito ed ha lasciato la capitale per tornare nella sua roccaforte, Dontesk, all’interno del Paese, e denunciare “il colpo di Stato”, Viktor Yanukovich è introvabile. Sabato sera qualcuno affermava che gli era stato impedito di lasciare il Paese. Il suo Partito, il Partito delle Regioni, l’ha mollato, affermando Domenica in un comunicato che era “responsabile degli eventi tragici” e condannando questo “tradimento”. Il suo lussuoso palazzo, non lontano da Kiev, è rimasto aperto tutta la notte tra sabato e Domenica, ed è stato visitato da migliaia di ucraini. Il Parlamento ha votato la sua restituzione allo Stato. Tuttavia l’incertezza regna ancora in Ucraina, divisa e sull’orlo del fallimento, anche se la calma sembra effettivamente essere tornata a Piazza Maidan, dove ora la gente va a piangere i morti e pregare. Domenica mattina, un centinaio di persone si è unita in un coro che intonava l’inno nazionale, la mano sul cuore. I negozi hanno riaperto. La sede del Partito Comunista, alleato del Partito di Yanukovich in Parlamento, è stato saccheggiato dai manifestanti e la facciata del palazzo riempita di scritte diffamatorie (criminali, assassini, schivi di Yanukovich).

La giornata di sabato è stata caratterizzata dalla “fuga” dell’ormai “Presidente screditato Viktor Yanukovich, e dal ritorno dell’ex oppositrice politica ed ex Primo Ministro Yulia Timoschenko, in carcere per “abuso di potere” dal 2011. Il discorso della Timoschenko, pronunciato sabato sera al suo arrivo a Piazza Maiden, è stato declamato  con un sottofondo di ovazioni da parte della folla. L’ex dissidente ha assicurato che “era di ritorno in Ucraina”. Sono passati quasi dieci anni, era il 2004, quando su quella stessa Piazza nasceva la leggenda Timoschenko, in occasione della “Rivoluzione arancione” della quale era stata regista. Dopo le proteste anti-governative degli ultimi tre mesi, dopo i colpi di scena drammatici degli ultimi giorni, dopo le violenze delle ultime ore, il suo ritorno a Maidan era carico di emozione. La frase che ha fatto il giro del mondo “voi siete degli eroi, voi siete i migliori di Ucraina! Quelli che sono morti sono i nostri liberatori. Ci inspireranno, glie eroi non muoiono”, ha galvanizzato la piazza, una piazza che la Timoschenko ha chiesto di non abbandonare, perché “il lavoro non è finito”. Ma il ritorno di questa forte personalità non convince tutti. Prima di essere arrestata, aveva perso molto in popolarità. Molti ucraini la vedono come una personalità corrotta. Sabato, l’ex Primo Ministro ha beneficiato di uno stato di grazia. Domani arriveranno le domande. E sono tante. Oggi la libertà è ancora fragile in Ucraina. La sofferenza e il desiderio di vendetta verranno tenuti sotto controllo? La leadership politica non è ancora salda, l’agenda molto fluida, la crisi economica tragica . Il gas russo le verrà tagliato? Gli eserciti russi stazionano in Crimea, a sud dell’Ucraina, lanceranno un’offensiva con il pretesto che l’unità del Paese sarebbe minacciata?

Gli ucraini pensano di essere capiti dall’Europa. Aspettano dei gesti, più che parole, una vera azione politica ed organizzata da un’Europa che vedono unita contro la dittatura. Per lunghi mesi sicuramente ci sono stati gesti di solidarietà. Ma dispersi e inefficaci. Piazza Maidan insegna. Non dimentichiamo che dietro alla richiesta di libertà degli ucraini, un vera richiesta di aiuto, si gioca una partita geopolitica, tra Russia ed Europa,degna della guerra fredda. Da mesi l’Ucraina si trovava confrontata ad un dilemma di non poco conto: rafforzare i legami economici con l’Europa o rafforzare quelli con la Russia di Vladimir Putin? Bisogna ammettere che l’Ucraina era già molto dipendente dal suo potente vicino: 1/3 del suo commercio estero, gas incluso. L’Ucraina è un importante partner economico della Russia: vale il 5% delle sue esportazioni. Mosca ha poi un altro interesse per “tenere” l’Ucraina nella sua sfera d’influenza. Il Governo russo vuole creare una unione doganale che includerebbe anche Kazakistan e Bielorussia, unione che, in un futuro potrebbe trasformarsi in quella unione economica eurasiatica alla quale la Russia “tiene fortemente” che l’Ucraina partecipi. In effetti, senza la sua presenza la Russia verrebbe “marginalizzata” in Eurasia.

Rimane da vedere ora come ucraini, russi e UE troveranno una via d’uscita a questa crisi geopolitica, che, a questo punto, non può essere risolta solo in Ucraina.

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