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Domenica scorsa i nordcoreani hanno quasi tutti votato per delle elezioni politiche che hanno visto in ogni circoscrizione un solo candidato designato, un meccanismo molto lontano dalla pratica della Democrazia e che permette alle autorità di recensire le defezioni all’estero. Un solo candidato, scelto dal partito unico, che è “autorizzato” a sollecitare il voto in ognuna delle 687 circoscrizioni. Gli elettori non devono scegliere che tra il “si” e il “no” posti sulla scheda elettorale. E gli elettori obbediscono: il tasso di partecipazione rasenta il 100% degli aventi diritto al voto, con un tasso di assenso sui candidati del 100%.

Domenica sera le autorità, attraverso l’agenzia di stampa di Stato KNCA, hanno annunciato che gli elettori avevano votato, ad eccezione di coloro che si trovavano all’estero. Ai i malati e agli infermi, l’urna è stata portata a domicilio. Gli elettori hanno svolto il loro compito sollecitamente: nel primo pomeriggio, la KNCA affermava che il tasso di partecipazione era stato del 91%. I media ufficiali hanno continuamente ricordato il compito di “ogni individuo” di andare a votare, promuovendo la giornata elettorale pubblicando poesie sull’emozione e la felicità. Si tratta del primo “rinnovo” dell’Assemblea suprema del popolo dall’arrivo al potere di Kim Jong-Un dopo la morte di suo padre Kim Jong-Il nel Dicembre del 2011.

Come suo padre prima di lui, Kim si è presentato nella circoscrizione 111, quella del Monte Paektu. La televisione ha mandato in onda i filmati che mostravano centinaia di soldati in fila per depositare la loro scheda elettorale nell’urna, prima di inchinarsi davanti ai ritratti di Kim Il-Sung e Kim Jong-Il. Il Monte Paektu si trova al confine settentrionale della Corea del Nord, vicino alla Cina. E’ considerato sacro dai nordcoreani perché il fondatore del Paese, Kim Il-Sung, padre di Kim Jong-Il, vi aveva stabilito un campo di guerriglia anti-giapponese ai tempi della colonizzazione del Paese da parte del Giappone. La storiografia ufficiale del regime assicura che Kim Jong-Il è nato su quelle montagne nel 1942.

 Le elezioni politiche si svolgono ogni cinque anni e l’Assemblea non si riunisce che una o due volte l’anno, spesso in sessione plenaria della durata di un giorno, per votare il bilancio e confermare le decisioni prese dal Partito del Lavoratori. L’ultima seduta risale al 2013 quando era stato adottato un decreto speciale che ufficializzava lo statuto di potenza nucleare della Corea del Nord. Per gli osservatori stranieri il reale interesse di questo voto  sta nello scoprire la lista finale dei candidati, suscettibile di fornire delle indicazioni preziose sulle grazie e disgrazie in seno al regime dopo la purga ordinata lo scorso anno da Kim Jong-Un. Il leader nordcoreano ha allontanato un certo numero di dirigenti dai posti chiave del potere e fatto giustiziare un certo numero di quadri tra i quali suo zio e mentore, Jong Song-Thaek, ucciso lo scorso Dicembre dopo essere stato accusato di tradimento e corruzione.

Il voto serve anche al regime come censimento popolare,  visto che i funzionari incaricati dell’organizzazione delle elezioni si recano in ogni casa per verificare la presenza, o assenza, degli elettori iscritti: le lezioni sono il mezzo migliore per rivelare la fuga di un nordcoreano in Cina o in Corea del Sud. Kim Jong-Un ha rafforzato il controllo alle frontiere per tentare di limitare le possibilità dei potenziali fuggitivi. Lo scorso anno sono state tuttavia registrati più di 1500 partenze verso la Corea del Sud, via Cina. Per alcuni esiliati però, il censimento elettorale non sarebbe un mezzo infallibile nel permettere a Pyongyang di farsi un’idea precisa sulle defezioni, perché molti responsabili locali preferiscono indubbiamente tacere piuttosto che esporsi a delle sanzioni.

“Novità” scaturita da questa tornata elettorale è l’apparizione di un volto “nuovo” tra gli alti responsabili del regime. La televisione nordcoreana ha ufficializzato il ruolo preminente riservato alla giovane sorella da parte dell’uomo forte del Paese, Kim Jong-Un, nel nuovo organigramma del regime, sconvolto dall’epurazione di qualche mese fa. Kim Yo-Jong, 26 anni, è apparsa Domenica a fianco del fratello. Non si tratta della prima apparizione pubblica della giovane donna. La si era vista nel 2011 durante i funerali del padre, Kim Jong-Il, e in alcune delegazioni che hanno accompagnato Kim Jong-Un nei suoi tour per il Paese. Ma per la prima volta Domenica, in mezzo a molti dignitari politici e militanti, la giovane donna è stata chiamata per nome e presentata come “alto responsabile”.  Secondo gli esperti, Kim Yo-Jong dovrà aiutare il fratello a consolidare la sua influenza sul potere e nel Paese, perpetuando la dinastia dei Kim, unica nella Storia dei regimi di ispirazione socialista. Questo ruolo era stato riservato alla loro zia paterna, Kim Kyong-Hui, moglie del fu mentore caduto in disgrazia. Kim Kyong-Hui sembra sia malata e ricoverata all’estero.

Tra “i chi sale e i chi scende” nelle grazie del leader nordcoreano, c’è la figura di Choe Ryong-Hae, considerato numero due “ufficioso” del regime, dopo la morte di Jang Song-Thaek. E’ riapparso in pubblico il 6 Marzo quando voci di corridoio lo davano come vittima di una purga. Qualche testimone ha affermato che zoppicasse. La stampa nordcoreana aveva in effetti affermato recentemente che Choe era stato arrestato e detenuto presso il Comando di sicurezza militare del Nord. Secondo NK leadership Watch, un sito internet con sede in Corea del Sud e molto seguito per avere informazioni sul Nord, sottolineava che la riapparizione di Choe non fosse incompatibile con un arresto. Possibile, lo abbiamo visto con Jang Song-Thaek, presente fino all’ultimo e rimosso poi con Photoshop.

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