Il Presidente delle Filippine e il leader del principale movimento separatista musulmano hanno firmato giovedì scorso a Manila un accordo di Pace storico che dovrebbe mettere fine a 40 anni di guerriglia, ma che deve ancora superare numerosi ostacoli politici, giudiziari e di ordine pratico prima di entrare in vigore.
La cerimonia ufficiale della firma è il punto di arrivo di lunghi ed estenuanti mesi di negoziati tra il movimento ribelle e i rappresentanti del Governo, sotto l’egida del Presidente Benigno Aqino. Lo scorso Dicembre, i negoziatori del Governo e il Fronte Moro Islamico di Liberazione (MILF), aveva firmato un accordo per la condivisione del potere che apriva la strada all’accordo di Pace finale che deve mettere un punto definitivo all’insurrezione dei ribelli musulmani nel sud che, dal 1970 ad oggi, hanno causato la morte di 150mila persone. In Settembre, alcuni ribelli indipendentisti appartenenti ad un altro gruppo avevano assediato per quattro giorni Zamboanga, una città del sud dell’arcipelago, sull’isola di Mindanao, regione povera e musulmana in un Paese largamente cattolico. Il MILF ha da parte sua promesso di deporre le armi, in cambio della nascita di una Regione autonoma nel sud dell’arcipelago, e precisamente nella Regione di Bangsamoro, in un territorio ad alta densità di musulmani.
I cinque milioni di musulmani filippini (su di una popolazione che si avvicina ai 100milioni) considerano il Sud come loro terra ancestrale, dall’arrivo dei mercanti venuti d’Arabia nel XIII Secolo. Il MILF ha portato avanti strenuamente la lotta per l’indipendenza, prima di accettare la creazione di una Regione autonoma. L’accordo prevede che la Regione autonoma, che rappresenterà il 10% della superficie delle Filippine, disporrà della propria polizia, di un Parlamento regionale e avrà la possibilità di riscuotere le tasse. La difesa rimarrà una prerogativa del Governo centrale. I dirigenti del MILF, sempre secondo l’accordo, saranno a capo di un’autorità provvisoria della Regione, fino allo svolgimento delle elezioni regionali previste per il 2016. Il potere sarà laico. Ma le Filippine non hanno risolto tutti i loro problemi e molti ostacoli politici e giuridici vanno a complicare questo accordo di Pace. Altri gruppi di guerriglieri, tra i quali i Combattenti Islamici per la Libertà del Bangsamoro (BIFF), potrebbero cercare di far vacillare gli accordi perpetrando degli attacchi nel sud. “Continueremo a batterci contro il Governo perché vogliamo l’indipendenza, e nient’altro”, ha dichiarato Abu Missry Mama, portavoce del gruppo all’agenzia francese France-Presse. Inoltre, affinché l’accordo possa entrare in vigore, il Congresso deve votare una “legge fondamentale” quando i dirigenti politici cattolici del Sud, contrari a questo accordo di Pace, che potrebbe marginalizzarli, cercheranno in tutti i modi di respingere questa legge in Parlamento.
Gli oppositori depositeranno anche un ricorso alla Corte Suprema. Un precedente accordo, siglato nel 2008, era stato invalidato dai giudici che ritenevano incostituzionale di porre sotto il controllo del MILF grandi porzioni del territorio nazionale. Questo accordo giudicato “storico”, primo passo verso la pacificazione nazionale, se arriverà a buon fine, creerà un precedente importante per la risoluzione di conflitti interni che flagellano troppi angoli di Mondo.
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