Camera Deputati

Settimana di scelte con nomine nelle aziende pubbliche quali Eni, Enel, Poste, Terna e Finmeccanica.

14 aprile: le Commissioni riunite di Camera e Senato hanno le audizioni per il Def  (Decreto  di economia e finanza) che coinvolgono sindacati, associazioni di dirigenti d’impresa, associazioni imprenditoriali. Alla Camera, discussione in Aula per l’Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’Ambiente e disciplina dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Segue discussione della mozione 1 – 00248 concernente iniziative per la tutela delle vittime di reato e poi discussione della mozione 1- 00216 per la cancellazione della produzione di monete da 1 e 2 cent. In onore dell’Arma dei Carabinieri e del 200esimo anno dell’Arma viene coniata una moneta da due euro.

In serata a Borse chiuse le nomine di tutti i vertici dei grandi gruppi di Stato: Marcegaglia – Descalzi all’Eni, Grieco – Starace all’Enel, Todini – Caio alle Poste,  De Gennaro – Moretti a Finmeccanica, ancora non decisa la nuova squadra per Terna. Tetto lordo agli stipendi per 238.000 euro.

15 aprile: alla Camera è continuato il lavoro, le mozioni e le interrogazioni non terminate il giorno prima. Il Senato ha rinviato a domani mattina 16 la votazione sul voto di scambio, dopo interpellanze. Il Presidente della Repubblica ha festeggiato al Quirinale i nuovi Alfieri della Repubblica.

16 aprile: alla Camera informativa urgente del Ministro dell’Interno sul flusso di migranti verso l’Italia; 19.000 persone non possono morire in mare e, lite della Lega con Alfano. Via libera della Commissione Bilancio della Camera al Def. A seguire la parte di lavori, mozioni e interrogazioni non terminate nella seduta di ieri. Al Senato la Commissione Affari Costituzionali ha respinto due pregiudiziali di costituzionalità e, successivamente in Aula, il voto di scambio politico – mafioso è diventato legge con 191 si, 32 no e 18 astenuti.

17 aprile: alla Camera voto sul Def a partire dalle 16 e al Senato dove c’è stato il disco verde con 156 si, 92 no e 2 astenuti e per lo slittamento del pareggio al 2016, 170 si, 87 no e 1 astenuto. Alla Camera  il rinvio del pareggio del bilancio pubblico ha avuto 373 si, 114 no e 4 astenuti. Una delle motivazioni è sicuramente il pagamento dei debiti della P.A. Principali tagli proposti e al vaglio del Governo: Sanità 2,3 mld di cui 368 ml nel 2014 e 1,5 mld nel 2015, Difesa 1,1 mld, taglio stipendi pubblici 500 ml con 4 fasce e un tetto di 238 ml lordi di società a partecipazione pubblica ma non quotate in Borsa, né alle emittenti strumenti finanziari come le Fs e Poste, Fondo taglia tasse 300 ml, acquisto beni e servizi 700 ml, Presidenza del Consiglio 44 ml, Aci – Pra 60 ml, Regioni 1,6 mld, Patronati 167 ml, Organi costituzionali 166 ml, Cnel 46 ml.

18 aprile: alla Camera discussione del disegno di legge, Conversione in legge del decreto legge 20/03/14 n. 34 recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese. Il presidente Renzi assicura: niente tagli a sanità e insegnanti. In serata CdM illustrato dal Presidente Renzi: Decreto per erogare 80 euro a partire da maggio per i redditi dei lavoratori come misura strutturale, che valgono 6,9 mld per il 2014 e 14 mld per il 2015. Mancano, ma verranno presi quanto prima interventi per incapienti e partite Iva. Inoltre  strutturale è il taglio delle spese per 6,9 mld con fondi anche da Iva, banche e lotta all’evasione; caleranno le imposte per le imprese, riduzione dell’Irap del 10% attraverso misure strutturali: entro aprile la P.A., entro maggio riforma Senato ed entro l’estate la legge elettorale. Sfoltite le aziende municipalizzate da 8000 a 1000 ( di cui 70 solo a Roma), abolite le tariffe postali agevolate per i candidati. Solo 5 auto blu per Ministero, con sottosegretari e direttori generali che andranno a piedi o con i mezzi pubblici al lavoro. Almeno 400 ml di tagli alla Difesa (Diminuzione di F35) e 150 da Rai dalla riorganizzazione. Inoltre tetto di 240 mila euro lordi annui, compreso il Presidente della Corte costituzionale, per i manager pubblici di aziende non quotate in Borsa, o emittenti strumenti finanziari come Fs e Poste. Compenso Presidente della Repubblica 238.000 euro lordi ma meno 22% (185. 640 massimo l’anno prossimo) e poi riduzioni del 54 e del 60% negli anni successivi.

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