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Le energie rinnovabili sono da molto tempo un capitolo importante non solo a livello Europeo ma anche e sopratutto in ambito Nazionale.

Le 3 P e cioè People, Planet, Profit, sono rappresentate e integrate in un sistema equilibrato per rispondente alle sempre maggiori richieste di rispetto dell’ambiente.

In questa nuova ottica di visione il rispetto dell’ambiente diventa anche il propulsore per promuovere nuove forme anche di economia, di investimenti e risposte alla crisi devastante che ha coinvolto in mondo imprenditoriale e industriale.

Determinare una “mutazione” o “passaggio” verso un’economia sostenibile ed efficiente nell’uso delle risorse naturali potrebbe porre in essere effetti positivi nell’economia  tanto da generare complesse trasformazioni nel “mercato del lavoro ” e nella vita dei cittadini: dalle nuove competenze professionali che deriverebbero da tali scelte, alla messa in campo di politiche integrate d’investimento in formazione professionale soggettive e innovazione tecnologica, nuove idee che si materializzano in progetti di mercato.
Non a caso l’indirizzo del Consiglio Europeo di Bruxelles, nel 2007, fu quello di determinare obiettivi vincolanti al 2020 sulla produzione delle fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni di gas serra, così come la puntualizzazione di una serie di obiettivi specifici in materia di efficienza energetica, ha posto in essere una svolta importante nella programmazione  a favore della sostenibilità ambientale del sistema energetico.
Indubbiamente le scelte del 2007, di ” forzare gli indirizzi nazionali ” nel settore energetico non sono dettate solo da ragioni “ambientali” , ma anche da ragioni di “ordine economico”, a conferma di ciò  la  Comunicazione della Commissione Europea COM/2011/0112: “A Roadmap for moving to a competitive low carbon economy in 2050”, approvata a marzo 2011, sottolinea e ribadisce il concetto della necessità di coniugare “progresso economico e tutela dell’ambiente”, confermando la   “competitività ”  come elemento caratterizzante del sistema economico, offrendo opportunità di crescita non solo nel breve, ma soprattutto nel lungo periodo, perché promotore di idee e di sviluppo, come sottolineato da numerosi esperti del settore e dalle loro pubblicazioni.”

Un sistema a livello teorico questo dell Economia sostenibile che se applicato nelle “giuste forme”  alle esigenze specifiche del territorio o del mare, e alle necessità a cui deve rispondere, può essere promotore di economia, ma  non vi é dubbio che allo stesso tempo se usate come strumenti di “speculazione economica”, possono diventare “devastanti” per un territorio. 
Per questo alle amministrazioni  regionali che devono recepire le normative europee nel momento dell’indirizzo politico viene attribuito un ruolo fondamentale, perché scelte poco lungimiranti possono indebolire un territorio invece che valorizzarlo.

Sopratutto in riferimento alla scelta dei siti dove collocare le energie rinnovabili, diverse nelle forme dall eolico, al fotovoltaico alle biomasse, che mai in questi ultimi anni stanno determinando una serie di contestazioni mobilitando interi comuni.

Paradossalmente quindi strumenti utilizzati per produrre energia così detta pulita, nel senso di un impatto minimo rispetto alla forma tradizionale, se mal integrato nell’ambiente diviene elemento di disturbo.

Di premesse sbagliate sembrerebbe essere stata caratterizzata la regione Marche negli ultimi tre anni.
Un susseguirsi di atti  non rispettosi delle normative  europee e nazionali che in questi giorni si sono palesati in maniera nefasta .

Una vicenda che caratterizza  da tre anni la vita politica di un intera regione e comuni  coinvolti da Dgr non rispettose delle norme europee.

In cui per velocizzare i tempi di installazione, per ottenere entro il 31 dicembre i finanziamenti europei, si concedeva attraverso un escamotage di installare le centrali Biogas senza passare attraverso il procedimento di VIA ( valutazione impatto ambientale ) e di VAS, che forse se fossero stati applicati non avrebbero visto l’installazione di molte delle centrali risultate oggi a seguito dei ricorsi ,illegittimi.

Un braccio di ferro tra normative comunitarie e dgr regionali in contrasto.La questione del biogas nelle Marche che da molti è stata descritta semplicemente come una mera battaglia ambientale, in cui nessuno voleva nel proprio territorio un progetto, giustificandolo come un atteggiamento meramente Campanilistico, in realtà nasconde una questione molto più importante: il 
principio della legalità e della certezza del diritto. Principio cardine, che permette a tutti di partire dalle stesse premesse e con gli stessi diritti e doveri.

Per cercare dunque , di limitare gli impatti del mancato recepimento delle normative europee da parte della Regione Marche i cittadini che si sono sentiti lesi nei propri diritti, si sono costituiti in comitati per la tutela del territorio e insieme ad alcuni politici ( anche noi ) nelle sedi opportune, politiche e legali ,hanno manifestato ogni atto possibile per cercare di ristabilire un ordine negato.
Laddove la politica fallisce la magistratura viene in salvo.

Mentre la questione sembrava essersi conclusa dopo la risposta della CORTE COSTITUZIONALE  con SENTENZA n’93/13 , 
con cui si chiedeva alla regione Marche di rendere conforme la normativa della regione  alle direttive nazionali e comunitarie laddove non era stata rispettata la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale  conosciuta come VIA  ( quindi in violazione di legge ) rispetto alle autorizzazioni rilasciate senza screening,  e di tenere conto anche delle aree non idonee per installazioni  da CR 62 del 2013 e DGR 1191/2012, attraverso  un atto cosi detto “annullamento in autotutela”  per i procedimenti in violazione di legge  
della direttiva comunitaria 92/11 UE, attraverso l’applicazione del DLG 4/2008 art 4 26 e 29  grazie al quale si stabilisce  che le autorizzazioni  SENZA VIA  sono ANNULLABILI ,  Il 16 dicembre in “sordina” e nel silenzio più totale si apprende che la giunta regionale si riunisce per discutere un DRG 1682\2013:una proposta  da far approvare successivamente alla giunta, 
attraverso la quale la giunta Spacca, (PD) porrebbe in essere una sorta di RINNOVO consentendo un VIA POSTUMO alle centrali installate in violazione di legge.

Una sorta di “condono” della regione Marche ( PD) delle procedure in violazione di legge 

Tutto ciò nonostante il quadro normativo  stabilisca con chiara lucidità, senza ombre di interpretazione alcuna, che la VIA  è ” una valutazione che deve essere effettuata PRIMA  per poi eventualmente ottenere le autorizzazioni “
Si potrebbe fare un esempio semplicissimo: è come chiedere di costruire prima un edificio ad un muratore e poi farsi rilasciare  da un ingegnere il disegno del progetto!
Da non sottovalutare in ultimo  la parte relativa al rinnovo in cui verrebbe consentita ” l’applicazione della normativa vigente al momento del primo rilascio (che ricordiamo era in violazione di legge) concessa senza la verifica di assoggettabilità .

Legalità venuta meno nel momento in cui attraverso degli  “escamotage” , si è cercato di evitare le procedure richieste dalla Normativa della comunità europea, e poi successivamente nazionale integrata.
Queste premesse inevitabilmente hanno “facilitato” a livello pratico alcuni piuttosto che altri, da qui la MEGA INDAGINE che ha visto già 13 avvisi di garanzia in regione Marche, alcuni mesi fa e che il 18 luglio è terminata, grazie alle indagini della guardia di finanza e della Procura della Repubblica di Ancona dopo mesi e mesi di indagini si é chiusa con 20 persone tra dirigenti e funzionari pubblici regionali, trasformando la vicenda in  una “maxi inchiesta regionale” ,reati contestati GRAVISSIMI : concussione; corruzione, abuso d’ufficio, falsità ideologica, truffa ai danni dello Stato, nonché illeciti urbanistici ed ambientali.
Disposti  sequestri per 10 milioni di euro: 9 milioni di incentivi conseguiti illecitamente, e un milione di utilità ottenute presumibilmente dai funzionari pubblici.

A rendere ancora più paradossale arriva il Presidente del Consiglio Renzi (PD)  che concede una Ciambella di Salvataggio al governatore Spacca (PD) per evitare ulteriori danni causati  delle scelte regionali, attraverso l’inserimento un articolo nel DL agricoltura  che prevede la figura del  “VIA  postumo”, i cui effetti sarebbero stati quelli di rendere lecite e operative le 
centrali dichiarate illegittime dai ricorsi al TAR .

Venerdi 18 luglio dopo la conclusione delle indagini della guardia di finanza in regione Marche, vede oggi in SENATO  un clamoroso CAMBIO DI ROTTA ,tanto che si sta votando  l’ipotesi di eliminare l’articolo che inseriva il via postumo, anche su proposta di alcuni politici del Pd nazionale, probabilmente ravvedutosi.

Al vaglio  di tale situazione,  doverosa è una valutazione della vicenda, da parte dei protagonisti e dei cittadini, basata su un  onestà intellettuale, che preveda una soluzione giusta, senza figli o figliastri, uno scatto di orgoglio della buona politica che sappia operare per rimettere a posto le cose sfuggite di mano a troppi soggetti.
In un momento in cui la politica sembra essere la causa dei mail e la contestazione non è più la panacea per rimediare agli errori, trovare una soluzione concreta nel rispetto delle leggi, e della salvaguardia dei cittadini e degli imprenditori onesti, dovrebbe tornare ad essere l’obbiettivo primario.

Le energie rinnovabili, frutto della così detta green Economy sono strumenti che se ben gestiti rappresenterebbero delle risorse non solo vantaggiose nell’economia ma anche all’ambiente, a patto che vengano rispettati i principi per cui sono stai introdotti, Principi chiari e semplici.
Tornare a chiedere l ovvio, e cioè indirizzare la Green Economy verso il concetto,  dopo la sentenza della corte costituzionale, dopo l’inchiesta della guardia di finanza e della procura della Repubblica Italiana dovrebbe far riflettere gli amministratori, e ricordarsi il ruolo per cui sono stati votati dalla collettività .

Questa battaglia mi ha visto in prima linea, nel mio comune e in regione, fin da tempi non sospetti. Un periodo duro politicamente perché inizialmente sembrava essere una problematica insormontabile, con molti ostacoli da superare e ostruzionismo, un capitolo che ancora non si è concluso, ( nel mio comune ) ma che vede uno spiraglio di risoluzione all’orizzonte. Perché dove la politica sbaglia e per rimediare ad un errore sbagliato nel peggiore dei modi, la giustizia amministrativa ed europea interviene e tampona.

Attualmente in Commissione Ambiente al Senato è stato approvato all’unanimità, un emendamento che riscrive totalmente il testo dell’ Art. 15 del Decreto Legge 91/2014   ELIMINANDO il famigerato comma 4 cosiddetto “salva biogas”. 
Lo rende noto il sen. Mario Morgoni. Anche il Governo “ha dato parere favorevole” a un atto “necessario per fare chiarezza sulla materia, specialmente dopo l’inchiesta della magistratura”.
Rappresentando di fatto un passo indietro del PD, che prima aveva proposto il Via postuma come soluzione di salvataggio di un errore della Giunta REGINALE e dopo l’inchiesta propone un emendamento per annullare ciò che pochi mesi fa avevano proposto.

Certamente questo rappresenterà un capitolo nero per la regione Marche e la politica, che nessuno avrebbe mai voluto che si verificasse.
Una battaglia che ci ha portato ad avere ragione, ma dal sapore e dal retrogusto amaro perché si reclama la ragione a distanza di tempo su una vicenda poco gratificante, verificatosi in un territorio che si ama.
Speriamo di tornare ad essere orgogliosi delle classi dirigenti future,  e che la politica torni ad essere uno strumento di risoluzione delle problematiche delle persone e delle comunità, che i politici eletti  tornino a vivere la politica come “spirito di servizio” per la società che sono chiamati a governare, e non viverla come mero strumento di potere.

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