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Settimana all’insegna della stabilità quella appena conclusa, contraddistinta dalla bassissima operatività statunitense, data la ricorrenza, nel giorno di giovedi, del thanksgiving day(giorno del ringraziamento), che ha fermato la piazza di New York anche per il giorno successivo, visto che il day after prevede la apertura dei mercati solo per la prima metà della giornata. Si intuisce come gli scambi siano ridotti quando a mancare all’appello è il contributo della piazza finanziaria più importante al mondo.

Andando ad analizzare i dati pubblicati, in Europa è stata la settimana della Germania, che nella giornata di lunedi ha mostrato i muscoli rivedendo il dato atteso sull’indice IFO(fiducia delle aziende) al rialzo, a 104,7, contro le attese che si attestavano a 103. Nella giornata di martedi, sempre sul versante tedesco, si è notato un pil in sostanziale tenuta sia su base trimestrale che annuale, allo 0,1% il primo all’1,2% il secondo, come da attese. Nel pomeriggio è stato il gigante USA a pubblicare il dato sul pil, rivedendolo al 3,9% dal 3,5% previsto, mentre sul fronte della fiducia dei consumatori il dato è stato leggermente al di sotto delle attese, come al di sotto sono stati i dati pubblicati nella giornata di mercoledì sulle vendite di nuove abitazioni e sul mercato immobiliare in generale. Anche l’Inghilterra ha pubblicato il dato sulla produzione, che ha rispettato le attese sia su base annuale(3%) che trimestrale(0,7%).

Nelle giornate di giovedì e venerdì sempre la Germania l’ha fatta da protagonista, pubblicando dati positivi sul fronte della disoccupazione, che ha fatto segnare un arretramento di 14000 unita contro le 1000 previste, e facendo segnalare un record negativo per il tasso di disoccupazione, rivisto al 6,6% contro attese del 6,7%, miglior dato dal 2007.

Nella giornata di venerdì, conclusiva dell’ottava, il dato fondamentale è stato quello sul fronte dei prezzi nella zona euro, che ha visto un tasso, come da previsioni, in crescita dello 0,3%. Questo dato è tuttora l’unico che può smuovere la BCE a varare, senza ulteriori prese di tempo, il famoso QE.

Insomma, una settimana di sostanziale calma sia sul fronte dei tassi di cambio che su quello dei mercati azionari, che infatti hanno allungato un pochino, facendo segnare nuovi massimi agli indici americani. Anche sul fronte dello spread, in ulteriore riduzione, la calma sembra regnare sovrana.

Ci troviamo di fronte a mercati che si muovono  molto sulle notizie e poco sulle tendenze,  e questa settimana ne è assolutamente la  testimonianza.

No news, no party.

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