LucaPezzini

Se c’è una qualità che contraddistingue il rugby rispetto agli altri sport, che affascina anche coloro che ne rimangono indifferenti alle modalità di gioco e ai risultati, è “quell’apparente disordine, quel caos”, che in realtà “altro non è che ordine in divenire, ordine dinamico. Un’orchestra di corpi che gira sul terreno di gioco e si accorda allo spartito che il campo e l’avversario impongono”. Queste le belle ed efficaci parole di Marco Tilesi e Manfredi Maria Giffone nel loro libro “Elogio del rugby – Sport degli ultimi guerrieri”, edito nel 2005 dalla Castelvecchi Editore.

A riguardo, è opportuno premettere che non esiste soltanto una forma di rugby, ma vi sono alcune varianti, tutte di pari valore, a partire dal più famoso Rugby a XV, proseguendo con quello a XIII, a IX o a VII, a seconda del numero dei giocatori che compongono la squadra. Per non parlare poi del Touch Rugby e del Beach Rugby. Insomma, uno sport estremamente flessibile, ma sempre permeato dallo spirito coraggioso ed elegante che contraddistinse lo studente William Webb Ellis, al quale la leggenda attribuisce la nascita di questo meraviglioso sport, nel lontano 1823, a Rugby, in Inghilterra. 

Ne parliamo con Luca Pezzini, dirigente della F.I.R – Federazione Italiana Rugby.

Come definire il rugby in poche parole?

Beh, per citare una frase celebre “il rugby è una partita di scacchi giocata su un prato”!

Lo stato di salute del rugby in Italia?

Stiamo lavorando molto con dei progetti che hanno la finalità di formare atleti per l’alto livello. Un lavoro lungo che è destinato a raggiungere i risultati sperati.

E’ in corso l’edizione 2015 del più importante torneo europeo di rugby, di cui l’Italia fa parte dal 2000: il 6 Nazioni. Come si sta comportando la Nazionale italiana?

Nelle prime due partite non abbiamo sfigurato contro le due pretendenti al titolo. Sabato scorso ci siamo tolti la soddisfazione di vincere in Scozia. Ora attendiamo davanti al nostro fantastico pubblico dell’Olimpico i “cugini” francesi ed il Galles. 

Il Times ha recentemente messo in discussione la permanenza dell’Italia nel 6 Nazioni, considerate le difficoltà della nostra Nazionale nell’affrontare rivali come l’Inghilterra, l’Irlanda, la Francia, il Galles e la Scozia. Un commento a riguardo?

Credo che con la vittoria in Scozia abbiamo risposto sul campo e penso sia stata la risposta migliore a considerazioni campate in aria.

Una descrizione dello spirito ineguagliabile che contraddistingue il terzo tempo, ossia del festeggiare insieme, vincitori e sconfitti, giocatori e tifosi, al termine di un incontro di rugby. Sicuramente è lo spirito del rugby ! Nella palla ovale in campo è battaglia, dura, corretta. Poi ci si ritrova davanti ad una pinta di birra e gli scontri sul campo diventano pacche sulle spalle e abbracci!

Tornando alle questioni locali, che sensibilità c’è da parte delle nuove generazioni nel praticare il rugby a livello giovanile?

E’ più di una decina d’anni che il numero di praticanti è crescente sin dalle categorie dei più piccoli. Sicuramente ciò è dovuto al fortissimo impatto mediatico che il nostro sport ha da quando nel 2000 siamo entrati nel “Six Nations”, ma è anche frutto del capillare lavoro svolto dai nostri tecnici nelle scuole che godono di progetti ad hoc.

Infine, una domanda sulla situazione del rugby romano, considerato una delle piazze più importanti per questo sport, anche se con particolari criticità, soprattutto se confrontato con realtà virtuose come quella veneta. Addirittura abbiamo assistito, nel 2011, allo scioglimento del glorioso Rugby Roma Olimpic, vincitore di 5 scudetti e 2 Coppe Italia. Qual è la situazione oggi?

Roma è una piazza difficile, ma il rugby romano è abbastanza in salute: la “Lazio Rugby 1927”milita da diversi anni e stabilmente nel massimo campionato, in “Eccellenza” ci sono anche le Fiamme Oro che pur essendo la squadra della Polizia di Stato ha base a Roma. La Urc (Unione Rugby Capitolina), dopo essere retrocessa lo scorso anno, primeggia in Sere A. E poi i vivai contano numeri’ altissimi! Certo se ci fossero più strutture …

Ringraziamo Luca Pezzini e la FIR per la cordialità e la pazienza nel rispondere alle nostre domande. Non ci resta che goderci le prossime partite del 6 nazioni 2015, che si concluderà il 21 marzo prossimo, lasciandoci trascinare dallo spirito coinvolgente del rugby. Anche perché: “provaci tu a fermare un treno in corsa”.

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