Le energie rinnovabili rappresentano senza ombre di dubbio delle valide alternative alle fonti di energia nucleari che tanto non piacciono alla maggioranza degli italiani che più volte si sono espressi attraverso i referendum.
Da tali scelte le amministrazioni sono chiamate a scegliere le energie alternative, fotovoltaico, eolico, e biogas, da installare nei vari siti territoriali.
La questione Matelicese, é di particolare interesse, non solo perché , il territorio gode di particolari prodotti che si ha l obbligo di tutelare, perché caratterizzano e rendono unico il territorio, ma anche perché é stata gestita da parte dell’amministrazione Regionale nel più totale riserbo, mettendo la cittadinanza difronte al fatto compiuto, venendo meno anche ai protocolli di scelta. (protoccoli da concordare tra regione comune e cittadini secondo le normative europee) Infatti le normative a livello comunitario e quelle locali prevedono una partecipazione anche dei cittadini interessati alla scelta delle stesse sul territorio interessato. Spesso però capita che le amministratori decidano l’una o l altra fonte di energia in modo autonomo e renda nota la scelta, a giochi fatti, tanto da far giustificare l’atto da parte dell’assessore ( Catena) competente con un ” mi scuso con la collettività Matelicese ma a me sembrava una buona idea”. Tale vicenda ha inasprito una buona percentuale della collettività che non ha prima gradito il modus operandi , e in secondo luogo non gradisce che il progetto della centrale a biogas sia installata in un territorio che ha da tutelare una serie di prodotti tipici locali, che rendono unico e rappresentano tale comune.
La domanda proveniente da una cooperativa di altra provincia, presentata in Regione, vede l installazione di una centrale biogas da 1 kw in un terreno privato di cui parte del terreno sottoposto a vincolo ambientale,e adiacente al depuratore comunale dell’acqua.
Le problematiche che rappresentano la vicenda riguarderebbe fondamentalmente 6 punti:
- il territorio Matelicese é caratterizzato dalla produzione di uve particolari per la produzione del verdicchio d.o.c.
Primo riconosciuto nelle marche come d.o.c. Che verrebbero messe a rischio sia a livello qualitativo, che dalla presunta riconversione dei terreni per la produzione di mais necessario alla combustione per la centrale.
- Il terreno privato per l’installazione della centrale prevede la richiesta da parte del comune di annullare il vincolo ambientale per costruire la centrale, su 100 metri circa che servirebbero nel progetto.
- La centrale sarà ubicata adiacente al depuratore dell’acquedotto comunale che potrebbe essere messo a rischio da infiltrazioni delle sostanze tipiche prodotte dalle centrali.
- La grandezza della centrale.
I kw scelti avrebbe un impatto ambientale troppo elevato per un paese di undici mila abitanti. Perchè inevitabilmente vedrebbe tutti i suoi terreni impegnati per la produzione di mais. Colture così dette dedicate richieste dalla legge.
- I 70 km scelti per l’utilizzo della centrale determinerebbe che tale impianto venga usato da tutta la regione e non solo, dando vita ad un forte aumento del traffico .Quindi inquinante.
- i concimi prodotti dalla centrale che devono per legge essere riutilizzati nel comune, essendo troppo elevati rispetto alla grandezza del comune determinerebbero un danno ambientale, noto é che troppo concime a lungo andare rende sterile il terreno.
In conclusione, la collettività ribadisce che non sono contrarie al progetto delle centrale biogas ma non dalle dimensioni così elevate che determinerebbero un impatto ambientale disastroso.
