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Roma. Viale Europa. Una strada alberata nel cuore dell’Eur, quartiere a sud del centro di Roma, ormai da molti ritenuto come il Financial District della Capitale.

Viale Europa è, da sempre, una delle strade dello shopping di qualità. Per fare un paragone, se si esclude il centro storico, nell’immaginario dei cittadini romani Via Cola di Rienzo, nel rione Prati, e Viale Europa sono i luoghi dove poter passeggiare in tranquillità, ammirando vetrine eleganti e togliendosi qualche soddisfazione negli acquisti. 

Almeno così era una volta.

Oggi l’Eur, come tutta Roma, è interessata da uno stato di degrado preoccupante, come dalla sempre minore sicurezza e da un’assenza di regole che percepisce pienamente anche chi, per la prima volta, mette piede da queste parti. Provate a passeggiare a Viale Europa, con i larghi marciapiedi ridotti a spazi stretti, per la presenza di ambulanti e abusivi, e pericolosi per i pedoni, vista la selva di buche. Provate a lasciare l’auto nei dintorni e sarete assaltati dai soliti parcheggiatori non autorizzati. La notte, poi, la zona diventa uno dei luoghi prediletti dalla prostituzione.

Vedere ridotto in queste condizioni un complesso urbanistico senza eguali, su cui svettano monumenti di pregio come la Basilica dei Santi Pietro e Paolo, il Palazzo dei Congressi e il Palazzo della Civiltà Italiana (il celebre “Colosseo quadrato”), rischia di sfiduciare chiunque. Figuriamoci chi qui vive e lavora quotidianamente. 

Per comprendere meglio la situazione, ne parliamo con Massimo Cinti, Presidente dell’Associazione Commercianti di Viale Europa, nata nel 2009 e capace di raggruppare una ventina di commercianti del posto. La sua enoteca dall’elegante ingresso in legno, “Le sommelier”, nata nel 1954, è un punto di riferimento storico per i romani.

Qual è la situazione oggi a Viale Europa?

La situazione è sotto gli occhi di tutti. Il quartiere è al massimo degrado e la gente è sfiduciata, perché le proteste dell’associazione, come dei singoli residenti e commercianti, rimangono inascoltate. Una volta Viale Europa era considerata, insieme a Via Condotti e a Via Cola di Rienzo, la via dello shopping più bella di Roma. Ora della strada è rimasto soltanto il nome. 

Quali sono le maggiori criticità?

Le maggiori criticità, perché ce ne sono tante, possono essere elencate nei seguenti punti:

  1. Degrado: siamo allo stato dell’abbandono. Pulizia e manutenzione sono inesistenti. Buche ed erbacce ovunque, al punto che camminare è diventato pericoloso. Quel po’ di pulizia è dovuto a noi commercianti, nello sforzo costante di mantenere la strada in condizioni decorose, ma così non si può andare avanti
  2. Ambulantato: ci sono bancarelle e teli ovunque. Vendono ogni genere di cosa, dalle borse ai cd fino agli accessori per i telefoni, piazzandosi davanti ai nostri negozi. Noi paghiamo tasse in quantità, compresa quella “sull’ombra” (viene pagata perché una tenda installata e aperta invade il suolo pubblico), e siamo circondati da queste attività, la cui regolarità abbiamo sempre contestato, senza avere risposte
  3. Sicurezza: per ridare un po’ di sicurezza alla zona, visti gli scippi e le rapine, abbiamo chiesto, tempo fa, l’installazione di telecamere. Non se ne è fatto niente. Mancano i soldi, ci hanno detto. Unica soluzione? Installarle a spese nostre, ma il settore è in crisi e non possiamo sempre accollarci le spese perché la pubblica amministrazione ha bilanci disastrati
  4. Prostituzione: la notte, qui, alla fine di Viale Europa, risalendo Viale Tupini fino ad arrivare ai piedi del Palazzo della Civiltà Italiana, è un mare di prostitute. Nonostante il cartello con il divieto di passaggio per i non residenti, è un via vai continuo, perché non c’è nessuno che controlla;
  5. Tecnologia: come per le telecamere, ma in questo caso per migliorare il servizio all’utenza, avevamo chiesto l’installazione di dispositivi wi-fi su Viale Europa per consentire a tutti un accesso free a internet. Anche qui non abbiamo avuto risposte. Eppure, una via importante come la nostra, in un quartiere importante come l’Eur, dovrebbe essere sicuro, fruibile ed efficiente anche dal punto di vista tecnologico.
  6. Sfiducia: la situazione è tale che, anche dal punto di vista psicologico, chi vive in zona ha maturato un certo pessimismo, in alcuni casi anche egoistico. Come associazione, lo ripeto, le abbiamo provate tutte. Anzi, le stiamo provando tutte, per rivalorizzare la zona, perché noi non desistiamo. Alcuni colleghi, però, non ci seguono più e pensano soltanto alla propria attività, perché vedono che i tentativi sono stati vani. 

Dunque, quale è stata, fino ad oggi, la risposta della politica e degli organi competenti?

Come detto prima, assolutamente deludente, Da destra a sinistra ti seguono soltanto quando ci sono le elezioni e fanno promesse fino al momento dell’insediamento. Dopo si dimenticano delle necessità dei cittadini. C’è sicuramente un problema di bilancio, che influisce sul mancato riscontro della politica alle nostre istanze. Mancano i fondi, come manca la volontà.

Cosa resta della Grande Bellezza dell’Eur, ammirata nel film di Paolo Sorrentino? Anche per questo quartiere, come per il resto di Roma, si ha la forte percezione che il capolavoro del regista napoletano abbia rappresentato, dal punto di vista estetico, una città che nel quotidiano non esiste e che noi tutti vorremmo vivere. Viale Europa non sfugge dal dramma in cui è piombata la Città eterna. Il modo di fare politica a Roma e le voragini nei bilanci di tutti gli enti prossimi al cittadino romano, ovvero Comune, Municipio e aziende municipalizzate, hanno portato a questo risultato: il disastro di una città raccontato in questi giorni anche dal New York Times.

La testimonianza di Massimo Cinti, come anche degli altri commercianti di Viale Europa con cui il Partito Liberale Italiano si sta interfacciando, deve essere un punto di riferimento fondamentale per chi vuole fare una politica seria, onesta ed efficace sul territorio. Gli altri partiti hanno dimostrato di non essere all’altezza della situazione. Se il comune fosse un’impresa privata, gli amministratori sarebbero stati già cacciati. E li avrebbero cacciati i soci, assimilabili, nella res pubblica, ai cittadini.

E’ evidente che questo sistema non funziona. Che un commerciante sia costretto a pulire da solo il marciapiede prospiciente la propria attività e che debba pagare fior di tasse, come l’occupazione di suolo pubblico e quella “sull’ombra”, è uno scandalo di fronte al quale bisogna gridare giustizia. Non solo pago le tasse, ma devo risolvere da solo un servizio che l’azienda municipalizzata non è in grado di svolgere? Almeno, che mi venga ridotta la tassa sulla nettezza urbana, visto il “self-service”.

Le problematiche emerse dal confronto con l’Associazione Commercianti di Viale Europa, comunque, conferma la bontà delle iniziative del PLI: progetti come la regolamentazione della prostituzione, il Decoro Liberale e l’imminente iniziativa “Stop Sprechi di Stato”, per fare alcuni esempi, sono valide risposte, da integrare necessariamente con ulteriori soluzioni alle giuste lamentele della cittadinanza romana e, più in generale, italiana.

Sta ai liberali impegnarsi per far cancellare le criticità sopra elencate, senza alcuna demagogia, ma semplicemente facendo politica seria. Si deve sempre partire dal presupposto che le tasse vanno pagate per avere dei servizi efficienti e, se il pubblico non è in grado di svolgere questi servizi, va delegato il privato, che da sempre ha dimostrato di aver maggiori capacità.

Come dice Massimo Cinti: “Per noi è sufficiente vedere garantiti i nostri diritti, così come noi garantiamo con la nostra professionalità e la nostra serietà prodotti e servizi ai clienti”.

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