In pochi se ne sono accorti, eppure il 12 ottobre 2015 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, organismo indipendente istituito nel 1990 per la tutela della concorrenza, del mercato e del consumatore, ha comunicato la nascita dello “Sportello Antitrust”.
Ovviamente noi liberali non possiamo che gioire di questa iniziativa, visto che, in economia, teniamo con particolare riguardo a tutte le forme volte a difendere e promuovere il libero mercato e l’autonomia di scelta del consumatore.
E’ opportuno premettere che la disciplina antitrust è figlia di una brillantissima idea dei Repubblicani americani, in particolar modo del senatore John Sherman, autore nel lontano 1890 dello Sherman Antitrust Act, firmato dal Presidente Benjamin Harrison e applicata con vigore dal successore Theodore Roosevelt.
I benefici prodotti da tale materia a livello giuridico ed economico ne hanno determinato un progressivo rafforzamento nei paesi a tradizione anglosassone. Finalmente, anche se con grave ritardo, persino in Italia, permettete l’ironia, si può godere della sua applicazione, grazie alla Legge 287/1990.
La presenza di un ente amministrativo come l’Antitrust, nome con cui è conosciuta l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (nota altresì con l’acronimo AGCM), rappresenta uno strumento di garanzia indispensabile, perché difende il mercato interno da abusi di posizione dominante e salva l’economia da concentrazioni potenzialmente pericolose e tali da determinare i tanto temibili oligopoli e monopoli.
Il consumatore è, quindi, sempre più o meno direttamente tutelato, perché vengono sanzionate quelle imprese che, dimenticando i fondamentali precetti dell’economista Philip Kotler, abbandonano il “Collaborative Marketing” e non ascoltano più la voce, le esigenze e le aspettative dei clienti.
Ronald Reagan disse che “I consumatori, cercando la qualità e il valore, fissano gli standard di accettabilità dei prodotti e dei servizi, esprimendo un’opinione a suon di dollari”. Quando chi offre un prodotto o un servizio si sofferma soltanto sull’ultimo concetto espresso dal grande presidente americano, quello dei dollari (o euro, sterline, ecc.), calpestando criteri fondamentali come la qualità e il valore, è giusto che intervenga qualcuno a sanzionare il malfattore.
E l’Antitrust, in questi anni, ha sanzionato e tanto. Forse in alcuni casi non avrebbe dovuto. In altri sarebbe stato opportuno un suo intervento. In generale, i benefici della sua azione sono stati evidenti.
Mancava, comunque, uno strumento di tutela del consumatore di tipo diretto e, finalmente, da qualche giorno possiamo usufruirne in quanto già operativo nel nostro paese.
Tramite lo “Sportello Antitrust”, infatti, un singolo cittadino può in prima persona inviare segnalazioni, scritte o vocali, accedendo semplicemente alla home page dell’autorità (www.agcm.it): in alto a destra, si può scegliere la modalità di segnalazione, compreso twitter, e l’istituto di Piazza Verdi si attiva per verificare la fondatezza della richiesta ed intervenire.
A chi legge quest’articolo non deve sfuggire la forza dell’Antitrust. Il suo potere sanzionatorio è temuto da imprese ed enti non rispettosi delle regole, anche più delle conseguenze di un ricorso espletato tramite le vie legali.
Vista l’importante novità, di cui sicuramente in pochi parleranno, su Rivoluzione Liberale non potevamo non condividere con i lettori una rara conquista liberale in un paese, come l’Italia, sempre più veicolato verso il baratro della demagogia. Probabilmente saremo sempre meno liberi politicamente, ma dal punto di vista economico abbiamo qualche garanzia in più.
