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Legioni di imbecilli. Così si esprime Umberto Eco a proposito di alcuni “utilizzatori” del web. Ecco, testualmente, le sue parole: “I social permettono alle persone di restare in contatto tra loro, ma danno anche diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino e ora hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”. Ad onor del vero, c’è da aggiungere che questa crudele definizione va inserita nel contesto del suo discorso, che affronta il tema dei doveri della scuola rispetto all’immensità delle informazioni che sono diffuse sulla rete. Infatti Eco si sofferma sul fatto che“il grande problema della scuola oggi è insegnare ai ragazzi come filtrare le informazioni di Internet. Anche i professori sono neofiti di fronte a questo strumento”.

Senza dilungarsi sulla provocazione di Eco, bisogna sottolineare che le sue affermazioni, a prima vista, possono sembrare illiberali.

Infatti c’è da considerare, prioritariamente, che il web ha ed offre i vantaggi della libertà di parola, che è alla base del pensiero liberale. La libertà di parola, infatti, è fondamentale nei sistemi democratici. Una libertà piena e senza limiti se non quelli che già Platone indicava a proposito della  parresia, quella veritiera ancorché sapiente e costruttiva   da distinguere dalla parresia falsa. Ai tempi della globalizzazione, l’agorà non è più quella circoscritta all’interno della polis greca. Ecco perché il web è da considerare come strumento fortemente innovativo sia sotto il profilo della partecipazione che del coinvolgimento nell’agorà, che è di ventata di dimensione planetaria.

Senza enfatizzazioni, bisogna tenere presente che il web è la seconda rivoluzione culturale, sotto il profilo della diffusione della cultura, dopo la tecnica di stampa inventata, nel mondo occidentale, da Gutenberg nel 1455.

Quindi il web ha potenzialità infinite che favoriscono la democrazia partecipativa e il modo di fare politica. Importantissima è la possibilità di realizzare agevolmente la contaminazione delle idee e dell’azione politica.

L’uso del web è essenziale e può risolvere moltissimi problemi legati alla comunicazione e all’acquisizione di un linguaggio comune per chi voglia riconoscersi in una comunità. D’altronde per qualsiasi formazione politica anche le così dette parole d’ordine finiscono con l’essere indicative di una identità riconosciuta e riconoscibile. Inoltre, c’è da considerare che gli stili comunicativi dei singoli e dei gruppi appalesano i veri connotati che li contraddistinguono. In proposito, non possiamo non rilevare che lo scenario politico italiano, in questo periodo storico, è caratterizzato da una volgarità del linguaggio che è tipica della subcultura impiegata a screditare le istituzioni democratiche. Questo aspetto richiede altre considerazioni che qui si omettono per ragioni di spazio.

Per ora basta mettere in particolare evidenza che il web consente anche la possibilità di accesso a notizie e archivi che in passato erano patrimonio di pochi. Ciò non è cosa da poco quando ci sia la volontà di sviluppare il libero spirito critico che è alla base della formazione del cittadino e della cittadinanza attiva.

Alla domanda se il web possa essere l’elemento fondamentale di un partito politico c’è da porre in particolare evidenza il pericolo di manipolazione connaturato all’uso e all’abuso della rete. Infatti sono insostituibili le fasi di approfondimento e di riflessione di una discussione in cui ascolto e dialogo siano effettivi e non virtuali. La rete ed eventuali gruppi di discussione possono essere utili se regolati e correttamente eseguiti, ma non sono in grado di sostituire la forza argomentativa che si sprigiona con la partecipazione diretta nei luoghi fisici, e non virtuali, in cui c’è da assumere decisioni veramente importanti e coinvolgenti.

Per quanto innumerevoli siano le possibilità positive dell’uso del web, parecchi sono i pericoli nell’uso poco appropriato o disinvolto della nuova frontiera della comunicazione e, soprattutto della comunicazione interattiva. Richiederebbe molto tempo soffermarsi sui tantissimi pericoli presenti in rete. Ma occorre essere avvertiti del fatto che in rete circolano prevedibili forme di demagogia e imprevedibili bufale, bugie, provocazioni e ricerca della lite. Qui basta sottolineare quanto sia importante la consapevolezza che la prudenza è forza e che necessita uno stile comunicativo capace di accreditare una condotta esemplare. C’è da ricordare, inoltre, che non basta cancellare un commento su Facebook o un tweet. Infatti esiste sempre la possibilità che qualcuno abbia conservato la memoria di quanto viene lanciato in rete, cioè che abbia fatto quello che in inglese si chiama “screen shot”. La memoria della rete, quindi, espone a rischi concreti di fare, a dir poco, brutte figure che lasciano il segno e che possono sempre essere rinfacciate al soggetto che non abbia agito con la dovuta prudenza. Hanno sempre valore i versi del Metastasio: “voce dal sen sfuggita/ poi richiamar non vale;/ Non si trattien lo strale/ Quando dall’arco uscì”. Sono versi che riproducono la vecchia locuzione latina di Orazio: “nescit vox missa reverti”.

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1 COMMENTO

  1. Molto bello il pezzo complimenti…questi “imbecilli dei Social” non si rendono conto di quanto sono patetici

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