Nel suo libro “la grande fuga” il premio nobel Angus Deaton scrive “La fuga più grande nella storia dell’umanità è la fuga dalla povertà e dalla morte. Per migliaia di anni le persone che, favorite dalla sorte, erano sfuggite alla morte nell’infanzia hanno dovuto poi affrontare un’esistenza nella più sconfortante miseria. Grazie al pensiero illuminista, alla rivoluzione industriale e alla messa a punto della teoria microbica delle malattie, le condizioni di vita sono straordinariamente migliorate, il numero di anni da vivere è più che raddoppiato e l’esistenza è diventata più ricca e gradevole.”
Il convegno internazionale che si è svolto a Roma su iniziativa della “Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile” ci ha messo di fronte ad un panorama mondiale ove “la grande fuga” dell’umanità verso il benessere rischia di interrompersi bruscamente a causa dei cambiamenti climatici in atto.
I Governi degli Stati mondiali sono chiamati ad individuare le soluzioni necessarie ad evitare la catastrofe annunciata e certamente le organizzazioni politiche hanno il compito di contribuire ad individuare quelle soluzioni, per quanto ci riguarda in armonia con le esigenze di una sempre maggiore libertà.
Crediamo però che insieme ai grandi provvedimenti di carattere internazionale oggi nel nostro paese tutti noi si abbia il compito di indirizzare i nostri comportamenti ad un rispetto quasi ossessivo dell’ambiente.
Ancora troppe aziende svolgono i loro doveri dal punto di vista ambientale solo perché vi sono costrette dalle leggi, e i nostri Governi troppo spesso si occupano dell’ambiente solo quando devono recepire una direttiva europea.
Troppo spesso le sirene lobbistiche riescono ancora a spuntare provvedimenti governativi tesi a edulcorare i provvedimenti legislativi giudicati troppo dannosi per il profitto aziendale anche se completamenti corretti per le esigenze dettate dalla necessità di non inquinare.
Da sempre le grandi tradizionali religioni orientali ci ricordano che l’uomo e il pianeta su cui vive sono la stessa cosa, oggi anche il mondo Cristiano ha avuto un sollecito richiamo a ricordarsi che la terra è la nostra casa comune e che solo questa abbiamo, e che dunque la necessità di non sporcarla con l’inquinamento, di non depauperarla con il prelievo indiscriminato della sue risorse sono un dovere per ognuno di noi religioso o ateo che sia.
Sta a noi non porre fine alla grande fuga verso il benessere: ancora centinaia di milioni di persone non l’ hanno raggiunto, facciamo in modo che la grande fuga verso una vita migliore continui anche per loro.
