Per la prima volta il giovane, spavaldo pugile è nell’angolo. I sondaggi sono tutt’altro che esaltanti, la festa della Leopolda non è stata il successo sperato, anzi le si è abbattuto addosso lo scandalo delle quattro banche in dissesto, che il Governo ha cercato di salvare, per nascondere alleanze territoriali discutibili e complicità politico-affaristiche, entrando in conflitto con l’UE. Peggio, la vicenda ha colpito direttamente la Vispa Teresa, fino a quel momento immagine accattivante del renzismo. La tenace Maria Elena, che deve ringraziare il M5S per l’involontario assist, si è difesa bene in Parlamento ed ha segnato un punto a suo favore, incassando il sostegno compatto, anche se scontato, della maggioranza, mentre l’opposizione è uscita divisa e malconcia. Tuttavia la partita resta più che mai aperta, perché la polvere della squallida vicenda non potrà rimanere a lungo nascosta sotto il tappeto, di fronte alle diverse indagini della magistratura, che non farà troppi sconti. Rimane una sovraesposizione della famiglia Boschi, coinvolta nella vicenda della Banca Etruria, non soltanto per il ruolo del padre, vice presidente, ma anche del fratello dipendente e dell’intero nucleo familiare, compresa la ministra, tutti azionisti e tutti politicamente collegati al circuito clientelare diffuso sul territorio, che ha determinato il dissesto per un uso disinvolto della leva del credito.
Il pugile, per la prima volta seriamente in difficoltà, ha abbozzato un sorriso, apparso come una smorfia ed ha cercato di uscire dall’angolo, ringhiando a Bruxelles contro la cocciuta Merkel, che aveva definito la Germania il donatore di sangue dell’Europa. Il giovane premier, per smarcarsi dalla sgradevole vicenda degli aiuti di Stato connessi al parziale ristoro agli obbligazionisti dei quattro istituti saltati, ha affermato che le banche italiane sono molto più solide di quelle tedesche, in mano ai politici locali rappresentanti dei Land. La replica infastidita della cancelliera di ferro ha determinato l’irrigidimento sul dossier relativo alla garanzia europea ai depositi bancari, che è stato al momento accantonato.
Tuttavia, lo scontro più duro ha riguardato l’energia, con l’opposizione italiana, (dopo il blocco di South Stream in cui ENI ha il ruolo di capofila) al raddoppio del gasdotto North Stream, contestandone la corrispondenza agli obiettivi dell’Unione. Molti rappresentanti di altre Nazioni si sono accodati, denunciando i rapporti di diverse imprese germaniche con Mosca e la violazione dell’obiettivo della diversificazione delle rotte del gas per assicurare parità di accesso a tutti i Paesi membri. La inevitabile conseguenza è stata che Merkel ha respinto anche l’ipotesi italiana di ridiscutere le sanzioni UE alla Russia, determinando il fallimento del vertice.
Il metodo di spostare l’attenzione sul fronte esterno quando si è in difficoltà nel proprio Paese è molto antico, fino ad indurre, nel passato, alcuni governanti in pericolo a dichiarare una guerra per allentare le tensioni sul piano nazionale.
Per la prima volta il giovane Premier italiano si trova seriamente in difficoltà ed è costretto ad annaspare, anche se ha la fortuna di una opposizione divisa, capace di strillare, piuttosto che presentare disegni alternativi, salvo le emotive reazioni pentastellate, che fanno crescere tale movimento nei sondaggi, ma non riescono a convincere.
Se le inchieste della magistratura dovessero di nuovo lambire la Ministra Boschi, che fino ad oggi ha rappresentato l’immagine brillante e fresca del Governo, e dovessero costringerla alle dimissioni, l’intero Gabinetto, che non è stato in grado di concepire una politica economica in grado di assicurare una ripresa stabile per mettersi alle spalle la crisi, potrebbe rimanerne travolto. In assenza di qualsivoglia alternativa, il bandolo della intricata matassa sarebbe ancora una volta nelle mani del Capo dello Stato,che dovrebbe dimostrare di essere in grado di evitare al Paese il rischio del baratro istituzionale.
