diario di tumbarello

Chi non ha denti non mangi pane duro
Junker non polemizza con l’Italia, come nella nostra pretestuosa risposta facciamo credere. Ha detto brutalmente – senza ricorrere a locuzioni diplomatiche – che siamo bugiardi. Chi rappresenta la dignità, oltre che l’unità, del paese non dovrebbe fingere di non avere udito. Può darsi che Junker abbia ragione, ma non è così che si rivitalizza un’istituzione talmente importante per il benessere di chi vi aderisce. Se l’UE non funziona più è perché le regole iniziali – concepite a suo tempo per paesi dai medesimi interessi e grado di civiltà – non sono più adeguate. Ormai la compagnia è troppo vasta ed eterogenea per andare d’accordo. Per di più, anziché vergognarsi nella disfatta, ognuno continua, come noi, a cercare visibilità e meriti che non possono esserci tra le macerie. Solo i mediocri rivendicano diritti quando il palazzo crolla. Tra costoro, oltre Junker, c’è chi lo ha eletto e chi, anziché rintuzzare, dovrebbe proporre progetti di ricostruzione. Servono personaggi di spessore culturale che almeno puntellino una situazione ormai disperata. Una federazione costituita da paesi dalle prospettive culturali e sociali del tutto diverse non ha alcun senso. Non c’è solo l’ISIS alle porte, ma anche lo spauracchio del dissesto economico, già sperimentato dalla Grecia e in arrivo per altri. Chi non ne ha le capacità deve farsi da parte. I mediocri tornino a intromettersi quando la pace e la sopravvivenza dei popoli non saranno più in bilico. Questa volta, l’intervento delle mogli può essere determinante. Perché un passo indietro dei mariti inadeguati salverà la vita e il futuro dei figli.

Come nel Far West
Anzi peggio, perché gli stupri a quell’epoca erano spontanei, mentre a Colonia organizzati. Solo così si giustificano aggressioni avvenute contemporaneamente in luoghi diversi. C’è stato un ordine e gli arrapati hanno eseguito con entusiasmo. Troppi scapoli tra gli emigranti. Due secoli fa in USA lo praticavano anche gli irlandesi cattolici, se emigravano da soli. Ecco perché a protezione della donna le pene erano – e sono rimaste – così pesanti. Finalmente si decise di ammettere solo coppie, meglio ancora se con prole. Allora i bambini non morivano annegati nella traversata. Erano assistiti e protetti, per garantire la sicurezza dei più deboli. Invece, per non dovere costruire carceri – al giorno d’oggi più che mai necessarie – noi, depenalizziamo i reati. Alcuni non sono più perseguiti penalmente, ma puniti con sanzioni amministrative. Poi, le multe, ovviamente, non le paga nessuno. Qualcuno sarà anche sgridato, sperando che non lo faccia più. Non c’entrano tradizioni primitive e usanze tribali. Un contributo, del resto, lo diamo anche noi. Ma con tutti questi uomini giovani in circolazione, senza casa né famiglia, la violenza sessuale è inevitabile. Non serve la Bossi Fini, né la chiusura di Schengen e neppure muri e filo spinato. Nessuno pontifichi né biasimi, perché noi, seppure in condizione più evoluta, non siamo migliori. Ci vorrebbero leggi sagge e uomini adeguati – ma dove  trovarne? – che sappiano farle rispettare.

Ma gli ultimi saranno, poi, i primi?
C’è chi scopre l’acqua calda e chi, invece, come noi, la trivella. Ovviamente, in ritardo, come sempre. Quando gli altri sono già alla fase successiva.  Adesso che è ai minimi storici e tutte le ricerche sono indirizzate alle energie alternative, noi scopriamo il petrolio. In tutti questi anni lo abbiamo pagato a prezzi esorbitanti. Quando lo estrarremo, invece, ci costerà certamente più di quanto lo venderemo. Come quando – trent’anni dopo gli altri – volevamo costruire centrali nucleari. Siccome con la cultura non si mangia, speriamo che sia commestibile l’ignoranza, di cui siamo ricchissimi. Chi ci deve guadagnare questa volta? Paghiamolo pure, costui, e non trivelliamo niente. Talvolta, per risparmiare, conviene attribuire un congruo utile al designato costruttore, senza, però, realizzare l’opera. Così lo stato fa contento il compare limitando la spesa del contribuente al minimo. Per di più, pare che il progetto costituisca un pericolo per l’Adriatico e il basso Jonio, due mari di grande risorsa anche per l’Italia. Deve essere vero, se no non si sarebbe agito di nascosto. Che dignità quel ministro! Bisogna darle atto che non essendo orgogliosa del decreto, lo emana alla vigilia di Natale, perché si confonda tra brindisi e allegria festiva. Sperava, così, che passasse inosservato. Finalmente un sentimento umano tra chi decide della nostra vita. Fare qualcosa che non conviene alla comunità, ma, almeno, vergognandosene.

Mendicanti di lusso in trasferta
Nel cuore di molti italiani c’è un Rolex che batte il tempo e anche la decenza. Emiri e sceicchi si cattivano le simpatie dei governi occidentali regalandone a decine a chi va in visita ufficiale. Ma nessuno si scandalizza. In amore è consentito tutto. Anche perdere il pudore. Chi ha fame e ruba un tozzo di pane è giusto che finisca in prigione e che i fannulloni vengano licenziati. Ma chi si appropria di un Rolex è quasi sempre perdonato. Per di più, non è un oggetto alla portata di precari o disoccupati. La povera gente ambisce solo a un lavoro modesto e alla salute dei familiari. Diplomatici, alti ufficiali e funzionari governativi, invece, se lo contendono, persino con le maniere forti, come è successo a Riad. Non è un orologio pregiatissimo, né di gran lusso. Ma gli aspiranti nuovi ricchi non lo sanno. E neppure i principi mediorientali, affascinati anche loro dal luccichio e dal peso dell’oro. Si sono divertiti recentemente vedendo la nostra delegazione azzuffarsi. Come noi allo zoo quando diamo noccioline alle scimmie. Rolex ce n’erano per tutti. Ma qualcuno aveva i brillanti. E allora giù parolacce, quasi come tra Mancini e Sarri. Ma nessuno è stato squalificato. Perché loro stessi sono in giuria. Quindi, il biasimo è raro. Eppure qualcuno si è dovuto dimettere da ministro. Perché il figlio non ne aveva diritto. Se l’avesse sgraffignato lui sarebbe stato applaudito.

Santità, è mai possibile che Marino fosse peggio?
Tronca ha scoperto che gestire una città come Roma non è facile. E si scusa di non poter fare di più. Se no, perché avremmo chiamato lui? Se gli capiterà di salire su un autobus, si renderà pure conto che, sebbene acquistati da poco, sono già scassati. Per incuria, per negligenza, ma anche per poterne comprare nuovi. Le strade sono dissestate e piene di buche, soprattutto nel tratto antistante la scalinata del Campidoglio. Non so se lo ha già coperto. Deve sapere che chi si occupa della manutenzione, è d’accordo col costruttore, che, per dargli la bustarella deve impastare l’asfalto con la sabbia, che si scioglie alle prime piogge. Ha visto quanti semafori inutili ci sono agli incroci? Il degrado nelle nostre banlieue è sempre più diffuso. La sicurezza è ancora più incerta. Chissà se questo deus ex machina, uscito dal cilindro di Alfano, fa un po’ di turismo in periferia o gestisce Roma dal suo ufficio. Forse non sa che, mentre i titolari di farmacie si arricchiscono, quella comunale è in inspiegabile deficit. Però, ha rimesso al loro posto i funzionari promossi da Alemanno, che erano stati giustamente rimossi. Magari sta cercando di annullare i matrimoni gay che erano stati registrati. Ma, ha cooptato da Milano la sua segretaria particolare, con stipendio adeguato. Se Marino avesse fatto ciò che sta facendo lui.… altro che dimesso…. l’avrebbero pugnalato alle spalle.

Democrazia in evoluzione
Basta con i soliti intellettuali di sinistra. Hanno imperversato – inutilmente, visto che la sinistra non esiste più neppure a sinistra – per 70 anni. Facciamo largo adesso a quelli di destra. È la nuova versione, riveduta e corretta dal sindaco leghista di Padova, del famoso detto, erroneamente attribuito a Voltaire, in realtà della sua biografa. “Non sono d’accordo su ciò che dici ma mi batterò fino alla morte perché tu possa dirlo”. Di chiunque sia, diceva Pertini, io lo faccio mio. Tutte le persone libere dovrebbero seguirlo. Oggi, invece, decide la maggioranza, anche nella gestione della democrazia. Massimo Bitonci, come la maggior parte dei suoi elettori, non sa chi sia Voltaire né, meno ancora, Evelyn Hall. Ecco perché ha successo. È questo il livello richiesto per accedere al potere. Si evolve l’Italia da quinta elementare. Continuando così, saremo promossi in quarta. Basta con questo sistema imperfetto che concede diritti persino alla minoranza. Comanda chi vince, cioè il più forte, meglio ancora se ignorante. Alla prossima edizione del Festival della Parola ci saranno solo pensatori di destra. Anzi, se possibile, se ce ne fossero, leghisti.

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