Ricorrendo oggi il 4° anniversario da quando si verificò il fermo, in India, dei due nostri Marò, Girone e La Torre, e leggendo le ultime notizie, anche su giornali esteri, a proposito di cosa possa essere accaduto in Egitto al nostro Giulio Reggeni, mi sono sentito in dovere, come cittadino Italiano e come Liberale, di esternare la delusione e l’amarezza che provo dentro insieme ad una, sempre più crescente, sensazione di impotenza.
Mi sono chiesto ma che Paese sia il nostro, incapace di difendere i propri figli, incapace di far valere la propria dignità e , al tempo stesso, incapace di alzare la voce in sede internazionale, ed il tutto per non rischiare di perdere , più o meno presunti, contratti internazionali per le nostre aziende.
Siamo il Paese che ha consegnato i due fucilieri di marina all’India nonostante “l’incidente” si sia verificato in acque internazionali, e che ha sopportato le più cocenti umiliazioni in tutta questa vicenda, basti pensare a quando , nel 2013, l’allora Ministro degli esteri, Giulio Terzi, da diplomatico di vecchia scuola, era riuscito a riportare in Italia i due Marò, e poi aveva, giustamente rifiutato di rimandarli in India in quanto le convezioni internazionali prevedevano un giudizio in una sede diversa, neutrale e competente.
Ebbene gli Indiani ritirarono i privilegi diplomatici all’Ambasciatore Italiano e lo posero ai “domiciliari” nell’Ambasciata Italiana, in barba a tutte le convenzioni internazionali e alle procedure diplomatiche, e cosa riuscimmo a fare noi Italiani, nulla, se non rimandare in India i nostri due Marò a fronte di generiche promesse di non applicazione della pena di morte in caso di condanna.
Giustamente, e coerentemente con la propria dignità da uomo vero, il Ministro Terzi rassegnò le dimissioni da Ministro nei confronti di un governo che non aveva saputo appoggiarlo contro la presa di posizione dell’India che , diciamolo ben chiaro, non aveva messo in scacco solo il nostro Ambasciatore ma, indirettamente, ha messo in discussione il potere sovrano dell’Italia.
La storia dimostra che i Liberali non sono guerrafondai, e la nostra ideologia si basa sul confronto aperto tra uomini e nazioni, quindi, da buon Liberale, sono il primo a dire che le controversie non si devono risolvere con le guerre, e che quest’ultime non vanno neppure minacciate.
Ciò premesso non significa che si debba restare lì come degli ignavi a sopportare le angherie di chi crede di poter fare la voce grossa, ma, più di ogni altra cosa non si può abbassare la testa ogni volta a fronte del timore di perdere contropartite economiche, così come nel caso della vicenda dei Marò a determinare la nostra “arrendevolezza” è stata la paura di perdere un paio di grossi contratti con l’India, dei quali, il più importante, quello degli elicotteri, l’abbiamo poi perso comunque perché la ns. magistratura è andata ad indagare sulle tangenti pagate ai funzionari indiani, scoprendo così il vaso di Pandora!
Questa del contratto degli elicotteri sarebbe tutta un’altra storia, ma voglio almeno soffermarmi sul fatto che le cosiddette “tangenti” in certi contratti internazionali e con certi paesi, sono una norma non scritta, e i ns. concorrenti Americani, Tedeschi o Francesi, ne fanno un uso abituale, solo noi siamo così fessi da darci la zappa sui piedi commettendo “l’autogol” di andare a denunciare corrotti e corruttori.
La vicenda dei Marò presenta dei punti in comune con quella di Giulio Regeni, infatti anche in questi frangenti gli interessi economici hanno “intorbidito” le acque, anche qui la paura di compromettere rapporti consolidati e nuovi contratti ha fatto sì che i nostri governanti si siano mossi con i piedi di piombo per paura di “offendere” la suscettibilità del premier Egiziano, e con il risultato di aver fatto passare giorni terribili ai genitori di Giulio, e che altre giornate di indicibile sofferenze passeranno a mano a mano che la terribile verità verrà fuori.
In effetti stanno emergendo una serie di fatti che, messi insieme, contribuiscono a dipingere un quadro sconfortante, ovvero da una parte gli Egiziani non volevano, probabilmente, far saltare il “tappo” prima che arrivasse la missione del Ministro Guidi e di un gruppo di imprenditori italiani, da parte nostra, al di là del fatto di sospendere temporaneamente la missione, chi doveva fare subito la voce grossa ha lasciato il “pallino” completamente in mano agli egiziani accontentandosi di ricevere generiche assicurazioni di piena collaborazione e assistenza per raggiungere la verità.
Quale verità ? quella che si sta palesando è veramente triste e deprimente, stanno emergendo sevizie e torture di una atrocità per noi impensabile, si sta delineando un quadro in cui il cadavere del povero Giulio è stato oggetto di faide interne dei servizi segreti egiziani e c’era chi voleva farlo sparire del tutto così come chi voleva poi farlo apparire per strada, così come in realtà è successo, una volta che le missioni economiche fossero andate a buon fine.
E noi che stiamo facendo ? Poco e certamente nulla di sostanziale, facciamo la solita figuraccia in campo internazionale, perdiamo la nostra dignità nazionale, ci prostriamo, una volta di più, in ginocchio di fronte a chi se ne frega dei diritti umani ! d’altra parte che pretendiamo, siamo quelli che per fare “marchette” più o meno certe, hanno coperto le statue “nude” per non offendere la cultura dei nostri “clienti” !
Il mio è in definitiva un grido di sdegno, ma vorrei che tutti coloro che la pensano come me , e sono sicuro che sono tanti, facessero sentire la loro voce in tutti le sedi e circostanze e, da liberale, chiedo che anche il mio partito faccia sentire questo grido di sdegno e dia il necessario supporto a tutti coloro che abbiano voglia di far sentire la loro voce.
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