Le fondazioni politiche, è notorio, sono uno strumento per promuovere i principi di un certo gruppo di associati, ma soprattutto essere strumento concreto per raccogliere fondi promuovere iniziative e in molti casi la gestione di campagne elettorali.
E fin qui nulla di stravagante direte voi.
Premesso che le elezioni Usa non mi avevano appassionato più di tanto: due candidati completamente diversi. Il giudizio nei confronti dei due volti vincitori dai rispettivi congressi sono limitati.
Limitati a quel che la storia recente ci ha mostrato di loro. Una, La Clinton che reputo una politica “ambiziosa” legata ai poteri forti dell’establishment americano (cioè l’insieme dei detentori del potere economico e politico, e dei loro sostenitori, che in un paese vigilano sul mantenimento dell’ordine costituito e occupano un posto di rilievo nella vita sociale e culturale) che si rivolge a un target distante dalle problematiche reali della gente che fa fatica ad arrivare a fine mese, l’altro Trump un imprenditore eccentrico che dalla vita non si è fatto mancare nulla, che ha parlato alla gente dei loro problemi con soluzioni “pratiche veloci” (sulla carta) poco affini al compromesso.
Dei deliri precedenti alle elezioni non mi soffermo qui. Deliri di analisti e sondaggisti che già nella vicenda Brexit avevano fallito e oggi ci vogliono spiegare perché ha vinto il candidato che loro davano spacciato!!!
Ma sulla fondazione Clinton mi voglio soffermare un minuto di più.
Dopo le elezioni che in teoria davano la Clinton vincente, dalla stampa internazionale a nazionale , poi disattese dai fatti che hanno visto vincere Trump, i paradossi non sono mancati. Vedere politici che durante la campagna elettorale hanno sostenuto la Clinton e che poi a “giochi finiti” dichiarano e scrivono a Trump di essere “felici” della sua vittoria si sono sprecati. Ma si sa l’Italia è un mondo a parte …
Così insospettita da tanta creatività retorica sono andata a vedere chi avesse partecipato alla fondazione Clinton.
Nulla di male a voler sostenere un candidato in cui ci si riconosce, sia chiaro, purché si faccia privatamente e con capitali propri, ma nell’elenco che potevate trovare giovedì 10 novembre 2016, nel sito della fondazione al 13′ posto appariva “Italian Ministry For The Environment, Land, & Sea ** ^
Dove i simboli stanno a significare:
^ Indicates contributions exclusively for CGI activities such as memberships, sponsorships, and conference fees.
* Indicates a contribution was made by this donor in the second quarter of 2016.
** Indicates government grants.
Ora la mia domanda pressoché banale ma pratica è: ” quanto politicamente etico può essere “aiutare” tramite un ministero italiano attraverso i soldi pubblici ( e cioè i soldi frutto delle tasse ) una fondazione privata di una candidata alla presidenza degli Stati Uniti? (che tra l’altro risulta perdere anche le elezioni…)
Ovvio la fondazione, mi si replicherà, non era finalizzata soltanto alla campagna elettorale della candidata alla presidenza. La fondazione si occupa anche di altro ufficialmente.
Certo. Di giustificazioni ne possiamo trovare diverse. Ma i fondi destinati ad un ministero italiano frutto di tasse dei cittadini italiani dovrebbero essere utilizzati nel nostro territorio per promuovere lo sviluppo della nostra nazione e forse non destinati ad una fondazione politicamente schierata e che appartiene alla candidata di un altro stato ?
A prescindere dai due candidati, a prescindere da chi abbia vinto o perso. Non è una questione di vittorie o sconfitte. Non è una questione di ideologie diverse e contrapposte.
La finalità “dell’aiuto” da parte del nostro Ministero a cosa è servito ?
Quali vantaggi ha o doveva realizzare nella pratica ?
Quale ritorno concreto avrebbe avuto l’Italia da questa scelta nell’ambito della materia specifica di cui si occupa il nostro ministero?
Oltre questo aspetto che mi ha fatto fermare a riflettere sulla vicenda, domenica 13 novembre 2016 tornando a vedere la schermata per scrivere con maggiore precisione questo pezzo, ho notato (dopo che su fb si era divulgata la notizia e aveva aperto aspre polemiche) che la schermata del sito della fondazione era stata modificata (una pura casualità ovviamente).
Nella schermata del giovedì 10 apparivano più di 16 nominativi e l’Italia era al 13° posto, mentre la domenica apparivano i primi 7 e per trovare gli altri bisogna cercare attraverso altri rinvii.
Rinvii cercati soltanto da chi avesse notato precedentemente l’elenco del 10 novembre.
Casualità certo.
Ma sarebbe utile capire perché la schermata sia stata modificata “casualmente” dopo una iniziale polemica sui social network del fatto… ?
