Talvolta dietro quello che appare negativo o persino drammatico si nasconde un germe positivo, a volte rigeneratore. Ogni terremoto, insieme a lutti e distruzioni, quasi sempre, esalta e fa risorgere prepotentemente il legame della gente con la terra, l’affetto verso i propri cari, l’esaltazione dei valori profondi di una comunità. Altrettanto le guerre, mentre rivelano violenza e barbarie, generano sovente eroismi, alimentano sentimenti sopiti, come l’amor di Patria, il senso di appartenenza ad una cultura, ad una storia, ad una civiltà e fanno esplodere il desiderio di difenderli. Esattamente questo, dopo un buio ventennale, avvenne in Italia durante la resistenza al nazi-fascismo.
L’ondata populista, sovranista, autoritaria, che sta percorrendo il mondo occidentale e ne scuote le fondamenta ideali, potrebbe alla fine risvegliare l’opinione pubblica addormentata e delusa da troppi anni di una politica meschina, dedita soltanto al lancio di parole d’ordine gridate, prive di significato, ma con l’unico reale obiettivo della conquista del potere e che cerca di eccitare l’opinione pubblica, non di conquistarla con l’arma della persuasione. Mentre la ragione sembra scomparsa per lasciare il passo soltanto a capipopolo e movimenti protestatari, che si rivolgono alla pancia dei cittadini, dalle stesse ceneri di un immenso rogo degli ideali, potrebbe rinascere la Politica con la maiuscola. Si potrebbe avverare il miracolo di una rinnovata passione civile, che resusciti il gusto di battersi per la difesa di sentimenti più profondi, che non siano soltanto l’egoismo, l’avidità e la ricerca dell’uomo del destino, che promette l’impossibile ed agita al contempo l’odio verso il diverso.
L’Olanda, nazione da sempre all’avanguardia e gelosa custode dei valori libertà e progresso, come della stimolante curiosità verso il nuovo, ha dato una grande lezione all’Europa ed al mondo intero, bocciando il pur rumoroso movimento di Geert Wilders. Il populismo xenofobo ed anti europeista del PVV, anche se ha registrato un incremento di seggi, non è riuscito ad andare oltre la tradizionale fascia elettorale della destra radicale, capace di interpretare soltanto i malumori della minoranza più emotiva del Paese. Anche le altre forze più estreme, compreso l’anacronistico partito socialista, sono state nettamente sconfitte. Gli elettori dei Paesi Bassi invece hanno premiato il coraggio e la coerenza del liberale VVD e del suo Premier Mark Rutte, vincitore delle elezioni, che potrà realizzare una solida coalizione centrista a trazione liberale. Infatti anche D66, altro partito di ispirazione liberale, orientato su una linea più progressista e guidato da Alexander Pechtold, ha avuto un forte incremento di seggi, così come hanno guadagnato consensi i Verdi ed ha tenuto il Partito popolare.
Bisogna augurarsi che, anche nelle altre Nazioni europee, che saranno chiamate presto al voto, come la Francia, la Germania e l’Italia, possa prevalere il medesimo buon senso, che dipende tutto dalla credibilità delle formazioni politiche che si presenteranno agli elettori. In Francia, la tradizionale solidarietà repubblicana, dovrebbe scongiurare, al secondo turno, la vittoria del lepenismo. In Germania i due principali partiti, che oggi formano la grande coalizione, insieme al Partito Liberale, che appare in ripresa, dovrebbero poter contrastare la preoccupante avanzata della destra nazionalista, in quel Paese particolarmente pericolosa.
L’anello debole del sistema è sempre l’Italia, dove il populismo sembra aver fatto ovunque proseliti, non soltanto in seno al M5S, ma anche nell’estrema destra. Inoltre il fallimento del tentativo autoritario di Renzi, anch’esso di stampo plebiscitario, sta producendo un frantumazione del centro sinistra, che riscopre rituali, evocazioni e parole d’ordine classiste, che sembravano definitivamente superate. Il Centro a propria volta appare incerto, diviso ed ancora dominato da un Partito padronale senza alcun ancoraggio valoriale. La presenza di un PLI a forte contenuto identitario, potrebbe rappresentare un fondamentale elemento di chiarezza per l’aggregazione di una più vasta area riformatrice, che, come in Olanda, possa rivelarsi il baricentro della prossima coalizione di Governo. Il qualunquismo populista dilagante infatti può essere sconfitto soltanto da un’alternativa fondata su solide basi politico culturali, che appaiano in grado di proporre un coerente programma di rilancio e modernizzazione, coltivando insieme l’ambizione di un’Italia protagonista in una nuova Europa, da rilanciare e non da affondare.
