Sono esplosi i primi due colpi di cannone, avvertiti come un tuono in tutto il Mediterraneo, la cui eco è giunta in tutte le capitali europee. Bravo Salvini, era ora che l’Italia avesse una impennata di orgoglio. I migranti sono salvi, ben al sicuro su solide navi, che sarebbe interessante sapere a chi appartengono, quali filantropi ne sono gli armatori, da dove vengono le ingenti risorse necessarie a tenere in piedi un’organizzazione così vasta. Il tema posto dal Ministro dell’Interno, per il momento, è quello di chi abbia il dovere di accoglierli. Pare che il nuovo Governo spagnolo sia disposto. Bene, per questa volta, ma in futuro? Forse la pacchia è finita.
Non si tratta più della tragedia dei disperati, che su barche o gommoni insicuri, dopo aver pagato i trafficanti di schiavi, affrontavano la morte in mare aperto, trovando la grande generosità dei lampedusani ad accoglierli ed a piangere per coloro che non ce l’avevano fatta, perdendo la vita in mare. Ormai da tempo si tratta di un sevizio di taxi del mare, eseguito da solide navi ben organizzate, che stazionano al confine delle acque territoriali libiche per raccogliere i fuggitivi, senza denunciare gli scafisti, anzi restituendogli i mezzi nautici necessari ai successivi trasporti. Un coraggioso magistrato si era posto il problema di capire quale potente organizzazione, non certo animata soltanto da spirito umanitario, fosse dietro questo ignobile traffico. Se è stato prontamente ammutolito, vuol dire che gl’interessi che muovono tutto questo, sono veramente molto grandi e persino intoccabili.
Il traffico di schiavi è antico quanto il mondo. Speravamo di vivere in una civiltà talmente avanzata da averlo ritenenuto estinto o in via di estinzione. Evidentemente ci sbagliavamo. L’Italia per troppo tempo è stata il punto debole del sistema, su cui scaricare il peso del dramma, indiscutibilmente tale per chi si vede costretto a fuggire da guerre, fame, disperazione, tanto da non aver paura di rischiare anche la propria stessa vita. Il mondo civile, l’Europa non possono continuare a fingere di non vedere. Come prima cosa bisogna capire quali interessi muove questo ignobile traffico di vite umane ed avere la necessaria determinazione per stroncarlo. In secondo luogo, nella sede propria, che è l’UE, va posto il problema se, come e a carico di quali Stati deve essere distribuito l’onore di una azione umanitaria, da svolgere in parte principale nei Paesi di origine ed in altra nelle diverse nazioni europee, in relazione alle esigenze ed alle possibilità di ciascuna.
Il Ministro Minniti aveva avviato una prima fase di contenimento, quella che poteva essergli consentita, nonostante molte critiche, all’interno di un Governo, che condivideva poco le sue idee. Oggi il nuovo Ministro dell’Interno ha il diritto di cambiare politica e di imporre all’Europa di ascoltare e capire le ragioni dell’Italia. Siamo con lui, anche se con il cuore straziato per quegli esseri umani che oggi sanno di perdere, forse per sempre, un’illusione, coltivata magari da molto tempo. Il primo risultato dell’azione di Salvini, tuttavia, deve essere quello di sapere chi sta dietro le cosiddette ONG, chi le finanzia, quale sia l’interesse concreto che hanno a fare il servizio di taxi del mare. Ci dichiariamo sin d’ora disponibili a chiedere loro solennemente scusa per le nostre accuse, se risulterà chiaro che ci siamo sbagliati, se potrà essere dimostrato che si trattava solo di associazioni filantropiche, finanziate in modo trasparente e con l’unico obiettivo umanitario di salvare persone in pericolo o comunque alla disperata e legittima ricerca di un futuro migliore. Se questo non fosse dimostrabile, aspettiamo di vedere i mercanti di schiavi in prigione, le loro navi sequestrate ed abbandonate nei moli più remoti per diventare un ammasso di ruggine, come i cuori di chi ha osato speculare sulla sacralità della vita umana.
Lo Stato italiano, con il giusto intento di colpire i patrimoni dei mafiosi, ha fatto delle dure leggi per sequestrarne e confiscarne i patrimoni, che sono stati affidati a commissari, spesso incompetenti, nominati con criteri opinabili dall’autorità giudiziaria. Purtroppo, sovente, alla fine di procedimenti giudiziari durati anni e che non hanno trovato alcuna prova, sono state restituite ai legittimi proprietari aziende completamente azzerate, perdendo molti posti di lavoro, a causa dell’incapacità e spesso della ignavia di chi avrebbe dovuto gestirle. Un nuovo Governo, che ha la pretesa di chiamarsi del cambiamento, non può continuare a tollerare tutto questo, in nome di un’antimafia di professione o di una declamata, pelosa solidarietà, a spese dell’erario, che potrebbe destinare le proprie insufficienti risorse meglio, in modo più produttivo ed attento alle esigenze dei cittadini.
Era ora che un Ministro del Governo italiano alzasse la voce su un argomento in cui ha ragione da vendere.

I nostri partners europei devono finalmente uscire dall’ambiguità e dire come intendono risolvere il problema di questa ingente massa di disperati che preme alle nostre frontiere. Non è possibile che l’Italia continui ad essere lasciata sola! Ora il Centrodestra deve appoggiare Matteo Salvini e mantenere il punto sulla necessaria fermezza che l’Italia deve mostrare nei confronti dell’Europa. Solo così si metteranno alla prova i Cinquestelle, che dicono di essere d’accordo nel combattere l’immigrazione selvaggia.