Dovrebbe esistere un livello di inadeguatezza del singolo ministro, di un intero governo, ma anche di organi nazionali, superato il quale un algoritmo dovrebbe far scattare automaticamente la perdita della poltrona, come in quel quiz “Caduta Libera!” dove si apre una botola e si viene espulsi dal palazzo. Il popolo italiano sta dimostrando di avere disciplina, pazienza e di possedere una rete sociale che si sostituisce alle chiacchere del governo sostenendo il paese stesso.

Ci sono talmente tanti errori della gestione governativa nella fase di emergenza (proclamata il 31 gennaio ricordiamo) che per riportali è indispensabile fare una sintesi.

Non entrerò nel merito della scelta sulla durata del lockdown e sui dati totalmente confusi e inattendibili che continuiamo ad usare come indicatore del contagio (dai test sierologici parrebbero esserci un numero di contagiati in Lombardia pari almeno a 40 volte i dati ufficiali, pari almeno a 25 volte in Liguria e persino pari a 11 volte nella fortunata Toscana). Assumiamo che ogni scelta in tale campo sia stata adeguata perché verrà tempo per giudicare questi aspetti.

Ma al 9 maggio 2020, a due mesi dall’avvio del lockdown e ben 78 giorni dal primo caso Codogno, non si può che guardare indietro e osservare con sconforto il disastro nella gestione della cosa pubblica nazionale.

In primis il tema delle mascherine e dei presidi sanitari: chi si assume la responsabilità di questa Caporetto che tutt’oggi continua a persistere, con l’Istituto Superiore della Sanità costretto ieri a dichiarare che vanno bene quelle fatte in casa? Il commissario Arcuri, nominato quasi due mesi fa e il cui unico atto è stato fissare un prezzo massimo alle mascherine mettendo ko il mercato e rendendo ancora più complicato reperirle (nessuna azienda straniera ci vende mascherine a quel prezzo), si assume una responsabilità? E tutti quegli organi nazionali, di ogni colore e posizione, che si sono fatti truffare per milioni di euro comprando mascherine poi mai arrivate?

Ma soprattutto, il Ministro Speranza, si assume la responsabilità di aver mandato in guerra i suoi medici senza presidi sanitari a difenderli?

La situazione appare parimenti sconfortante sul fronte economico, soprattutto se confrontiamo la agghiacciante realtà con le affermazioni del premier Conte nelle sue numerose dirette facebook: parlava a Marzo di aiuti a famiglie e imprese che sarebbero arrivati rapidamente e di “potenza di fuoco” economica.Nessuno avrebbe mai potuto pensare durante quelle dirette che i primi – e quasi soli – aiutati dopo due mesi sarebbero stati quelli del popolo delle partite IVA con quei pochi 600 euro.

La cassa integrazione in deroga, strumento che appariva sbagliato sin dall’inizio per la complicanza burocratica sottostante, ha raggiunto ad oggi solo il 4% degli aventi diritto. Poco interessa il balletto di responsabilità fra sindacati e regioni (che in realtà hanno accelerato al massimo) e INPS. È inaccettabile – per un paese che si definisce moderno – che quasi tutti i lavoratori mandati per decreto in cassa integrazione due mesi fa non abbiano ancora visto il becco di un euro.

Della stessa gravità sono gli esiti del decreto liquidità. Persino le aziende che hanno richiesto meno di 25.000 euro in forma semplificata (cifra che per la maggior parte delle situazioni rappresenta poco più di una boccata di ossigeno) non hanno ancora ottenuto il credito. Mentre le aziende che hanno fatto richiesta per somme maggiori sono infilate in un iter bancario burocratico di cui si fatica a vedere la luce. Con la beffa che la liquidità arriverà giusto in tempo per pagare le tasse, dato che i versamenti delle F24 sono stati solo rimandati a giugno.

Io spero che il governo si sia reso conto che se gli aiuti del decreto Aprile, che in modo comico è già diventato “decreto Maggio”, avranno le stesse tempistiche sopra descritte giungendo pertanto nelle tasche degli italiani a Luglio inoltrato, questi aiuti giungeranno su un paese ormai economicamente devastato.

E qualcuno, il ministro Gualtieri o il premier Conte, dovrebbero parlarci meglio degli eurobond, ormai tramontati, e della idea francese di Recovery Fund. Il velo di toni enfatici con cui ci avevano relazionati sui summit europei svolti in aprile si sta sollevando, mostrando il vero volto della vicenda: ormai anche i sassi hanno capito come non sia stato deciso nulla, importi, forme, modalità. Nulla tranne l’utilizzo del MES sanitario senza condizione e il solo la denominazione di questo fantomatico Recovery Fund.

Aprendo la parentesi sui ministri: il Ministro Bonafede si assume la responsabilità di non aver previsto la scarcerazione di centinaia di boss della mafia? Tralasciando le dichiarazioni di Di Matteo….La ministra Azzolina, le cui dichiarazioni gettano di continuo sconforto fra i genitori, che ha proclamato il 6 aprile vacanza per tutti gli alunni (con effetto sulla concentrazione nei tentativi di homeschooling devastanti) e che vaneggia di ingressi a rotazione nelle scuole, si assume qualche responsabilità?

Questo quadro devastante a mio giudizio è reso ancor più intollerabile sia dal fatto che nessuno si assume una colpa, politica o pratica, sia dal mainstream di dichiarazioni governative che si accodano al Casalino Style, uno stile che definirei tranquillamente “fare la supercazzola ad un popolo speranzoso e dalla memoria speriamo corta”. La stampa, con posizioni troppo spesso acritiche sterilizzate anche dalla scelta – su carta – di affidare le scelte a task force di mille esperti (numero reale), ha la sua parte di responsabilità.

Una domanda lecita sarebbe chiedersi: se affidiamo le scelte agli esperti e se rendiamo inutile il parlamento, a cosa ci serve un governo politico?

Per senso di responsabilità nazionale tutti gli organi della repubblica dovrebbero sedersi a tavolino e individuare un team di governo – politico e tecnico – di altissimo profilo e capace di portarci fuori dalla ora più buia. Perché in questo governo di Churcill non se ne vede neanche l’ombra.

1835