In libreria «Davanti alla fine del mondo»

Mauro Cascio, un giocoliere del pensiero e della parola

Il testo ha ispirato l’omonimo disco di Roberto Kunstler in uscita a settembre

«Raccontare è come navigare. O è un compito nobile, eroico, sublime. O è una cosa di cui puoi fare tranquillamente a meno». Queste parole di Mauro Cascio, l’autore di Davanti alla fine del Mondo (Tipheret – Gruppo Editoriale Bonanno), sono tratte dall’ultimo racconto di questa pubblicazione, una raccolta in cui si narra la vita nelle sue sfaccettature, fra cui la più eroica, la ricerca del suo significato.

L’Essere ed il Nulla sono elementi distinti attraverso il Divenire, così afferma Hegel, il filosofo che è la stella polare del pensiero di Mauro Cascio, l’intellettuale non accademico più interessante ed affascinante del panorama editoriale italiano. Quale metafora più adatta a rappresentare il Divenire se non il navigare, il viaggio di Ulisse, non quello omerico che, infine, ritrova il conforto del focolare ad Itaca, bensì il tormentato Ulisse dantesco che alla ricerca della Conoscenza offre in sacrifico ogni cosa. L’eroe èinfastidito, nell’interpretazione che ci viene offerta nel racconto, non dal terrore del suo equipaggio, sentimento legittimo e comprensibile, ma dall’indolenza, dall’accidia, in verità sentimenti di rassegnazione, di rinuncia. L’offerta di Ulisse è imbarcarsi sulla nave che solca gli oceani del pensiero.

L’amore è il sentimento che caratterizza questo percorso, la ricerca del completamento di se stessi nell’altro, perché è necessario navigare i mari del pensiero, ma farlo in compagnia è meglio. Tuttavia l’amore, gli intrighi, le relazioni vengono affrontate nei racconti di Davanti alla Fine del Mondo nella loro crudezza, per ciò che in effetti sono nella dimensione quotidiana delle persone, talvolta la ricerca dell’anima gemella può condurre all’autoinganno, all’illusione, l’evidenza ci sfugge, in quanto non vogliamo vederla. La narrazione non manca mai di ironia e vi è sempre un elemento di bonaria simpatia e di tenerezza verso tutti i personaggi che inscenano le vicende tessute dall’autore, con la sapienza del narratore disincantato, anche un poco dispettoso, i racconti hanno toni e registri diversi, non è immediato trovare subito il filo di Arianna, ma è uno degli aspetti meglio riusciti di questo testo, che, come direbbe il filosofo pontino, è una rappresentazione in forma narrativa di concetti filosofici.

Il pensare è un atto involontario che tutti compiamocontinuamente, il tradurre il pensiero in parola è un’azione volontaria ma immediata, processi che diamo per scontati, assolutamente banali, eppure sono ciò che ci caratterizza e ci contraddistingue come esseri umani rispetto alle altre creature. E se ad un tratto i pensieri si imbizzarrissero, sfuggissero ad ogni nostro controllo, le parole che associamo ad oggetti, a persone, a concetti astratti, categorie, ecc. perdessero ogni significato, sino a cadere in un inevitabile silenzio. Saremmo, in quel preciso istante, Davanti alla Fine del mondo. Il pensiero espresso attraverso le parole è la ricchezza più preziosa che possediamo, occorre averne cura, acquisire la consapevolezza che esse sono il sestante che ci consente di tenere la rotta della nostra navigazione negli oceani del pensiero, al fianco dell’Ulisse di Dante.

Siamo di fronte ad un giocoliere del pensiero e della parola, che ci intriga, ci stranisce, ci stupisce, ci diverte ma soprattutto ci dona profonde riflessioni. Questo è un libro di racconti che appaga e nutre la mente, come ti attendi faccia la filosofia, quella Filosofia che non si frammenta in mille rivoli, inseguendo le pieghe del pensiero postmoderno ma tiene fede alla sua missione: contribuire a rispondere ai grandi quesiti dell’esistenza.

A Davanti alla fine del mondo di Cascio si è ispirato anche un cantautore, Roberto Kunstler. Il suo prossimo disco in uscita a settembre, con lo stesso titolo, traduce in musica temi e personaggi. Una raffinata operazione culturale resa possibile da Massimo Ricciuti, già docente di tecniche della narrazione alla Federico II di Napoli e sceneggiatore Rai (“Un posto a sole”) e da Francesco Musacco (due vittorie a Sanremo con gli arrangiamenti di Vorrei avere il becco di Povia e Ti regalerò una rosa di Simone Cristicchi).

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