Per Eraclito la guerra era madre e regina di tutte le cose. Per Ciù En Lai (Zhou Enlai) la guerra non cessa neanche  quando a combatterla restano soltanto i diplomatici (testualmente: La diplomazia è la continuazione della guerra con altri mezzi).

In conclusione, l’uomo, nato, secondo i cattolici, per amare il prossimo come se stesso, occuperebbe, invece, il suo tempo nel tentativo di distruggere i suoi simili con ogni mezzo; compreso quello che gli offrono virus e batteri.

La guerra biologica, infatti, ha origini lontane nel tempo.

Le popolazioni dell’evo antico, per combattere e vincere le loro guerre, gettavano carcasse di animali morti nei pozzi in territorio nemico per inquinarne le acque e avvelenare gli ignari abitanti.

Secondo studi compiuti dall’OMS (e  condivisi dal nostro Istituto Superiore della Sanità), la stessa peste che devastò l’Europa del XIV secolo  fu causata, molto probabilmente, dai batteri di cadaveri infetti lanciati oltre le mura nemiche.

Naturalmente di guerre batteriologiche o biologiche, in senso meno vago e incerto e con maggiore precisione di termini, si è cominciato a parlare,  solo nel secolo scorso.

E ciò, quando gli stermini di massa a opera dei politici fanatici della filosofia idealistica di scuola tedesca, seguaci, in via alternativa ma ugualmente convinta,  del “sole dell’avvenire”(socialcomunisti) e della propria Patria “uber alles”(nazifascisti), dimostrarono che si potevano ammazzare essere umani anche senza fare ricorso ad armi da fuoco ma a gas o a sostanze chimiche di vario tipo.

Gli scenari ipotizzati e disegnati per le guerre biologiche  sono stati ampiamente immaginati dalla letteratura fantascientifica del Terrore; ma oggi  a stimolare la fantasia anche popolare è una frase di Donald Trump.

Vero gigante del pensiero libero e liberamente espresso (in un mondo di pigmei, pusillanimi e conformisti) il   Presidente americano, senza troppi peli sulla lingua, dopo essere uscito indenne (nonostante i malefici degli avversari) dai giorni di positività del Covid19 ha dichiarato che il virus cinese non sconfiggerà l’America che lo distruggerà con vaccini, antidoti e propri medicinali.

Orbene, nonè difficile arguire da questa frase che Trump ipotizza l’esistenza di una vera e propria guerra biologica scatenata dalla Cina contro il resto del mondo produttivo e industriale a beneficio delle proprie fabbriche manifatturiere.

Certo le parole usate dal Presidente statunitense non sono esplicite (come si vorrebbe, ma l’uomo deve salvaguardarsi dagli attacchi dei suoi livorosi nemici) e senza il ricorso a un pizzico di immaginazione, non disgiunto da prudente saggezza sono di per sé insufficienti a spiegarci la sequenza logica degli eventi che hanno funestato l’intero Pianeta, in questi ultimi tempi.

Potrebbe riuscirci uno scrittore come Pier Paolo Pasolini che riusciva a “sapere” come stavano le cose, pur senza prove e indizi, inserendo adeguatamente nella conoscenza di dati noti qualche elemento intuitivo, dedotto, però,  per via rigorosamente logica.

Proviamo a seguire un suo ipotizzabile ragionamento alla luce dei fatti certi e conosciuti;  che sono i seguenti:

A Wuhan, in Cina, si individua un virus (Covid19) che fa strage di un cospicuo numero di cinesi, ma poi, in modo improvviso e imprevedibile, si arresta bruscamente e definitivamente. In quelle lande non sono denunciati altri focolai di ragguardevole consistenza) e il morbo prosegue la sua marcia distruttiva soltanto nella restante parte del mondo.

L’ipotesi che senza contraddire la razionalità (secondo l’insegnamento dello scrittore friulano) si può fare è che lo “stop” sia stato determinato in quel misterioso paese  dalla conoscenza e pre-esistenza concreta  di un vaccino adeguato a frenare l’epidemia. In altre parole, si può ritenere, senza fare torto alla logica, che i Cinesi abbiano scoperto il viruse trovato il vaccino, ma che la scoperta di quest’ultimo sia stata tenuta “segreta” da quel ferreo regime, i cui metodi repressivi  e costrittivi sono ben noti,  per finalità “belliche” (distruggere la potenza industriale di Paesi concorrenti).

L’astuzia di porre la propria nazione in prima linea temporale come vittima del viruspotrebbe giustificare la dabbenaggine di quelli che non hanno capito l’inganno; ma con questa riflessione entriamo nel campo delle considerazioni astratte, inutili e tardive.

Pier Paolo Pasolini si sarebbe anche chiesto, molto verosimilmente, perché l’Unione Europea, la Russia, l’India, il Giappone, la Corea del Sud e altri poli produttivi  di grandezza mondiale non si fossero  accorti di ciò che aveva intuito ed espresso Donald Trump e non si fossero uniti agli Americani nel denunciare la “guerra” scatenata dalla Cina.

E sarebbe partito da un dato di fatto certo: l’avvicinamento della Russia di Putin all’America di Trump, quotidianemente ricordato dalla stampa statunitense per attaccare il Presidente in carica.

Ne avrebbe dedotto la  probabile, condivisa consapevolezza del Capo di Stato russo del pericolo che rappresenta l’industria cinese per l’attività produttiva e commerciale degli altri Paesi del Pianeta.

Per capire l’atteggiamento dell’Unione Europea Pasolini avrebbe incontrato maggiori difficoltà.

Non è un dato (ancora) certo ma soltanto una probalità che  i banchieri newyorchesi londinesi siano i grandi patroni dei tecnocrati di Bruxelles e si muovano (fin da prima della pandemia) verso il finanzcapitalisme la conseguente, necessaria compressione dell’attivita produttiva industrial-manifatturiera  del vecchio Continente.

Dedurre da ciò che la guerra “cinese” sia  la stessa battaglia dell’Unione Europea, sarebbe più che verosimile sul piano “logico”, ma mancherebbe di addentellati concreti.

Oggi la situazione certa, da cui si potrebbe partire è solo questa: chiusure di fabbriche, astensioni dal lavoro, disoccupazione galoppante, paralisi commerciale e dei servizi ricettivi e di ristorazione erano cominciate già con l’obbligo dei pareggi di bilancio  e dell’austerità imposto dall’Unione Europea agli Stati Membri. La “guerra cinese”, per tale aspetto incontrovertibile (parlano chiaro i dati certi della decrescita di tutti gli Stati-membri dell’Unione),  tenderebbe solo ad accelerare i tempi. Basta per sapere che sia effettivamente così, secondo il ragionamento dello scrittore friulano?

Anche altre considerazioni aggiuntive si muoverebbero fuori dai canoni di partenza pasoliniani.

Come quella che nel vecchio Continente l’elemento aggiunto del “terrorismo” mass-mediatico sulla diffusione progressiva e inarrestabile della pandemia ha portato “acqua al molino” dell’arresto di ogni attività industriale e commerciale.

Non sarebbe dovuto al caso, cioè,  che  anche quando i contagi con effetti veramente preoccupanti (sempre contenuti rispetto al numero complessivo degli infettati) di Coronavirussi sono ridotti a una percentuale abbastanza minima di contagiati (che non significa “ammalati”, potendo essi essere del tutto “asintomatici” e vivere, quindi, come “sani”), l’allarmismo dei giornali e delle radiotelevisioni  ha sempre continuato a non dare tregua ai cittadini eurocontinentali.

Considerazioni finali: la differenza di questa guerra rispetto alle tante altre che l’hanno preceduta è che la presenza delle “quinte colonne”, interne ai vari Stati, è maggioritaria rispetto alle forze disponibili a combattere per difendersi.

In America i democratici non aspettano altro che di far fuori Donald Trump (e probabilmente c’è stato anche chi ha sperato negli effetti distruttivi, a suo danno, del contagio) e nell’Unione Europea i filo-banchieri (massoni, ebrei, cattolici,  protestanti, pseudo-liberali, sospinti tutti dall’amore monoteistico per il Dio-Denaro) hanno gioco facile a definire “fascisti” quelli che senza capire troppo ciò che succede intorno a loro si muovono disordinatamente (se non caoticamente),  sperando di ribaltare la situazione con un voto di panciache, per ragioni storiche e politiche,  non potrà mai essere lo stesso che ha salvato la Gran Bretagna e gli Stati Uniti d’America, Paesi amanti della libertà e “seri”,  dalla pluridecennale soggezione servile (di conservatori e laburisti, repubblicani e democratici) a Wall Streete alla City.

Dulcis in fundo: Intanto, in Italia, il governo Conte ha annunciato che aprirà il Paese all’ingresso di capitali cinesi che, insieme alla caterva dei miliardi dell’Unione Europea, dovrebbero incrementare  gli investimenti e favorire l’occupazione (o sussidi, redditi alternativi, bonus); nonché al temuto 5G cui gli ambientalisti, non arruolati nell’esercito di Greta Thunberg, attribuiscono effetti devastanti sulla natura.

 

 

“Questo articolo non rappresenta la linea del PLI, ma viene volentieri ospitato su Rivoluzione Liberale, che come linea editoriale da sempre pubblica tutte le opinioni del variegato mondo liberale .”

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