Ormai gli italiani dovrebbero aver fatto il callo sulle intemerate rapide e improvvise di Matteo Salvini che, per chi ben conosce le vicende storiche di cronaca rosa, hanno sempre connotato il carattere di ogni persona geniale (Diogene in testa).
Perché questo vorrebbe essere l’ex vicepresidente e pure Ministro degli Interni del governo “Conte1” (a cui pure Giorgia Meloni votó contro, pur avendo degli eletti del tutto finitimi -come voti-, mescolati, generati dalla stessa fonte politica, mischiati e quindi compartecipi, al genio leghista).
Oggi, invece, il barbuto leader padano non perde occasione per levare, a gran volume, i propri strali contro quell’altro genio inventore, estroso, ora del tutto ricompreso nel suo ruolo di salvatore della Patria, Silvio Berlusconi.
Però quest’ultimo, da autorevole rappresentante italiano del PPE, non può più defilarsi dagli imperativi morali che lievitano nella propria coscienza dopo i richiami di Sergio Mattarella e sarebbe pure disponibile a staccare di brutto il proprio destino da quello dei suoi due figli “monellacci”.
Perché sono troppo -questi ultimi-obnubilati da altri miraggi stranieri.
Matteo un pó invaghito della “pannocchia” in stile texano di certo Donald Trump e da quella, di certo meno splendente (anche perché originata nella terra che fu di Dracula, la Valacchia), di Ludovic Victor Orban.
La donna Giorgia, invece, è tutta seria e ricompresa nel suo nuovo ruolo di leader del gran partito Conservatore Europeo (ECR).
I due “eredi” (ma sanno di esserlo o siamo noi ad aver vissuto su di un altro pianeta?), ormai distanti dal loro anziano legittimo padre che sta tenendo alto  il vessillo del PPE in Italia, con lui non c’azzeccano proprio per nulla.
Allora come potrebbe rifarsi la verginità il maggiore di essi -che poi è vera “potabilità politica”-,  l’ex uomo forte del governo giallo verde (Conte1)?
L’occasione è alle viste: le elezioni che si terranno nell’orto di casa della leader conservatrice a Roma.
Bene fa Berlusconi a chiedere il consenso della gente su di un uomo moderato, capace e credibile, com’è  Guido Bertolaso.
Fuori campo i due figli sono ormai maggiorenni e i conti se li sanno fare.
Anche a schiaffoni si combatte la pandemia dell’anima politica.
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