La libertà non è più oggi – per la maggior parte del globo- un bene da conquistare, ma soprattutto uno status da difendere, inspecie nel mondo occidentale.
Il senso laico e liberale che i nostri Padri Fondatori hanno inteso dare a questa Repubblica è stato volto a respingere -innanzitutto- ogni ingerenza nel campo legislativo ad opera di una Chiesa cattolica immanente -soprattutto fino al referendum sul divorzio-, onde poter configurare sempre più un modello di società fondato sul taglio etico, peró visto dalla solo angolo integralistico cattolico.
È proprio lo “Stato etico” quello che ogni vero liberale, da sempre, non può proprio tollerare.
Perché qualsivoglia sistema oppressivo le libertà umane (che pure debbono svolgersi entro certi limiti dati da leggi regolatorie di vita per ogni comunità civile) ha cercato di imporre con la forza agli uomini liberi il proprio tipo di comportamento (grandi adunate a comando, per esempio).
Come, dove e quando, comportarsi insieme; come, dove e quando, assentire applaudendo a comando, se del caso in grandi piazze.
Il Presidente Conte (nel I°, ma soprattutto nel II° governo da lui coordinato) , cogliendo al volo i fatti spiacevoli e dolorosi -non poteva che  mancarci la pandemia-, é stato subito lesto a cogliere queste occasioni per emanare tutta una serie di “editti” solitari, sia pur ratificati dalle due Camere: esse pure del tutto lobotomizzate da ripetuti voti di fiducia, che sono pure tanti controfirmati dal Presidente della Repubblica.
Si è molto arrabattato, Mattarella, diamogli merito, in questo quinquennio (che va a esaurirsi il prossimo anno), con alcune firme apposte in “limine decoris”.
Accendendo sempre, nel liberale che è dentro ciascuno di noi, un semaforo giallo: che è un sinonimo di “attenzione”, di pericolo prima che scatti il rosso.
Al fine di dissuadere -bardata con una austera mascherina nera- il nostro Ministro degli interni, ieri, ha annunciato un massiccio impiego per le strade del Belpaese di decine di migliaia di agenti armati di penna e foglio per irrogare sanzioni.
Favorendo gli atteggiamenti delatori, invece di annunciare delle strette retate contro i ladri di appartamento (mai così attivi come ora a Roma). Ovvero per presidiare i centri di raccolta degli immigrati, laddove si manifesta scappa un grave reato al giorno.
Tutto questo ci suona davvero strano.
Non che le rumorose estrosità pirotecniche trovino in noi dei grandi estimatori, però c’è da aggiungere che questi fatti -come la consuetudine di buttare vecchi oggetti giù dalla finestra (entro certi limiti di decenza, é ovvio)- fanno pure parte della nostra tradizione identitaria italica.
Non tanto e non solo perché quel “modello partenopeo” possa essere configurato quale un bell’esempio educativo, ovvero che i “botti” siano di particolare pregio per una gioventù senza prospettiva, peró il voler comprimere oltre ogni limite le libertà espressive pure di un auspicio è oltremodo deprecabile. Per converso, premiare le delazioni, gli spioni dietro la motivazione del “bene comune”, significa provare un pó di disistima verso un popolo che pure ti ha votato e accusare di scarsa maturità lo stesso.
Mattarella tollera pure questo?
Eppure è presumibile non sarà in grado di profferire alcun verbo neanche quando un bel giorno ci sveglieremo con il solito dpcm che ci dirà…..la misura delle nostre scarpe, ovvero la taglia dei nostri pantaloni o delle gonne, per parità di s-diritto.
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