Potrà sembrare strano ma non lo è. Virginia Raggi, alla fine, è riuscita nel grande miracolo di unire  -udite, udite- nientepopó di meno che tutte le anime liberali.
Infatti tutte le sensibilità politiche del partito si ritrovano all’unisono sul giudizio di ritenere  del tutto improponibile un ulteriore periodo di permanenza di Virginia Raggi al Campidoglio. Che ritorni pure nelle Aule di Giustizia.
Tanto i procedimenti legali -come avrebbe voluto il fu dj Totó- “non finiscono mai”.
A pensarci bene dovrebbe essere questa una delle rare  volte in cui tutto il nostro Partito, con una sola voce, espone due pollici avversi sulla pratica  conduzione di un Ente Locale.
Perché il M5S solo ora -e sotto elezioni- si accorge che il proprio precipuo dovere sociale e civico non sia tanto quello di negare il radicarsi di uomini e/o donne negli Assessorati che pure amministrano denaro pubblico, quanto quello di fornire servizi collettivi efficienti a tutti i cittadini.
Curando con amore pure le ricchezze monumentali, storiche, arboree, stradali, urbanistiche e di socialità, che hanno fatto grande la nostra Capitale.
I cantieri stradali sono ora tutti  aperti (per ogni dove) per tentare la patetica mossa clientelare di annebbiarci le menti e pure il ricordo.
Il PLI di Roma potrebbe non stare né a destra né a sinistra.
Però quel poco che è certo é che ora -tutto insieme-  si schiererà contro Virginia Raggi.
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