Questo periodo storico così particolare intriso da restrizioni, limitazioni, distanziamento sociale, sospensione da attività sportive, scolastiche, ludiche,  lavorative e per alcuni con smart working ha sconvolto migliaia di individui di ogni ceto sociale di tutto il mondo rendendoci vulnerabili, insicuri  e timorosi in particolar modo per il futuro; “Del doman non v’è certezza” è una frase celebre quasi profetica composta nel lontano 1490 da Lorenzo dè Medici detto il Magnifico e che ad oggi calza a pennello.

Sino a tre anni fa nessuno avrebbe mai immaginato di ritrovarsi un giorno allertato da un virus microscopico  ed invisibile che lo avrebbe costretto ad indossare una mascherina h24, ridotto a casa per mesi senza dover scontare una pena giudiziaria, con il coprifuoco alle ore 22,00 rinunciando ad una sana e più che lecita vita sociale. Ma a volte le cose accadono in modo inaspettato, in modo repentino, senza preavviso e non tocca fare altro che accettare e farti andare bene le cose non senza sofferenza e prostrazione.

Tra chi sta scontando maggiore pena con maggiore patema d’animo ci sono i giovani che a gran fatica riescono ad accettare di limitare la propria libertà personale e che con grande sacrificio accettano di frequentare la scuola a singhiozzo o di non fare sport, di non andare al cinema, a teatro, a feste, concerti, discoteca, allo stadio e tanto altro ancora. Gli anni più belli sfuggono così, soffocando le belle emozioni e le attività di svago, covando frustrazione e rabbia dietro ad una apparente rassegnazione ma tutto questo a lungo termine nuoce all’assetto psicologico e conduce inevitabilmente ad incorrere in disturbi mentali e comportamentali.

Da una recente dichiarazione del Prof. Stefano Vicari responsabile del reparto di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambin Gesù di Roma, la pandemia ha registrato un forte aumento di atti autolesionistici tra gli adolescenti quindi un emergenza nell’emergenza che coinvolge maggiormente tra i 12 e i 25 anni. Gli atti autolesionistici provocano danni sul corpo ed è un fenomeno purtroppo molto diffuso in tutta Europa attuato senza o con intenzione di porre fine alla propria vita.

Il suicidio è attualmente la seconda causa di morte nei Paesi Europei tra i giovani in età compresa tra i 10 e i 25 anni e con la seconda ondata di pandemia sono aumentati come gli accessi (per autolesionismo o per tentato suicidio) al pronto soccorso dell’ospedale romano confermando l’incremento dei disturbi mentali tra i giovani.

La salute mentale si basa su due pilastri che comprendono la gestione delle emozioni e la conoscenza di se attraverso l’interazione con l’altro sperimentando le proprie capacità e misurando i propri limiti. Un ragazzo a cui viene a mancare la relazione sociale e che proviene da una famiglia disfunzionale è sicuramente più a rischio di incorrere in problematiche psicologiche rispetto ad uno proveniente da una famiglia armonica. Con la pandemia le situazioni originarie automaticamente si sono amplificate e molti giovani stanno reagendo a questo periodo in modi differenti che vanno dal manifestare aggressività verso se o verso gli altri oppure dal chiudersi ed isolarsi dal mondo.

Giovani quindi ormai esasperati che oltre ad avere a che fare con modelli negativi prodotti da internet e tv, devono fare i conti con questo periodo storico più unico che raro e che si organizzano sempre più spesso (come ci racconta la cronaca) nelle maggiori città italiane ma anche nelle province per partecipare a risse per futili motivi.

C’è chi aggredisce e usa violenza sui pari e c’è chi preferisce rimanere a guardare da semplice spettatore come se il contesto non gli appartenesse, come se si fosse pagato un biglietto per assistere ad uno spettacolo. In gergo potrei identificare questo fenomeno come Bullismo perché la dinamica è piuttosto simile ma traduco tutto questo come “istinto di sopravvivenza” senza giustificare tali atti che sono da condannare perché la violenza non è mai la soluzione giusta, in nessun caso, come del resto la privazione di libertà senza aver commesso reato alla lunga può portare fuori di senno come sta accadendo oggi con i nostri ragazzi.

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2 COMMENTI

  1. il suo articolo pensiero, sembra abbastanza banale e scontato.
    Il primo punto per quanto concerne la chiusura alle 22 piuttosto che le 23, questo ci appartiene fino a un certo punto, dopodichè ognuno sceglie di andare a mangiare o meno fori, visto anche la crisi che ci ha colpito.. sicuramente si faranno più aperitivi/cena, come salva risparmio.
    Per quanto riguarda tutta questa catastrofe, inviterei a riflettere piuttosto, che scrivere fiumi di parole banali, meglio rimanere a casa, non andare a scuola, smart work o altro, che passare il tempo presso i pronti soccorsi e camere terapie intensive, anche per rispetto a tutti i malati e familiari di Covid che hanno sofferto questa pandemia. Piccolo dettaglio molto semplice da spiegare ai propri figli, nipoti e quant’altro.

  2. La campagna vaccinale in atto è totalmente errata. Il sistema verticale non consente la desiderata immunità di gregge. Anziché per fasce di età si dovrebbe procedere per categorie. Ad ottobre avremo la classe anziana vaccinata e chi è maggiormente a rischio non lo sarà. Classe impiegatizia, imprenditori, giovani continueranno a dover rinunciare alla libertà.

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