Tanti parlano dei tempi della giustizia italiana.
Fossero solo quelli i problemi.
L’aver appreso che una Corte di giustizia europea ha chiesto all’Italia di rispondere in merito alle procedure seguite per la condanna definitiva comminata a Berlusconi farà -com’è giusto che sia- notizia?
Oppure sarà sapientemente occultata tra le righe dalla nostra informazione libera e obiettiva?
Perché a ben 8 anni dalla Sentenza della nostra Corte di Cassazione che comminó ben 4 anni di reclusione (e interdizione dai pubblici uffici) al fondatore di Forza Italia per “frode fiscale” -tipo Al Capone-, facendolo decadere dall’incarico di Senatore, l’Europa vuole avere spiegazioni.
Ora finalmente sapremo la verità.
Cioè saremmo in condizione di capirne un pó di più sulla obiettività anche dei nostri massimi livelli di giudizio.
Ricordiamo -per inciso- che da allora Berlusconi non fu più in condizione di esercitare il suo diritto di elettorato passivo.
Con un indubbio danno recato alla coalizione di centrodestra e, in particolare, alla sua  Forza Italia.
Ben 10 sono le questioni su cui la Corte Europea dei Diritti Umani chiede delle spiegazioni al nostro Paese: cioè a tutti noi.
A dimostrazione che, quantomeno, non sono state proprio così limpide le procedure che si seguirono.
Molti di noi ci avrebbero passato la gomma sopra: quantomeno quelli che non hanno la potenza di fuoco economica e giuridica che ha il Cavaliere (o ex, possiamo dirlo?).
Questi sono alcuni dei quesiti.
C’è stata violazione nei diritti di difesa (taglio dei testimoni, ad esempio)?
Fu equa la pena stabilita?…
E altri 8, su cui non ci dilunghiamo.
Però la domanda che vorremmo porre con la nota è la seguente: chi dovrà pagare qualora l’Italia dovesse essere condannata in solido?
Probabilmente non quei Magistrati, probabilmente non il Presidente della Repubblica: che pure è quel potere che sovrintende a tutto.
E allora come andrà a finire? Sicuramente una pena economica la dovremmo sopportare tutti noi contribuenti.  Svegliatevi bambine.
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