Il DL titolato “semplificazioni” é la via maestra che Mario Draghi vuole seguire per far compiere un deciso salto di velocità alle nostre  troppo lente procedure di autorizzazione  che -da sempre- hanno fatto parte del nostro vissuto burocratico e amministrativo pubblico.
Stiamo parlando in particolare delle valutazioni ambientali e di quelle strategiche,  di Impatto (VIA  VAS) e di tutti quei bolli, pareri e nulla osta necessari per un lavoro.
Insomma, le autorizzazioni che troppi Comitati e soggetti pubblici nazionali e locali si palleggiano (talvolta ponendo vari ostacoli) a vicenda.
Nonché di tutta la vera e propria pletora di funzionari, dirigenti e giudici, che “mettono le mani” sulle pratiche e che si  uniscono, di fatto, per rallentare assai le nostre procedure di spesa.
Troppi lacci, lacciuoli e bolli,  legano il nostro Paese: fino a farlo diventare la vera…lumaca europea. Adesso Mario Draghi ha deciso di dire “basta” a molti eccessi, in linea con le attese europee.
Così, per rispondere “noi ci siamo” agli assillanti imperativi che pur ci giungono dalla CE ed anche  per far circolare velocemente i molti denari che il Recovery Plan ha destinato all’Italia, il Consiglio dei Ministri ha  approvato il testo del decreto  “SEMPLIFICAZIONI”.
Trattasi di tanti articoli, racchiusi da una decina di Titoli, che fanno attenta opera di monitoraggio e velocizzazione alle procedure di aggiudicazione di lavori e di spesa.
Tratteggiando un approccio nuovo sui procedimenti, che ci dovrebbero portare al pieno utilizzo dei fondi in arrivo dalla UE.
Si comincerà dalla semplificazione nelle procedure di valutazione degli impatti ambientali e strategici: che vedono Enti Locali e Regioni fungere da… “Uomo del Monte”.. su progetti ambientali, territoriali e urbanistici.
Viene ipotizzato altresí anche un buon disegno sullo sfruttamento delle Fonti Rinnovabili di energia e per rendere operativa l’efficienza energetica.
A una procedura speciale verranno sottoposti altresí tutti quei progetti che fanno già parte dei Piani di Ripresa e Resilienza, anche per ciò che riguarda le firme dei contratti pubblici.
Insomma, in una parola, verranno resi più semplici i momenti di  autorizzazione ed esecutivi: sul modello del ponte di Genova.
Tali aspetti, é bene sottolinearlo, erano i punti maggiormente critici per le Cassandre che avevano detto: “vanno bene i soldi ottenuti, però siamo scettici su quanti di essi ce ne arriveranno” . Conoscendo bene le nostre molte farragginosità normative.
Forse, questa volta, si cambia sul serio.     Ma, ribadiamo,… forse.
Sarà davvero in grado, questo governo, di mettere la parola “fine” sopra le troppe ruggini che hanno spesso finito per grippare i nostri motori?
Noi liberali lo auspichiamo da sempre.
Spesso inascoltati.
Si sono già levate, per esempio a sinistra, le prime voci perplesse.
Con il leader della CGIL, Landini, che ha affermato che questa è: “una scelta indecente”, trovando subito sponda nel Ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini, che ha puntato il dito per “la difesa del nostro patrimonio storico-artistico e naturalistico”.
La battaglia di liberalizzazione sarà durissima e già si preannuncia senza esclusione di colpi.
Per questo ci pare condivisibile il porre la questione di fiducia.
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