L’abbiamo scritto più volte e confermiamo, per vincere facile a Roma sarebbero dovuti scendere in campo o Bertolaso oppure la Meloni, il primo un tecnico politico di alto prestigio e fama per le sue esperienze a capo della protezione civile, la seconda perché è romana, brava, certamente la più in forma del momento e del parlamento.

Ecco perché la scelta fatta su Enrico Michetti e Simonetta Matone, sarà per noi una missione molto difficile e non per la scelta in quanto tale, i due nomi sono di livello certamente, due professionisti di lungo corso cortesi e preparati, ma perché almeno per noi a Roma serviva e serve altro, a partire proprio dalla politica.

A Roma infatti quello che è mancato e manca ancora è la politica, il progetto culturale urbano, il disegno di un’arte di governo capace e illuminata, l’indirizzo e la scelta politica per una Capitale che sia tale, insomma Roma è un po’ lo specchio dell’Italia, troppi tecnici e pochi politici, in senso pieno, alto e letterale.

Per carità voi direte che anche Draghi, il Super Mario Nazionale non sia un politico, ma è vero solo in parte perché la straordinaria esperienza del Premier alla presidenza della BCE in realtà è stata politica molto più che tecnica.

A Francoforte Draghi prima della leva monetaria per salvare l’euro ha usato quella politica del confronto, della mediazione, del progetto comune sulla UE messo a rischio dai mercati, insomma l’arma vincente del whatever it takes non è nata da una formula sull’immissione di liquidità, ma dalla capacità di comporre e sintetizzare le volontà di 27 Capi di Stato e di Governo dell’Europa, mica robetta.

Ecco perché scriviamo che Draghi seppure “tecnico” è anche politico, essere stato alla testa della BCE in una fase traumatica come quella degli attacchi alla moneta unica è servito ad esaltare le sue qualità di lettura e interpretazione delle scelte oltreché di politica monetaria di politica pubblica europea ai massimi livelli.

Insomma tecnico sì ma molto molto speciale, nulla a che fare con Mario Monti che infatti ci ha affamati e impoveriti, soprattutto nulla a che fare con “Giuseppi”, Conte, che coi giallorossi ha rovinato il Paese aggiungendo in 18 mesi 170 miliardi di debito in cambio di poco o niente, una cosa da tribunale della storia, eppure i giallorossi ancora governano e Conte punta alla leadership politica roba da non credere.

Sia come sia e al netto dunque della particolarità di alcuni Tecnici speciali, a Roma secondo noi serviva e serve più politica e di alto profilo culturale e progettuale, oltreché più esperienza di governo e direzione delle scelte politiche necessarie alla rinascita della Capitale dopo la catastrofe grillina.

Per farla breve non abbiamo mai condiviso più di tanto questo innamoramento italiano per i tecnici, i rappresentanti della società civile in sostituzione dei politici, quelli veri ovviamente, e la ragione è doppia, la prima di un impoverimento del ruolo politico, la seconda di una cessione di “sovranità” della politica al mondo esterno che non è mai positiva, anzi, basterebbe pensare al ruolo che la magistratura ha assunto nel Paese.

Perché sia chiaro se la magistratura è diventata onnipotente, intoccabile, nonostante le vergogne del caso “Palamara”, i vizi antichi di “toga rossa”, le forzature gravi di Tangentopoli e quant’altro, è proprio perché la politica si è ritirata, non ha reagito, non ha saputo mantenere il primato assegnato dalla carta sull’ordine giudiziario che è tecnico per definizione.

Ecco perché siamo arrivati ad essere in balia della giustizia, dell’avviso di garanzia, del magistrato che ferma tutto, blocca l’Italia con una firma di un semplice atto, ma il peggio vuole poi che intorno a questo ordine che dovrebbe solo essere al servizio del paese, una casa di cristallo, adamantino, terzo in assoluto, sia uscito fuori di tutto, di più e col vizio della sinistra comunista e cattocomunista tanto per cambiare.

Per queste ragioni vorremmo che la politica riprendesse il ruolo che le spetta, locale e nazionale, vorremmo che che ci fosse una selezione della classe dirigente, per cultura, spessore, livello di preparazione, esperienza sul campo, empirismo nobile, insomma gente brava, capace, affidabile e competente per gavetta oppure esercizio principale.

Sia come sia non solo auguriamo a Michetti e Matone ogni successo, anche perché da convinti e inamovibili liberali sosterremo sempre il centrodestra contro i comunisti e i cattocomunisti e i grillini che ci hanno rovinati, a Roma poi non ne parliamo, ma poi non è detto che possa accadere di tutto anche nelle missioni più difficili, avanti a manetta dunque per vincere a Roma.

Evviva l’Italia, Evviva la Capitale con l’augurio che esca dalle mani che l’hanno disastrata e tramortita per tornare quella grande immensa eterna bellezza in tutto, non solo nell’arte e nella storia.

Abbasso il fascismo abbasso il comunismo evviva la libertà e la democrazia, sempre.

 

 

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2 COMMENTI

  1. È il secondo rinnovo dela giunta capitolina che la Meloni rifiuta l’incarico.
    Non sarà perchè conosce i propri limiti e quindi non vuole essere presa in giro come è accaduto per la Raggi?
    Per lei sarebbe la fine e… Addio Sogni di Gloria!

  2. Caro Alfredo, a Roma se non una missione impossibile, è sicuramente molto, ma molto difficile. Purtroppo negli anni abbiamo provato politici, tecnici, palazzinari, persone di buone speranze, affaristi, incapaci, inetti… ed hanno tutti fallito. Ci vorrebbe il solito miracolo, ma ultimamente la Divina Provvidenza è troppo occupata a sanare le ferite create dal gesuita antipapa, nella dottrina cristiana.
    Roma non è certo una città facile, ha tanti abitanti come la Toscana, ma è trattata come un comune da 50.000 abitanti, Il povero cristo che farà il Sindaco dovrà combattere con i romani (e non è cosa da poco), con la PA, con i sindacati che la fanno da padrone, con 12 municipi che vanno in ordine sparso, con centinaia di enti inutili e costosi, messi in piedi solo per dare uno stipendio ai trombati della politica, alle mafie siciliana, calabrese, nigeriana, pugliese… che vanno dove circola il denaro, con la Chiesa cattolica che si è messa a fare politica.. insomma un accrocco variegato, multietnico, menefreghista della Città, menefreghista della politica, menefreghista dello Stato, menefreghista dell’interesse comune, menefreghista se la città è sporca, pericolosa, dissestata.. il romano alza spallucce e va avanti per la sua strada.
    Per questo ci vorrebbe un miracolo!
    Personalmente mi auguro che Michetti, Matone, Sgarbi & Co possano dare una pulita ed una raddrizzata a Roma, sarebbe bellissimo avere una Capitale d’Italia degna di questo nome; per fortuna durante il deprecato ventennio sono state fatte delle opere pubbliche che hanno esteticamente valorizzato Roma, ma purtroppo la mancanza di mezzi pubblici, l’abbondanza di reperti storici che impediscono anche di scavare una buchetta, le strade fatte per le carrozze e non per le macchine, la vergognosa edilizia pubblica che ha deturpato le periferie romane, rendono molto difficile viverci.
    Quando abitavo a Roma stavo vicino a Piazza Ungheria, andavo a scuola al San Gabriele ed a messa a San Bellarmino, poi quando sono cresciuto ho capito che non faceva più per me e sono andato in periferia, in campagna con i cani, le galline e l’orticello, pur facendo chilometri per andare a lavorare in centro; però ovviamente Roma è nel mio cuore e spero che il CDX possa riportarla allo splendore di Roma Imperiale.
    Di tutti i mali di cui abbiamo parlato ed accennato, credo che il peggiore in assoluto sia il menefreghismo dei romani che abbinato alla burocrazia della PA, può esercitare il potere in maniera distruttiva ed assoluta.
    Vi voglio raccontare un fatto che mi sta succedendo, che è molto esemplificativo del clima romano: come Famiglia abbiamo una cappella al Verano, nella zona vecchia. Recentemente c’erano delle infiltrazioni d’acqua dal tetto, allora mio fratello ha chiamato una ditta edile e si è fatto fare un preventivo di 500 euro ed un giorno di lavoro. Poi è andato negli uffici del Verano per le autorizzazioni e gli è stato detto che dentro il camposanto possono lavorare solo le ditte autorizzate, peccato che non concedano facilmente le autorizzazioni. Allora ha chiesto il preventivo ad una ditta autorizzata che l’ha fatto per un importo di 4.500 euro (il 900% in più del necessario). Allora ha chiesto alla sua ditta di cercare di ottenere l’autorizzazione necessaria; innanzitutto gli hanno chiesto il progetto fatto da un architetto (per mettere un metro quadro di guaina sul tetto), poi c’è bisogno dell’autorizzazione delle Belle Arti (sempre per mettere un metro quadro di guaina invisibile) e intanto siamo già a 1.000 euro di spese, ma le Belle Arti hanno tempi molto lunghi. Intanto quando piove entra acqua e si rovinano le pareti… insomma questo solo per dire cosa possono fare la burocrazia, la PA ed il potere di veto; ma questa non è una eccezione, tutta Roma è così. Alle difficoltà delle leggi inutili e vessatorie, si aggiunge il potere di veto delle Belle Arti e qualsiasi lavoro da fare a Roma diventa una missione impossibile veramente.
    Pertanto auguriamo al CDX, con il trio Michetti, Matone, Sgarbi di poter rifondare Roma, farla riconoscere come capitale d’Italia, farle riconoscere un budget adeguato al suo status e cercare di diminuire burocrazia, potere dei sindacati, potere della PA.
    Più vado avanti a scrivere e più mi rendo conto che è una missione veramente impossibile, sono passati i romani, i barbari, i piemontesi, la Chiesa cattolica ed i romani sono sempre lì ad alzare spallucce, a fregarsene ed aspettare che arrivi il prossimo, magari anche uno come Mastro Titta per poter passare il tempo in allegria.
    Un caro abbraccio ed un sereno fine settimana

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