Non può non rammaricare il quasi fallimento del Cop26 di Glasgow. Gli esseri umani sono i maggiori distruttori dell’ambiente e tutti ne subiamo le conseguenze nocive, attraverso i notevoli cambiamenti climatici, il degrado della qualità dell’aria ed il progressivo inquinamento e depauperamento dei mari. Con il suo abituale acume Angelo Panebianco, sul Corriere della Sera del 22 novembre 2021, ha rilevato come i frequentatori delle grandi manifestazioni del dilagante “gretinismo”, in maggior parte si rivelano orfani del fallimento comunista in chiave anticapitalista. Infatti, oltre a ricordarci il doveroso rispetto verso l’ambiente, contestano il sistema occidentale, fingendo di ignorare che i più grandi inquinatori sono India e Cina. La prima Nazione ha la giustificazione della propria arretratezza ed insieme la necessità di provvedere a sfamare un miliardo di persone. La Repubblica Popolare Cinese, invece, con il suo miliardo e mezzo di abitanti approfitta del bassissimo costo della mano d’opera, anche se sovente con risultati approssimativi, per fare concorrenza ai Paesi più progrediti per diventare la prima potenza economica mondiale, a costo di una repressione feroce dei diritti più elementari dei propri cittadini sottopagati, che spariscono o vengono condannati a morte ed alla confisca dei beni, senza alcuna garanzia giuridica.
Bravo allora Panebianco, che ci suggerisce di fare attenzione al pericoloso strabismo di tali manifestanti di professione, che, oltre alla difesa sacrosanta dell’ambiante in cui viviamo, si scagliano contro la ‘società aperta” in cui abbiamo il privilegio di vivere in Occidente, ignorando la doverosa accusa verso quelle chiuse e dittatoriali, come la cinese. Per questo non ci stancheremo mai di alzare la voce per dichiarare la solidarietà con i giovani di Hong Kong, la cui protesta è stata soffocata con un’indicibile violenza e per difendere il diritto di Taiwan ad essere una Nazione separata rispetto alla Cina Popolare ed a rivendicare il proprio diritto all’autodeterminazione.
