Lo spettacolo è finito. Una platea di “non addormentati”, com’era quella dei tempi aurei del teatro, avrebbe ricoperto di fischi per l’insuccesso non tanto la sgangherata, improvvisata, incapace compagnia di scena, quanto gli autori e registi, veri responsabili del fiasco dell’invereconda e pietosa messinscena.
Ormai, però, le platee di spettatori attenti, intelligenti, sensibili e capaci di giudizio critico sono state sostituite da rumorose claque di fanatici cui viene tolto il diritto di pensare e di muoversi in una direzione diversa da quella imposta. In modo mansueto, il gregge dei seguaci si adegua agli ordini ricevuti.
Fuor di metafora, a nessuno importa che nello show della fallita elezione quirinalizia sono state quotidianamente massacrate (in senso figurato, fortunatamente) anche fior di galantuomini, coinvolti in una vergognosa pantomima accompagnata sulle emittenti televisive dal commento spesso fazioso e malevolo di sapientoni, sedicenti luminari della scienza politica.
La gente che aveva salutato con gioia la riduzione sullo schermo televisivo del volto accigliato e preoccupato di virologi, epidemiologi, infettivologi ha ritrovato dinnanzi a se politologi, sociologi (secondo l’opinione di alcuni critici della stessa Accademia “scienziati del nulla”), esperti del chiacchiericcio dei politicanti (al tempo delle platee teatrali di buona competenza confinati nei “bar dello sport” della provincia italiana).
Lo tsunami di irrazionali imbecillità che si è riversato in questi giorni sul Paese è la conseguenza dell’irrazionalismo che caratterizza la stragrande maggioranza degli individui che svolgono attività politica.
L’idea dei pensieri liberi, della conseguente libertà di esprimerli nel dialogo civile e rispettoso con altri, della capacità di seguire nei ragionamenti un filo logico razionale, dell’umiltà della sperimentazione per verificare la fondatezza delle opinioni e raggiungere risultati pragmatici di utilità comune è morta da due millenni e da allora a oggi ha avuto solo una lunga e penosa agonia.
L’affermazione di inutili, sterili e inconcludenti principi astratti, cosiddetti “universali”, pretesi “salvifici”, importati dal Medioriente e dal Nord Europa nella forma di un melange religioso e filosofico (idealistico tedesco: id est, fascista e social-comunista) ha decretato la morte del meraviglioso antico leopardiano, l’evo greco-romano.
L’irrazionalismo può essere più virale dello stesso Covid e il vaccino, per giunta, non è stato scoperto. Molti si sono illusi nel potere dei libri. Ma i libri oggi per essere letti devono essere leggeri e fantasiosi. E con le detective stories, i thriller e i racconti dal buco della serratura non si combatte l’irrazionalismo ma lo si favorisce e incrementa.
