Dal primo luglio 2011 la presidenza del Consiglio dell’Unione europea è presieduta dalla Polonia che sarà in carica fino alla fine dell’anno. L’istituto della presidenza a rotazione prevede infatti che gli Stati membri si alternino per sei mesi ciascuno alla guida del Consiglio UE e che in un certo qual modo dettino la linea delle priorità da considerare nel corso dei diversi consigli europei. La presidenza dei secondi sei mesi però ha come sempre un calendario ridotto, a luglio infatti Bruxelles si “svuota” per poi ricominciare ad essere pienamente operativa a settembre, stessa cosa per la vacanze natalizie. Dunque la Polonia avrà poco tempo per portare avanti le sue priorità: dalla difesa passando per i rapporti con i paesi dell’Est Europa, fino ad arrivare al rafforzamento del Single Market Act. Il calendario si preannuncia fitto di impegni e molto interessante.

Per quanto riguarda la difesa,  la Polonia potrebbe essere la presidenza durante la quale si inizierà toccare l’argomento (un struttura civile e militare permanente per affrontare le situazioni di crisi), anche se, da una parte molto probabilmente tutto questo incontrerà la poca voglia di affrontare il discorso degli altri Stati membri, dall’altra invece possiede alcuni elementi a suo favore; la Polonia è credibile dal punto di vista della difesa e il prossimo paese ad avere la presidenza europea militarmente importante sarà l’Inghilterra, nel 2017, quindi adesso o mai più.  Alla luce dei recenti avvenimenti in nord africa il segretario di Stato per le politiche europee Mikolai Dowgielewicz ha recentemente dichiarato “che se avessimo avuto una struttura di civili e militari saremmo stati molto più efficaci durante la crisi libica”.

Sul fronte economico la Polonia, come detto, avrà come priorità quello di rinforzare il Single Market Act, ma dall’alto della sua posizione economica non compromessa dalla crisi dell’Euro, non ne fa parte e in più cresce del 3.6% annuo, cercherà di instaurare, presiedendo l’ECOFIN, la riunione di tutti i ministri delle finanze degli Stati membri, una sorta di ottimismo economico, obiettivo che, ad essere sinceri, richiederebbe un periodo di tempo più lungo. Le sfide “economiche” però si allargano anche al bilancio, infatti sotto la presidenza polacca verrà presentata la prima bozza del bilancio 2014-2020, che vedrà la luce probabilmente all’ultimo secondo disponibile, come di consueto, tra un paio d’anni. A riguardo la Polonia sarà neutra in quanto siederà sullo scranno della presidenza ma cercherà, una volta passati i sei mesi, partendo da questa bozza, di far valere la propria linea a 2012 inoltrato.

Altro fronte su cui la Polonia potrà giocare un ruolo importante è il rapporto con i paesi dell’Est Europa. Essi sperano che la presidenza polacca dia quello scatto che aspettano da tempo in relazione ad accordi di tipo commerciale. L’Ucraina e la Moldavia sono i primi della lista; infatti con loro sono già in corso trattative per la conclusione di accordi di libero scambio e un ulteriore passo in avanti potrebbe essere compiuto a settembre quando si terrà, a Varsavia, un summit sul partenariato dell’UE con i paesi dell’Est Europa.

La Polonia ha l’ambizione di accrescere moltissimo il suo livello di prestigio europeo ed internazionale, e quale palcoscenico migliore per dimostrare di saper andare al nocciolo delle questioni e non solamente parlare, se non quello della presidenza del Consiglio UE. Potrebbe essere un trampolino di lancio per il raggiungimento dello status di nuova forza all’interno dell’Unione che, insieme ai soliti noti, potrebbe contribuire in modo determinante a delineare la politica dell’Unione europea. Tutto questo non sarà facile, ma la Polonia ha i numeri per riuscirci sia economici che diplomatici e se il premier attuale Donald Tusk riuscirà ad essere rieletto, come sembra alquanto probabile, nelle elezioni nazionali che si svolgeranno ad ottobre 2011, non sembra che ci sia nulla che impedisca alla Polonia di portare a termine in modo costruttivo, sia per l’UE che per lei, i sei mesi di presidenza.

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