“Ogni volta che vado a un Party VIP penso: ma perché m’invitano? Mah… mistero.
Lo stabilimento, lo so che è riduttivo chiamarlo così, lo stabilimento dicevo, pullula di bellimbusti. Gente strappata alla campagna che ha fatto fortuna inseguendo un pallone; portatori sani di congiuntivi sbagliati tutti tirati a lucido in un tripudio di pantaloni DG con capelli finto spettinato arrivato in Porsche. Le donne al seguito tutte uguali: capello liscio corvino corvò, trucco imponente e tette di fuori. Quelle vere traballano, quelle finte marmorizzano. Belle? Non so, vistose sicuramente.
Io che mi sono appena spalmata una specie di salsa verde sull’abito, mi aggiro con un bicchiere in mano. Colgo lo sguardo vitreo di un ex allenatore della nazionale, con una tinta nei capelli da far invidia al mago Zurlì, spruzzi di azzurro nell’argento, che con una mano palpa un giovane sedere a venti metri da quella cariatide rifatta della moglie e con l’altra fuma un sigaro di mezzo metro.
Una modella ex moglie di un avanzo da galera, si aggira vestita di nulla trascinandosi dietro un tipo con sopracciglia depilate. Lei ha le labbra così gonfie che non le servono più da bere nel bicchiere ma direttamente con la cannuccia. Poi eccolo… avanza come un imperatore… abbronzatissimo, senza una ruga, camicia aperta sul petto e catena con pappagallo grandezza naturale appeso come ciondolo.
Lui, lo stracciarolo d’Italia. Insieme a una pletora di anoressiche, entra e tutta l’attenzione è per lui. Musica bellissima in sottofondo… e lui… in perfetto fiorentino dà della fava a tutti e tracanna bicchierate di vodka.
Entra la Sottosegretaria e salutata da coretti tipo: viva la ducetta, sei venuta senza cavallo sapendo che trovavi cavalli, oppure cosucce tipo eja eja alalà… apre le danze.
Io ormai satura osservo il mare calmo della Versilia e penso… aridatece il Tuca Tuca!”
