Sarà perché a fine agosto ho ancora il rumore del mare nelle orecchie, sarà perché vado per mare fin dall’età di due anni, ma mi colpisce molto che la scelta di manovra economica “anti-crisi” del Governo ricada pure sul settore della cantieristica nautica da diporto.
Qualcuno potrebbe obiettare: “ma riguarda solo gli utenti finali!” No, coinvolge tutto il settore ed il suo indotto! Vediamo perché.
Il Governo parte dal presupposto che gli armatori (i proprietari) di yachts eludano il Fisco perché molti acquistano le imbarcazioni, dai dealer o dai cantieri costruttori direttamente, tramite società di comodo.
Il Governo farà intensificare al Fisco i controlli sui proprietari ed attuerà rigidi accertamenti in merito. Ora, il fatto è che, ad esempio, la Legge sul Leasing Nautico del 2001, fu recepita anche in Italia proprio per dare un impulso al mercato industriale della nautica da diporto, infatti l’Iva è agevolata nel momento dell’acquisto in leasing: più lunga è l’imbarcazione meno Iva è calcolata. Si va da un 18% ad un 6%.
Questo strumento finanziario diede dal 2001 un forte impulso alla cantieristica nautica ed alla produzione di yachts che crebbe in modo esponenziale e così anche chi era industrialmente o artigianalmente connesso con questo settore ebbe notevoli crescite di fatturati. Poi lo Stato decise che chi contraeva leasing “eludeva” il fisco e così, dal 2008 circa, il settore rallentò gli ordini notevolmente ed iniziò la crisi della nautica.
Vero è che il leasing nautico ha avuto anche la prerogativa di mettere barche in mano a chi sarebbe meglio stia in spiaggia sotto l’ombrellone o in montagna a far pic-nic. Infatti il settore del leasing nautico ha avuto una crisi anche dovuta ai ritorni di insoluti e di rate non pagate, perché, come al solito in Italia, l’italiano “ci prova sempre”! Oppure, è vero ancora che ci sono società di noleggio nautico che noleggiano solo… all’effettivo proprietario! Però questo non rappresenta il 65% degli utenti come sostiene il Fisco!
Ora ci risiamo, lo Stato vuole dare una mazzata finale al settore ma non comprende che la cantieristica nautica in Italia rappresenta – tra l’altro in un Paese che ha 7.000 km. di costa – un settore imprenditoriale d’eccellenza conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo da sempre.
Invece di vessarlo, dovrebbe agevolarlo maggiormente. Dovrebbe prevedere Leggi che detassino i Cantieri Nautici attraverso, ad esempio, l’incentivo all’assunzione di forza lavoro giovane, l’acquisto delle forniture, l’impiego di tecnici specializzati ecc. Dovrebbe prevedere Leggi agevolate per chi acquista una imbarcazione o un posto barca. Le imprese che hanno investito nella costruzione di porti turistici stanno entrando in crisi perché non ci sono utenti finali, gli armatori o i proprietari.
Questo mare d’Italia è un patrimonio naturale bellissimo che abbiamo; in un Paese che dovrebbe essere la Florida d’Europa, perché siamo una penisola e molti non riflettono su questa nostra invidiabile conformazione geografica che ci fa stare al centro del Mediterraneo, perché va custodito, ma anche incentivato con razionalità e con il buon fine di creare turismo di livello, capace di attrarre ospiti, non turisti.
