Lido – E’ doveroso un immediato gesto di sincerità: non abbiamo né predilezione artistica né simpatia istintiva nei confronti di Cristina Comencini, scrittrice e, in questo caso, regista, che ieri nell’ottava giornata della 68^ Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (che chiude i battenti dopodomani con la consegna del Leone d’Oro), ha presentato al Paladarsena Quando la notte, secondo film italiano in concorso al festival lagunare.

Annunciata – per così dire – una nostra possibile prevenzione verso l’artista, possiamo a cuor leggero confessare che la pellicola della 58enne cineasta romana è brutta. Chi ha letto il romanzo da cui è tratto il film (scritto dalla stessa Comencini), afferma sia molto coinvolgente. La versione in celluloide, come detto, è brutta soprattutto per banalità, progressiva banalità tanto da mettere in imbarazzo le capacità di alcuni attori di valore, Claudia Pandolfi e soprattutto l’eclettico Filippo Timi (bravissimo in Ruggine di Gaglione, qui proiettato fuori concorso e molto apprezzato). La vicenda parla delle difficoltà di una maternità, della depressione che può assalire una donna dopo aver messo al mondo un figlio. Ma ciò, sul grande schermo,  il film lo rende credibile solo nella fase iniziale. Tutto il resto – come diceva il cantautore – è noia.

Volendo distinguere Italia dal resto del mondo nella corsa al trofeo, al momento Terraferma di Crialese surclassa l’antagonista proiettato ieri, mentre l’inglese La talpa di Alfredson, stacca in scioltezza gli altri stranieri.

Guardabile – incluso nell’ipersfruttato tema della catastrofe che farà finire il mondo – il film quindi apocalittico (in concorso) di Abel Ferrara intitolato 4:44 Last Day On Earth (Ultimo giorno sulla Terra), con un accettabile Willem Dafoe (ma dove si è cacciato l’attore che venticinque anni fa ci sbalordì in Platoon?) e la biondorossiccia Shanyn Leigh, musetta ispiratrice di Ferrara, visto che avevano già lavorato insieme nel semisconosciuto Mulberry St. (poi dice che uno pensa male… ). Questo ‘ultimo giorno’ è il racconto di come due amanti decidono di trascorrere le loro poche restanti ore di vita.

E mentre sul red carpet Valeria Golino e Riccardo Scamarcio litigano apertamente (pare che lei si voglia sposare e lui non ci pensi nemmeno), tutti noi appassionati di roba seria – dopo la delusione comenciniana – aspettiamo, oggi, la proiezione del terzo e ultimo film italiano in concorso. Si tratta dell’opera L’ultimo terrestre, atteso esordio dietro la macchina da presa del disegnatore Gian Alfonso Pacinotti, in arte Gipi.

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